C’era una volta uno schiaccianoci che, anziché schiacciare le noci, le scacciava. Un bel problema, perché dopo averle scacciate non poteva più schiacciarne neanche una, con grande fame, per conseguenza, dei pargoletti golosi di casa Andersen (così si chiamava la magione dove abitava lo scorbutico schiaccianoci).
La storia si complicò quando arrivò un caccianoci, che non era
un cacciatore di noci, ma uno che infilava le noci in tutti gli angoli. Un
passatempo alquanto nocivo, infatti si sa bene, e sa bene la brava massaia di
casa Andersen, che gli angoli sono i più difficili da pulire.
Tornò quindi in scena il nostro eroe che, per quanto di indole
un po’ dura, aveva simpatia per la povera signora di casa Andersen. Lo
schiaccianoci, che ormai si poteva chiamare a pieno titolo scaccianoci, si
portò balzellonando all’angolo della stanza con l’idea di scacciare una noce e
lasciare il pavimento bello pulito. Scoprì però con sorpresa che, essendo stata
messa all’angolo, la noce non riusciva a scappare.
A questo punto tirò un sospiro e decise una volta per tutte
di ritornare a fare il suo mestiere, schiacciando non solo noci, ma anche
noccioline, arachidi e a volte anche qualche dito dei golosi bambini di casa
Andersen.
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