lunedì 16 aprile 2012

il gatto delle Sabrine

AVVISO: attenti che questa si legge dopo quella prima e quella prima si legge prima di quella dopo, cioè questa.



Un giorno, nel paese delle Sabrine arrivò un gatto tutto intero, con i baffi, il pelo, quattro zampe e anche lui due occhi, che però erano occhi da gatto.
All’inizio si preoccuparono, poi continuarono a preoccuparsi. La ratta Sabrina, forse per la paura, si era defilata. Per trovarla, ci fu bisogno di chiamarla ad alta voce.
Ma prima fecero un bel discorso al gatto delle Sabrine, che li guardava con gli occhi da gatto gialli e blu: 
“In questo paese c’è posto solo per l’amicizia e, a chi non dovesse andare bene, spettano i lavori forzati!”
I lavori forzati, consistono nell’andare in giro con Sabrina tutto il giorno a salutare una per volta tutte, ma proprio tutte, le Sabrine del paese, rimanendoci insieme anche per giorni, mesi o anni, finché qualunque attrito non sia del tutto superato. In genere non ci vuole tanto, perché le Sabrine del paese delle Sabrine sono tutte affabili, simpatiche e devo dire anche belline.
In effetti era bellino anche il ratto delle Sabrine (che in realtà era una ratta), che saltò fuori da un cespuglio completamente rincuorata. Il gatto delle Sabrine, che in realtà era una gatta, abbracciò subito la ratta, mettendo fine a un’inimicizia decennale che forse si era inventato qualcuno che decisamente si sbagliava.
Questo abbraccio fu festeggiato per 55 settimane e alla gatta, per festeggiare ulteriormente, fu assegnato ad honorem il nome di Sabrina. 

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