martedì 24 gennaio 2012

colbaccogenesi

Una volta successe una cosa davvero singolare: crebbe un capello in cima a un cappello. Tempo dopo, senza che nessuno se l'aspettasse, successe una cosa plurale: ne crebbero molti, e quel cappello diventò un colbacco. Ora, che una cosa singolare diventi plurale, è senz'altro una cosa singolare, e questo le impedisce di essere diventata plurale. La situazione fu subito notata e creò molto imbarazzo nei redattori della grammatica italiana, del senso comune e nei luminari delle scienze esatte. Per questa ragione, il colbacco fu dichiarato nemico della Patria e imprigionato. Ma la condanna di un cappello provocò ancora più disagio in questi saggi signori, che non ne vollero mai più sentir parlare. Così oggi il colbacco si usa solo quando è proprio indispensabile, tipo quando fa freddissimo o, al limite, in Russia.

missione speciale


Questa mattina, proprio sul treno dietro casa tua, c’era nientemeno che il re di Nocciolinia. Nessuno lo aveva riconosciuto. A vederlo pareva un insospettabile vecchietto, ma la sua vera identità era tradita da una magica brezza di arachidi che aleggiava da sotto il fitto impermeabile.
Il suo regno è minacciato da diecimila castori, ed egli cerca la soluzione proprio in Lombardia. Ha incartato nel suo sacchetto quasi tutta la nebbia di questa mattina, lasciando fuori l’indispensabile per sviare i sospetti. Grazie ad essa farà credere ai castori di essere su una nuvola altissima, così che questi, per timore di soffrire di vertigini, scappino in meno di un minuto. Per non rendere questa fuga disordinata e rischiare che qualcuno si faccia male, ha contattato il maestro delle viole, che poco fa era comodamente seduto a metà del vagone abbracciando la sua viola magica. Questo strumento è in grado di colorare la musica e, al confronto, il piffero del pifferaio magico ti sembra uno starnuto.
La sua viola trasformerà in una danza la fuga di tutti i castori, salvando il regno di Nocciolinia dal rischio che qualcuno, entro i suoi confini, possa abbandonarsi alla paura e magari rischiare di scivolare.
Quanto narrato è accaduto sul treno delle 8.40, e l’oracolo di Desio ha predetto che, entro mezz’ora al massimo, la missione sarà compiuta. 

lunedì 23 gennaio 2012

un posto come un altro?


I sogni sono di tutti i colori
e i colori sono di tutti i sogni.
Ogni pensiero è un luogo dove abitiamo.
Qualcuno si era mai fermato a pensare
dove vogliamo abitare?
















Proposta 1: 

Per cielo il colore di un giorno speciale,
per occhi la luce del sole e del mare,
per bocca lo squillo di mille soprani,
per dargli la forma, usare le mani.
Per dargli emozioni, usare i colori,
li abbiamo davanti, tiriamoli fuori!

Proposta 2: 






(scrivete pure sullo schermo)


domenica 22 gennaio 2012

scherzi da ingegnere


Un giorno l’ingegner Pollacchieri, stimato professionista in scherzi rotondi e quadrati, penetrò nottetempo nella casa del signor Venanzi e con un sistema studiato ad arte gli appese la stanza da letto al soffitto. La mattina seguente il signor Venanzi si svegliò come sempre alle otto e tre quarti, guardò fuori dalla finestra e vide tutto al contrario. Nessuno ancora sapeva che il signor Venanzi, arcicapo di tutti i bidelli della scuola di risate sotto i baffi di Segrate, soffriva di un rarissimo complesso di amplificazione degli spaventi. Di conseguenza si spaventò moltissimo e tirò un urlo, ragazzi, un urlo veramente fortissimo. Fu così forte che il mondo intero si girò all’incontrario per il contraccolpo così che al signor Venanzi, guardando fuori dalla finestra, sembrò tutto normale e si sedette tranquillamente sul soffitto a fare colazione. 

giovedì 19 gennaio 2012

la città del vento


Sulla Città del Vento tira un vento così forte che la Bora di Trieste a confronto è una brezza primaverile. 
Per non volare via, i bambini calzano scarpe di piombo massiccio e già in tenera età hanno gambe muscolosissime.
Le mamme e le signorine, un po’ meno vigorose, hanno capelli lunghissimi che, prima di uscire, legano al balcone, così da potersi arrampicare fino a casa dopo aver fatto la spesa. 
In compenso, si va sempre a spasso: 
il vento si pianta nell'erba dai confini della città e la solleva come fosse un vassoietto. 
Oggi i suoi abitanti sono stati in Islanda, mentre proprio ieri nuotavano nel mare del Madagascar. 
La Città del Vento è migrante come i nomadi, ma dappertutto viene benaccolta: il suo arrivo è salutato da lontano da tutti gli aquiloni del mondo. 


mercoledì 18 gennaio 2012

un albero di mogli (o una moglie per albero?)

La botte ubriaca e la moglie piena
O una botte piena di mogli ubriache
O mogli ubriache che ti prendono a botte
O un botto di mogli che ti prendono per ubriaco
O un botto di ubriachi che ti prendono per moglie
Sono tutti opzioni di cui non ci sentiamo del tutto sicuri,
ma in fondo chi  può dirlo?
Chi  ha  notato che  abbia-
mo  creato  un pezzetto di
albero di  Natale? Auguri!!

le tasse di iscrizione



Ho un mal di testa che la metà basta. 
Per questa ragione, ne cedo metà ad un prezzo di favore, 
definito con un algoritmo insoddisfacente per chi scrive e per chi legge, che solo un pazzo potrebbe inventare. 
Ho un mal di testa da pazzi, 
per questa ragione ho inventato un algoritmo che non è proprio soddisfacente, ma almeno non dà il mal di testa.
Ho un mal di testa soddisfacente,
ed essendone del tutto soddisfatto, lo cedo per intero a chi vede tutto nero.
Lo cedo a nessun prezzo, ritenendo di fare un gesto cortese a questo eventuale signore, confermando la sua visione del mondo e permettendogli di darsi un sacco di ragione.

Ho un mal di testa che se n’è andato,
ma resta un signore che pensa sbagliato,
che vede nero anche ciò che è bianco
e la mattina si alza già stanco.

Quello che pensa è un signor errore,
e tanto gli vale la nostra iscrizione.
Qui in Accademia, entrare in trionfo,
è rotolare con un gran tonfo!
La tassa di ingresso è del tutto onesta:
si tolga di dosso il mio mal di testa!



Chi è molto attento può trovare due errori sottili, brillantemente nascosti. Questo gli varrà un colloquio in cui, davanti a una cioccolata al lampone, cercheremo di capire insieme perché fare gli errori e lasciarli dove sono è assai più divertente che scovarli e spazzarli via con lo scopettone.