Questa è la storia delle trombe di Arturo, ed è una storia che
dura un giorno solo. Quel giorno, difatti, Eustachio era ammalato: si era preso
un raffreddore coi fiocchi per il cambio di stagione e per non lasciare il
posto di lavoro sguarnito aveva chiesto a suo cugino Arturo di sostituirlo.
Questi aveva accettato di buon grado, solo che le trombe di
Eustachio, che con Eustachio funzionavano benissimo, in mano ad
Arturo non suonavano più.
Come sia possibile che le orecchie ci sentano meglio quando
Eustachio è al suo posto che strombazza a destra e a manca, confesso che non l’ho
mai capito.
Secondo me non l’aveva capito neanche Arturo che, ragionando
in maniera più logica, anziché soffiare nelle trombe, aspirava con tutte le
forze.
Forse per questo non suonavano, o perché avevano nostalgia
del loro legittimo proprietario, o forse per semplice puntiglio. Fatto sta che
la mattina seguente Giannino, che possedeva le orecchie in questione ed era uso
ascoltare le trombe con grande attenzione, tirò un bel respiro di sollievo.
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