C'era una volta un poeta silvestre, che va molto distinto dal poeta Silvestro, che va molto d'istinto nel senso che è istintivo. Il poeta Silvestro, del poeta silvestre ne ha sentito parlare ma non gliene importa poi molto, dato che lui sta in città. Ma dato che è istintivo, gli ha spedito due lettere molto distinte, nel senso che una è una A, l'altra invece una F. Con la F il poeta silvestre ci ha arato un campo, divenendo così un poeta agreste, ma poiché era un campo visivo dovette recarsi da un ottico per smettere di vedere tutto a righe. L'ottico, però, per una fortunata coincidenza era un fiorista e dopo la seduta il poeta silvestre vide finalmente tutto rose e fiori. La sua poesia ne guadagnò moltissimo, perché diventò viva come è viva la vera bellezza. Per ringraziare il poeta Silvestro, rispose alla sua lettera dichiarando che la A ricevuta era era la A di amico, la F quella di Fratello e che tra campagna e città non c'è nessuna differenza se solo c'è in comune un po' di poesia.
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