Ci siamo trovati pochi giorni fa, io e un gruppo di amici.
Erano amici d’oro, che brillavano come la luce del giorno. Uno di loro,
tuttavia, era un po’ cupo. Aveva un problema, e in questo problema ci si era
impigliato in modo tale, che a risolverlo non ci riusciva.
Così ci siamo messi tutti d’impegno, e abbiamo cercato nel giardino
dei nostri ricordi, sfogliando i petali di ogni fiore a caccia dei ricordi
felici. L’idea era che, un petalo dopo l’altro, il problema si sarebbe visto da
lontano e facilmente risolto.
Di ricordi felici, gliene abbiamo regalato uno ciascuno.
Vi dico il mio:
c’è un bimbo che ha due anni e mezzo precisi, una montagna
di riccioli e due occhi che scintillano come la punta dell’arcobaleno.
Uno dei suoi giochi preferiti inizia prendendo la ricorsa e
correndo per tutto il corridoio; in fondo al corridoio ci sono io, che siedo
per terra a gambe incrociate spalancando le braccia. La corsa finisce con una
risata matta, mentre lo abbraccio forte. A volte fingo di cadere all’indietro per
il contraccolpo, così ride ancora di più; ma questo capita solo qualche volta.
Il gioco dura all’infinito, o finché non mi fanno male le
ginocchia.
Quel piccolino ha a disposizione tutta la gioia del mondo, e
la cede per un abbraccio che a te sembra minuscolo, ma forse a lui gigantesco.
Una storia bellissima, penserebbero i più gentili. Ma ora vi
dico un segreto che dovete promettere di dire a tutti: questa storia non l’ho
inventata, la vita è davvero così.
GRAZIE <3
RispondiElimina:))