domenica 8 luglio 2012

di prima mattina


Partiamo dall’ A-B-C.
La bici?
Ma si dai, una bella bici la cui cletta se n’è andata per la fretta. 
Quando? 
Di prima mattina, che è una matta minuscola ma simpaticissima. Suo fratello si chiama Mattino, un tale strano che gira sempre con l’oro in bocca.
Loro chi?
Non saprei, mica li conosco. Saranno amici suoi.
Ah! Proprio un bel tipo questo mattino, non vorrei mai esser suo amico!
Quel Mattino invece non aveva mai mangiato nessuno, ma aveva 17 denti d’oro e quanto sorrideva sembrava una miniera dello Yukon.
Solo quel mattino? No no, tutta la settimana, persino qualche pomeriggio, che è un noto verbo di indecisione: difatti un po’ meriggio, un po’ no, preferirei pensarci ancora, dice che posso prendermi un mattino per pensarci?
Chieda alla mattina, forse doveva andare con lui a trovare la mamma.
La mattina però è tutta fusa, e per risposta fa le fusa. Non solo: le fusa e le getta.
Ele chi? E cosa getta? Ma sì la Ele, l’amica dell’Eli, erano andati in vacanza con l’Ale ma erano tornati con l'Ali. Ai piedi?
All’inizio, poi hanno litigato perché la Ali ai piedi non ci voleva stare, e la misero sul capo. Il capo però la licenziò e così fu anche meno contenta di prima.
Quella prima però non era una prima qualunque, perché veniva anche prima di quella prima. Se quella prima avesse avuto le ante, si sarebbe potuto dire che fosse un’anteprima. Questo, però, non era dato di saperlo prima. Prima di cosa? 
Prima del colpo di scena! La prima non era infatti la prima della Scala, che aveva finito da giorni i pioli - che sono degli oli, forse anche essenziali, che quando li metti ai pulcini questi rispondono “pio”.
“Sfido, cosa dovrebbero rispondere?” disse una voce. Stavo per aprire bocca ma mi accorsi che non stava parlando a me ma proprio a Sfido, che era il suo Scane.
Lo scane è un cane che avevano provato a scacciare con la scacciacani, ma lui non aveva avuto nessuna paura. Era sordo, in realtà, e ululava spesso in sordina, un’altra piccola sorda, o forse era una suora, Suor Dina. 
Una suora sorda? Una suorda? 
Una suorda non è un'orda di suore? Ma no, quella e un ordora, e ora di quell'ora sarò già a scuola. Ma insomma che faceva questo cane con non so chi? 
Banchettavano. 
Un banchetto! E cosa vendevano? A parte che chi vende vano, ovvero vanamente, può fare anche a meno di mettercisi, a meno che non venda un vano, ma anche lì bisogna vedere chi lo compra. Comunque loro mangiavano insieme, mangiavano delle sardine. Capirete com'erano contenti i sardi! Va be' che le sarde sono piccoline, ma non è un buon motivo perché un cane sordo e compagnia se le mangino impunemente! Quelli poi sono vendicativi. 
Vendicattivi?? Ma i cattivi non si vendono! Sfido, chi li comprerebbe? 
Sfido il cane? Sì sì, il cane. Difatti ti dicevo che quel cane fu additato come un eroe e insignito di una S al valore, perché l’evento non fosse mai dimenticato, e così divenne uno scane svero e proprio, ed ecco sverato l'arcano. "L'arca no!" lo disse anche un tale Noè, che all'inizio era un po' svogliato. Il vecchio testamento è ricco di queste storie arcane. Attenzione però a non confondere l'arcane, che è un cane molto vecchio e sibillino, con l'argatto, che è un complemento di termine romano. Lo scane e l'arcane, invece, finiscono sempre in viale Sarca a fare non so che. 
Tornando invece al colpo di scena, posso confermare che la prima non era una prima donna, né una seconda bimba né una terza incomoda; invece era, pensate un po', proprio una prima mattina, la capostipite di tutte le mattine che successivamente vennero sugli stipiti. Se questo vi lascia un po’ stipiti, non preoccupatevi, ci vuole un attimo a imboccare la porta. Non che la porta non sappia mangiare da sola, in qualche modo potrebbe anche arrangiarsi, ma difetta drammaticamente di mani. Me le ha chieste tante volte, ma se gliele DO, mi diventano subito DO-MANI e quindi è chiaro che oggi non le potrà mai ricevere. Magari le ricefalse, ma vi assicuro che tra il vero e il falso, la differenza spicca, e spesso rispicca per ripicca, e anche ripicchia perché non guardava dove andava né la prima né la seconda volta e nemmeno la stravolta, che, è la massima volta possibile, anche se non nascondo che è parecchio stanca, quando è stanca poi tende a chiudersi. Per aprirla, serve una chiave di Volta, ma Alessandro, quel distratto, ha lasciato il portachiavi attaccato alla presa proprio questa mattina. La mattina però intanto sta finendo. 
È mezzogiorno? 
Ma no, ha quasi finito di parlare. I dottori e gli infermieri (che erano infermi ieri, ma oggi stanno bene e si impegnano ad aiutare chi potrebbe stare bene domani), dicevo gli infermieri e dottori di tutta la clinica, che forse avrebbero dovuto curarla, a curarla non pensano proprio e invece la ascoltano tutti incantati, non saprei dire se come vecchi dischi o come bimbi stupiti. 

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