martedì 21 febbraio 2012

il pescatore di albicocche


Un giorno, un pescatore di albicocche, incontrò un albicoccatore di pesche.
I due fecero subito amicizia e, per ogni albicocca che pescava il primo, il secondo tentava di farci un’albicoccatura magnifica, ma mica ci riusciva! Difatti era un albicoccatore di pesche, non di albicocche.
Un saggio passante fece loro notare che, più stupido che albicoccare un’albicocca, che era già un’albicocca, poteva esserci solo albiccoccare un mango, o un mandarino, che erano così buoni così come nascevano. 
Non parlò delle pesche, ma l’albicoccatore ci fece una bella riflessione e, dopo averne parlato con il suo amico, cambiò la sua professione in lanciatore di coriandoli.
Ne lanciava una manciata ogni volta che l’altro pescava un’albicocca, così che, mentre la mangiavano, tante altre ne arrivavano attirate dai colori luccicanti. 

sabato 18 febbraio 2012

la mosca al naso


Un giorno, un abilissimo scalatore, arrivò in cima alla montagna più alta dell’intero continente di Sperlunia.
Soddisfatto per la grande impresa, decise di concedersi un gustoso mandarino. Per via della dieta, ne consumava al giorno soltanto uno SPICCHIO. Immaginate la sorpresa sulla sua faccia quando, aperto il sacchettino della frutta, si accorse di essersi per sbaglio portato via un PICCHIO!!!
Oltre a lasciarlo a pancia vuota, il volatile si dimostrò molto pretenzioso: voleva una giacca a vento, perché quella non era una temperatura adatta a lui, abituato al clima ben più mite della Picchide, dove era nato e cresciuto.
Corricchio Di Lena (ecco qual era il nome del nostro scalatore), che, oltre ad essere un alpinista coi fiocchi, era un ragazzo mite, gliene ricavò subito una dalla copertura della borraccia.
Picchio della Girandola (indovinerete da voi a che volatile mi sto riferendo), non parse però affatto soddisfatto: mancava il cappuccio, il colore non si intonava con il suo piumaggio, inoltre non vedeva traccia di un passamontagna in grado di contenere il suo becco, che  – a suo dire – era tutt’altro che un becco qualunque: la scorsa primavera gli aveva regalato la vittoria nella gara verticale di “Picchiettamento in picchiata”, che era lo sport nazionale della Picchide (gufi ed allodole, in verità, sostenevano vi partecipassero soltanto picchi un po’ picchiati).
Corricchio cercò di farlo ragionare: anche volendolo accontentare, non era mai stato un asso all’uncinetto e il suo lavoro non sarebbe stato all’altezza di un becco tanto prestigioso.
Ma Picchio Della Girandola era incontentabile. Si lamentò, gridò, sbatté ancora i piedi e infine picchiettò gli scarponi del nostro scalatore fino a che non raggiunse la caviglia. Così che a Corricchio, che sì era bravo e buono, ma aveva le caviglie sensibili, saltò veramente la mosca al naso.
A questo punto, successe una cosa importante:
proprio mentre Corricchio stava per mettersi a gridare, la mosca scese inaspettatamente dal suo naso e iniziò subito a legare con De Picchis.
Poco dopo, sembravano amici da una vita, l’una ronzando all’incontrario sulla testa del primo, l’altro incidendo disegni spassosi sulle cortecce degli alberi.
Per la gioia di quell’incontro inaspettato, De Picchis dimenticò all’istante il freddo, la gare e tutte le sue strane pretese.  
Di fronte all'evidenza dei fatti, anche a Corricchio passò subito il dolore alla caviglia: si posò entrambi sul cappellino e prese di buon passo la strada di casa.
Insieme, si raccontarono un mare di barzellette, alcune tanto buffe che Corricchio doveva fermarsi a riprendere fiato anche se andava in discesa. Dalle risate, le montagne splendevano come non le aveva mai viste in tanti anni di scalate.

venerdì 17 febbraio 2012

attenzione caduta lettere


Un giorno, nella città di Crema, successe uno strano fenomeno. Prima che si potesse iniziare a dire bah, le iniziali delle parole iniziarono a cadere come la pioggia.  
Bisogna dire che di alcune non si sentì neanche il rumore, ma altre, ragazzi, fecero veramente dei pasticci.
Chiedetelo ad esempio al signor Marco che, mentre si grattava una SPALLA, la vide rotolare per terra rimbalzando come una vera e propria PALLA. Impiegò tutto il pomeriggio a rimontarla, e per via della S mancante, dovette consumare mezza confezione di scotch da pacchi.
Ma non è ancora niente. I negozianti di calzature, con le facce tutte preoccupate, si agitavano nei negozi di animali cercando del cibo per pesci: tutte le SCARPE in vetrina erano diventare CARPE, e ora rischiavano di soffocare!
Luigino (che, risolto il problema dei conti, si stava dedicando alla geometria) stava disegnando un angolo RETTO quando si ritrovò con un angolo di un ETTO, di cui non sapeva proprio che farsi. Immaginate come avrebbe potuto spiegarlo alla maestra!
Chi mangiava una mela e stava per buttare il TORSO, rischiava di trovarsi di fronte a un ORSO, guadagnandosi uno spavento che valeva doppio e anche triplo.
E a proposito di triplo, non mancarono i casi di cadute doppie, con effetti che non vi lascio immaginare, ossia:
Tommasino, che se ne stava semplicemente andando a SPASSO, dovette fermarsi quasi subito perché scoprì di avere a disposizione un solo PASSO! E mentre stava ancora decidendo con che gamba farlo, ecco che aveva solo un ASSO, e neanche tre amici ed un tavolo per giocarselo alle carte!
Altri casi furono meno drammatici, ma altrettanti strani:
il cantautor Cordonio Fermanote, ad esempio, si esercitava a suonare il FLAUTO quando, da una nota all’altra, lo strumento sparì lasciando spazio a un LAUTO pasto. Ma non fece in tempo a sedersi a tavola che era svanito anche quello, lasciandolo comodamente adagiato su un AUTO. Però quell'auto andava che era una meraviglia: ci girò tutta la città all’andata e al ritorno, e diede anche uno strappo al bar a Tommasino, che poté finalmente giocare il suo asso e divenne campione regionale di scopone.  

giovedì 16 febbraio 2012

tra palo e frasca (c'è di mezzo un salto)


Alighiero Saltelli era solito procedere nei suoi ragionamenti nel più singolare dei modi: anziché ragionare per associazioni, come va per la maggiore, il nostro amico pensava infatti egregiamente per dissociazioni:
da un OROLOGIO, ad esempio, era in grado di ricavare un OROSCOPO e anche un ELOGIO; da una FRASE, una FRASCA e della MAIONESE. Dalla MAIONESE poi, in un attimo si ritrovava un MAIALINO rosa, con cui subito faceva amicizia, e un risotto alla CANTONESE, che però non gli andava tanto. Poco male, perché dal RISOTTO ottenne una RISMA di fogli luccicanti e un PAPEROTTO.
Dalla RISMA imparò il RISPARMIO e anche un rimedio eccezionale per curare l’ASMA. Dai FOGLI, una FORESTA intera fu ricostruita e, vicino a quella pietra su cui batte il sole, trovò persino un PORTAFOGLI. Lo raccolse appoggiandosi alla pietra, ma la PIETRA si trasformò davanti ai suoi occhi in un PIEDE; un piede straordinariamente dotato, giacché suonava la CETRA con rara maestria.
Di fronte a tanta MAESTRIA, la MAESTRA se ne andò VIA e Alighiero, che non l’aveva neanche vista, continuò a passeggiare lì intorno. Ma persino l’INTORNO, di fronte ai suoi pensieri, si scisse quasi subito in un INTERO GIORNO, che si scisse ancora in un INTENTO SINCERO di portare GIOIA tutto INTORNO.

Avrete notato da voi che, da questa splendida dissociazione, si ritrovò con un INTORNO nuovo fiammante, che regalò a tutti e con il quale innescò rapidamente il più bel circolo virtuoso del mondo. 

mercoledì 15 febbraio 2012

la resa dei conti


Un giorno il piccolo Luigino, di fronte a un terribile problema di algebra, si arrovellò, pensò, ripensò, convocò tutte le calcolatrici della casa e ancora due abachi, un registratore di cassa e la radiosveglia di zia Lorella.
Ancora non bastò: dovette pensarci ancora, impegnarsi un altro po’ e infine, con sua grandissima soddisfazione, vide i conti tornare.
Insieme a loro, tornarono tuttavia anche duchi, marchesi e visconti, che erano impegnati con i conti in una certa conversazione che non si sentivano di interrompere.
A vederli era uno spettacolo, con le loro parrucche impomatate e i mantelli di velluto a mille gusti. 
La mamma, tuttavia, rimase abbastanza sgomenta nel vedere tutte quelle persone, di rango così elevato, ferme a discorrere sul tappeto di Luigino, alcune fuori dal bagno, altre che passeggiavano sul mappamondo:
non aspettandosi tanta folla, la poverina aveva cucinato soltanto un risotto. 
Luigino lesse la preoccupazione negli occhi della mamma e parlò ai conti con sincerità:
dovevano rimanere sul quaderno, almeno finché la maestra non li avesse corretti, ma purtroppo i loro amici non avrebbero potuto fermarsi.
Di fronte agli occhi grandi di Luigino, i conti si arresero e non riuscirono nemmeno offendersi, come l'etichetta avrebbe richiesto.
Per terminare il discorso con l’alta nobiltà, diedero una festa la sera successiva nella cartella di un amico, alla quale furono invitati anche Luigino e la sua mamma.
Quest'ultima si presentò con una torta coi fiocchi: erano così tanti che, quando finirono di disfarli, era primavera da un pezzo.

martedì 14 febbraio 2012

la flotta del mar Caspita


Una volta, in un mare meraviglioso ancora da finire di inventare, si radunarono tutte le più incredibili imbarcazioni del globo.
Ve ne dico alcune, così come le vedo:
dal fronte nord si staglia una vascella, dalla navigazione molto fluida ma dall’odore non sempre gradevole.
Poco indietro arrivano le 3 caramelle, le navi da traversata più dolci del mondo (si dice che veleggiando su di loro sia possibile raggiungere via mare la casetta di Hansel e Gretel). 
C’è un catamarrone, che a causa del colore viene spesso confuso con la terraferma; una barca a veglia, che naviga solo di giorno; un motoscaltro, che è particolarmente dotato nell’evitare i pericoli per sé e per le altre imbarcazioni.
Alle spalle di un transatlantico, si fanno avanti un transindiano e un transpacifico, che è quello dall’indole più bonaria.
Lungo le spiagge arrivano tante canoe e, insieme a loro, altrettante gattoe, che hanno delle fusoliere apposta per fare le fusa. 
Non mancano le barche a rami, che si lasciano portare dalla corrente mentre le loro fronde crescono rigogliose verso il sole.
Arriva persino una motovendetta, che se ne sta in disparte e sembra sempre un po’ triste.
A mezzogiorno, tutti sono abbagliati dall’arrivo di un imponente velioro, che splende come un piccolo sole che l’acqua riflette in cento direzioni.
Ma c’è anche uno sveliero, di fronte a cui non ci sono segreti.

E il segreto che non ci fu quella volta, fu che il mare in cui si poteva navigare era sgombro, ma allo stesso modo si potevano prendere anche le vie del cielo, dei boschi o delle stelle.

vitelli omaggio


Il Fronte Mondiale di Tonnatura dei Vitelli ci fa gentilmente notare che sono stati lasciati in disparte due esemplari, nonostante non fossero meno simpatici di quelli utilizzati per popolare lo scorso racconto. Per scusarci, consentiamo loro di pascolare liberamente nelle righe che seguono: