Un giorno, nel paese delle Sabrine arrivò un gatto tutto
intero, con i baffi, il pelo, quattro zampe e anche lui due occhi, che però
erano occhi da gatto.
All’inizio si preoccuparono, poi continuarono a
preoccuparsi. La ratta Sabrina, forse per la paura, si era defilata. Per
trovarla, ci fu bisogno di chiamarla ad alta voce.
Ma prima fecero un bel discorso al gatto delle Sabrine, che
li guardava con gli occhi da gatto gialli e blu:
“In questo paese c’è posto solo per l’amicizia e, a chi non
dovesse andare bene, spettano i lavori forzati!”
I lavori forzati, consistono nell’andare in giro con Sabrina
tutto il giorno a salutare una per volta tutte, ma proprio tutte, le Sabrine
del paese, rimanendoci insieme anche per giorni, mesi o anni, finché qualunque
attrito non sia del tutto superato. In genere non ci vuole tanto, perché le
Sabrine del paese delle Sabrine sono tutte affabili, simpatiche e devo dire
anche belline.
In effetti era bellino anche il ratto delle Sabrine (che in realtà era una ratta), che
saltò fuori da un cespuglio completamente rincuorata. Il gatto delle Sabrine,
che in realtà era una gatta, abbracciò subito la ratta, mettendo fine a un’inimicizia decennale che forse si era inventato
qualcuno che decisamente si sbagliava.
Questo abbraccio fu festeggiato per 55 settimane e alla
gatta, per festeggiare ulteriormente, fu assegnato ad honorem il nome di Sabrina.
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