giovedì 21 giugno 2012

a correre senza guardare


Molta gente, cosa frequente, se dice non mente, se parla non sente. Se sente borbotta, che barba Carlotta, ma allora barbotta, col botto che botta. Se batti, rimbrotti, se abbatti ti sbatti, se sfratti non sei carino con lei, lei che ci teneva, dai povera Eva, che paga l’affitto su un conto in Egitto, peccato non tuo, ma suona in un duo, e a te che serviva, la guardi è giuliva, che è Giulia che saliva, o Giulia in un oliva, o Olivia che partiva. Allora pronti via, veloce chi tu sia, verdastro il cioccolato su cui il prato è passato, è verde guarigione, verdone parigino, se poi Gino non pari, magari un formaggino, che è Gino per la forma, ma solo dal di fuori, se invece lascia un orma, ci pianterò dei fiori, poi tu li passi a Gino, ed ecco un passeggino, se Gino è un po’ più saggio, ci scapperà un passaggio, se Gino è più malato, mi mangerò un passato, peccato che il presente è assai più divertente.


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