Avevo un amico che si chiamava Carlo,
e quando si chiamava Carlo, non si chiamava Carmelo, né Jonathan,
né Adalgisio.
Però aveva le dita sottili, gli occhi azzurri e i capelli
tutti sopra la testa.
Quando aveva i capelli sopra la testa, nessuno glieli aveva
strappati giocando a fare la lotta.
Carlo non amava giocare alla lotta, ma era un gran
lottatore,
e quando lottava non era perché gli avevano tirato i
capelli, perché era inciampato o perché era quasi mezzogiorno.
Lottava quando teneva a qualcosa.
Quando teneva a qualcosa, magari teneva anche a qualcos’altro,
ma la prima cosa non se la dimenticava mai, e andava avanti a lottare finché
non aveva ottenuto quel che per lui era giusto.
Intanto i fiori sbocciavano, e quando sbocciavano non erano mai
appassiti.
Il sole rideva perché, delicatamente, aveva spostato le
nuvole e era venuto a visitare la terra.
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