mercoledì 11 aprile 2012

amici per l'Apelle


Apollo, padre di Apelle,
si divertiva a guardare le stelle.
E tutte le stelle stavano in aria
a guadare la faccia di Apollo,
padre di Apelle, con le stampelle.

Difatti, guardando le stelle al posto della strada, era caduto e si era storto una caviglia. 

Apelle, figlio di Apollo,
stava a Rapallo a parlare col gallo,
che era un po’ rosso,
ma anche un po’ giallo.

Non era verde, perché non conosceva l’invidia. Però conosceva Rosa e Giordano, e insieme a loro amava stare sul prato. Però non era verde lo stesso.

Apelle, simpatico a pelle,
e Apollo, vestito da pollo,
andarono in palla cercando una falla
nella nave-stalla dalle vele a farfalla
dove il saggio Noè, sorseggiava il suo tè.

Dico io, è mai possibile sorseggiare un tè mentre una nave con tutti gli animali del mondo rischia di andare a fondo?
Ma la falla mica c'era, erano gli altri che la cercavano per scherzo!
E difatti:

rideva Apollo piegando il collo,
rideva Apelle, ma a crepapelle
sghignazza Noè che sembrano tre
e ride anche il gallo, però a pappagallo.

Un mio amico, reduce da un lungo viaggio in un paese esotico, sostiene di aver visto un pappagallo che rideva a gallo e che non sia stato un bello spettacolo. Fortuna che a nessuno dei quattro è venuto in mente durante la filastrocca, e così hanno continuato a ridere a lungo anche dopo la fine.



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