C’era una volta un sicomoro che voleva diventare un
sicobiondo. Per diventare sicobiondo, decise di farsi i colpi di sole: una
volta che ne ebbe presi cinquantatrè decine e un quarto di per sempre, non
divenne un sicomoro, ma un sicoverde che la metà bastava!
Dato che la metà bastava, un passante ne prese metà della
metà (era un passante che amava la frugalità) e lo mise sulla metà della sua
testa.
Il passante era tanto buono di cuore che aveva un’aureola
gialla gialla e sulla testa la metà della metà del sicomoro diventò
effettivamente sicobionda.
Su un altro quarto, che tra l’altro era diventato sicoverde,
sbocciò una splendida viola che intonò una canzone che parlava di mare e di
terre in cui i sicomori erano tutti sicorossi.
Così il sicomoro, che era già diventato sicoverde grazie ai
raggi generosi del sole, si trovò anche sicobiondo per via della bontà del
passante, ma anche sicoviola per una fortunata coincidenza e anche un po’ sicorosso,
forse per la nostalgia.
Ancora oggi i nonni portano spesso i loro nipoti fino ai
piedi della grande pianta: raccontano ai loro nipoti questa storia e le altre
mille avventure che avevano reso l’albero di tutti i sicolori.
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