mercoledì 2 gennaio 2013

Il fortunio


Ho un amico che ha avuto un FORTUNIO.
Un fortunio è come un infortunio, però al contrario.
Il mio amico, ad esempio, si è fortunato la gamba e ora ha una gamba fortissima e con un solo salto riesce a arrivare sul tetto. Quando salta già per la merenda, deve stare ben attento a dove atterra, perché l’altra gamba non è mica così forte.
Ma non è mica finita:
Il signor Gigi si è fortunato la testa stando ben in equilibrio sulla scala e ha inventato un’equazione di centoquattordici cifre, di cui, per comodità, pronuncia solo il risultato: sette quarti e un mezzo cavoletto di sedici).
Infine, so di molte persone che si sono fortunate il cuore: invece del by pass, si sono ritrovate un “dai rest!” e hanno accettato. Sono restate e hanno fatto amicizia tra di loro, poi con altri, infine con altri ancora.
E il telegiornale delle otto meno cento, proprio questa mattina, ha annunciato tra un sacco di risate che il numero dei fortunii è in costante aumento. Perché le risate, vi chiedete? Fatalità ha voluto che, usando perfettamente il microfono per dare notizie tanto belle quanto vere, il conduttore si sia fortunato la bocca!

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