Una volta, in un mare meraviglioso ancora da finire di
inventare, si radunarono tutte le più incredibili imbarcazioni del globo.
Ve ne dico alcune, così come le vedo:
dal fronte nord si staglia una vascella, dalla navigazione
molto fluida ma dall’odore non sempre gradevole.
Poco indietro arrivano le 3 caramelle, le navi da traversata
più dolci del mondo (si dice che veleggiando su di loro sia possibile raggiungere via mare
la casetta di Hansel e Gretel).
C’è un catamarrone, che a causa del colore viene spesso confuso
con la terraferma; una barca a veglia, che naviga solo di giorno; un
motoscaltro, che è particolarmente dotato nell’evitare i pericoli per sé e per
le altre imbarcazioni.
Alle spalle di un transatlantico, si fanno avanti un transindiano
e un transpacifico, che è quello dall’indole più bonaria.
Lungo le spiagge arrivano tante canoe e, insieme a loro,
altrettante gattoe, che hanno delle fusoliere apposta per fare le fusa.
Non mancano le barche a rami, che si lasciano portare dalla
corrente mentre le loro fronde crescono rigogliose verso il sole.
Arriva persino una motovendetta, che se ne sta in disparte e
sembra sempre un po’ triste.
A mezzogiorno, tutti sono abbagliati dall’arrivo di un
imponente velioro, che splende come un piccolo sole che l’acqua riflette in cento
direzioni.
Ma c’è anche uno sveliero, di fronte a cui non ci sono
segreti.
E il segreto che non ci fu quella volta, fu che il mare in cui si
poteva navigare era sgombro, ma allo stesso modo si potevano prendere anche le
vie del cielo, dei boschi o delle stelle.
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