“Dottore, dottore, non so bene che fare!”
“Mi dica, figliolo, mi dica.”
“Vede dottore, continuo a scrivere filastrocche e non c’è
mai una volta che non ci cada dentro una stella. Io cerco, lo sa, di tenere i piedi
per terra e forse lo faccio anche, ma quelle inesorabilmente mi cascano nella
tazza, faccio per raccoglierle con la forchetta (per non tirare su anche il tè),
ed ecco che si sono già spiaccicate sul foglio.
Ecco vede dottore, io non vorrei che si facessero male. Non
solo: per tutte quelle che ti finiscono sul foglio, mi dico, non è che rimarrà
un pezzettino di cielo più buio? Mi aiuti dottore, non so più che fare!”
E il dottore, che non era soltanto un dottore ma anche un
dotto re, mi rese edotto del dato di fatto che:
le stelle non soffrono, ma brillano.
Chi le guarda, le pensa e le sogna, non soffre, ma brilla.
Chi se le trova sotto il naso sul foglio, tutto sommato io
spero che non soffra, ma brilli.
In quanto al brillare di meno, le stelle brillano sempre
ovunque dappertutto, ad esempio, in questo momento, nei vostri pensieri, eppure
anche in tutta la volta del cielo.
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