Un giorno, il signor Antonio stava distribuendo dei
volantini nella sua città, che era Perugia.
Quello che c’era scritto sui volantini non lo possiamo dire
adesso, ma era una cosa importante, a cui teneva, e li dava a ciascuno con il cuore.
Tanto che a un certo punto, proprio mentre stava per dare il
duecentrentunesimo alla signora Pina, si ritrovò improvvisamente trasformato in
un Volantonio!
Un volantonio è un Antonio volante: non un Antonio per
guidare la macchina, ma proprio un Antonio che vola. Vola in mezzo al cielo,
vola in cima al Duomo, vola nelle piazze e chi lo vede sorride e capisce.
Capisce il sorriso di Antonio, capisce il proprio e forse
anche quello che Antonio voleva dire e magari non era neanche riuscito a
scrivere.
Gira nel cielo Antonio, fa le capriole, guarda tutti con gli
occhi dolci da cui piovono scintille che sono i suoi passi, i suoi volantini, i
suoi “grazie”.
Vede da lontano il suo amico Otto, che mica sta per terra: è
un Ottovolante! E allora come si fa a non fare un giro?
Così Antonio gira, gira in aria, gira nel cielo e gira sul marciapiedi.
E ride.
Quando torna a casa la sera, dà un bacio alla moglie che gli
chiede se è stanco. Antonio non tiene gli occhi aperti, è crollato sul letto
eppure sta ancora volando, perché nessuna fatica è più dolce di fare ciò in
cui si crede.
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