venerdì 12 aprile 2013

Ad alambiccarsi


C’era una volta un signore, anzi due signori, anzi tre e non ne parliamo più, che si lambiccavano tutto il giorno. Si sforzavano con tutte le forze, si forzavano con tutte le sforze e anche gli Sforza e i loro ultimi discendenti, impressionati dallo sforzo, gli cedettero un’ala dell’omonimo castello. Con quell’ala, tutti e tre i signori – incontentabili sul fronte del lambiccamento – si lambiccarono ancora di più su come riuscire a prendere il volo.
Giunse a quel punto il nostro vero protagonista: Alan, più vecchio degli Sforza e più giovane dei bambini che devono ancora nascere. Ovviamente lui non si lambiccava mai, ma si alambiccava.
Per farlo, prendeva un alambicco e ci distillava:
- vapore acqueo, meglio se caramellato
- fantasia
- sapore di caramella al lampone
- simpatia, sorpresa, gratitudine a larghi fiocchi

Con questi ingredienti, risolveva tutti i problemi spinosi senza pungersi mai una volta.
Prese così il volo l’ala del castello, che per gratitudine diventò un Alan e prese ad alambiccarsi a sua volta.
Gli Sforza erano entusiasti.
Gli Alan, anche.
I tre signori, o forse i due, o quantomeno uno, invece, continuarono a lambiccarsi, e questo perché a volte si prende più gusto a pensare ai problemi, piuttosto che a risolverli. 

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