Alla gentile banca centrale,
vorrei proporre un affare
speciale.
Lei saprà bene che, come Stato,
il mio paese è un po’ indebitato
e questo debito brutto e cattivo,
si pena tanto a tenerlo vivo:
gran sacrifici, tutti scontenti,
vivono mogi e stringono i denti.
Così le dico, andiamo alla pari:
devo pagarla e non ho i denari.
Stando alla prassi le dovrò dare
case e palazzi, mobili e scale.
Così sia fatto e, dalla A alla Z,
la pagherò con la stessa moneta:
apra la borsa e, prima che
parta,
eccole qui cento case di carta!
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