mercoledì 16 gennaio 2013

Il deragliamento


C’è un asino sul treno, che però ha deragliato. E qui casca l’asino. Vorrei vedere voi, quello mica ha la mano per tenersi alla maniglia in caso di deragliamento - anche se qui non deraglia il mento, ma il treno; ma deraglia anche l’asino, e questo complica tutto. Già prima ragliava, ora che addirittura deraglia, dico io, finirà per assordarci.
Per risolvere il problema, si è interpellato un asino istruito, Raglio De Raglis, pluriesperto in ragli e deragli, ritagli, tagli e abbagli, e difatti prese un abbaglio:
invece di curarsi del nostro asino, o ascoltare il macchinista che si lamentava per i danni alla carrozzeria della prima e della seconda carrozza, fece notare a entrambi che, treno o non treno, c’era un sole magnifico e la giornata restava splendida. 
Così finì la storia e di abbagli così, speriamo se ne prendano tanti da riempirci la casa, il giardino e ne avanzino ancora da regalare. 

martedì 15 gennaio 2013

Le stelle


“Dottore, dottore, non so bene che fare!”
“Mi dica, figliolo, mi dica.”
“Vede dottore, continuo a scrivere filastrocche e non c’è mai una volta che non ci cada dentro una stella. Io cerco, lo sa, di tenere i piedi per terra e forse lo faccio anche, ma quelle inesorabilmente mi cascano nella tazza, faccio per raccoglierle con la forchetta (per non tirare su anche il tè), ed ecco che si sono già spiaccicate sul foglio.
Ecco vede dottore, io non vorrei che si facessero male. Non solo: per tutte quelle che ti finiscono sul foglio, mi dico, non è che rimarrà un pezzettino di cielo più buio? Mi aiuti dottore, non so più che fare!”
E il dottore, che non era soltanto un dottore ma anche un dotto re, mi rese edotto del dato di fatto che:
le stelle non soffrono, ma brillano.
Chi le guarda, le pensa e le sogna, non soffre, ma brilla.
Chi se le trova sotto il naso sul foglio, tutto sommato io spero che non soffra, ma brilli.
In quanto al brillare di meno, le stelle brillano sempre ovunque dappertutto, ad esempio, in questo momento, nei vostri pensieri, eppure anche in tutta la volta del cielo. 

lunedì 14 gennaio 2013

Animaletti


Viveva un furetto
che prima fu retto
ma dopo deviò,
perché, non lo so.

Ed anche un castoro
Sì casto, ma d’oro
sua moglie salpò
per dove non so.

Così un maggiolino
che a maggio fu Lino
A giugno cambiò
In cosa non so!




Ma voi lo sapete, vero? Se sì, ditelo a voce alta a chiunque abbiate di fronte! Se non vi va di dirlo, provate a immaginarlo mentre ride.
Chi? Ma il giugnolino, no???

domenica 13 gennaio 2013

La rivoluzione


C’era una volta un despota
gli desputai in un occhio,
provai anche a segargli
le ruote del suo cocchio.

Ma quello andava avanti
con gran soddisfazione,
sulle schiene degli altri
cantando una canzone.

Parlai per più di un’ora,
parlavo a tanta gente,
parlai e parlai ancora
ma non ne ottenni niente.

Triste, passavo al porto,
dove trovai il monarca,
remavano quegli altri
e lui poltriva in barca.

Allora in fronte a tutti
parlai con gran coraggio,
il cuore un po’ tremava,
ma fece un ampio raggio

ed ogni mia parola
colpì il cuore degli altri
e i cuori, se li tocchi,
si fanno un po’ più grandi.

Così funziona il mondo:
chi parla per parlare,
ricordi che l’esempio
non si può raccontare.

E lo ricorda bene
colui che fu un tiranno,
ora ride con gli altri
e ha dato via lo scranno.

I pescatori


Tre pescatori di Girgenti,
navigavano a fari spenti
e se quei fari avessero accesi
sai quanti pesci avrebbero presi?

Uno soltanto, ma tutto d’oro,
che avrebbe portato loro un tesoro,
precisamente un pesce pagliaccio
e quel tesoro era un bacio e un abbraccio. 

venerdì 11 gennaio 2013

Il battibaleno


“Ti spiego”
Disse Jonah alla vela. La vela però non c’era, perché Jonah non navigava in barca, ma nella pancia della balena. Per farla andare più in fretta, non occorreva tanto spiegare qualcosa quanto trovarle un bel baleno affascinante, sfidarlo a qualcosa e batterlo: ecco così un battibaleno, la misura del tempo che a Jonah sembrava più appropriata per proseguire.
Sfidò così il baleno a rimpiattino, ma non avendolo mai impiattinato prima, non poté neanche rimpiattinarlo. Allora la sfidò a rialzo, ma non aveva il rialzo: per giocarci si sarebbe dovuti andare a fondo, ma andare a fondo non è un’ottima idea neanche per un uomo che naviga nella pancia di una balena. Metti ad esempio che la balena sbadigli? L’acqua potrebbe entrarle dalla bocca e bagnare i piedi di Jonah, che tanto tiene all’igiene.
Qualcuno potrebbe obiettare che se la balena non sbadiglia sul fondo, ma a mezz’acqua, sia la stessa cosa, invece non lo è. Per esserne sicuro, però, Jonah decise comunque di interpellare un dizionario. Non essendoci dizionari nella pancia, dovette uscire a cercarne uno. Essendo uscito a cercarlo, però, non navigava più nella pancia della balena, anzi non navigava più del tutto!
Avrebbe comunque potuto accelerare, direte voi, trovando finalmente una disciplina a cui sfidare il baleno. 
Niente di più sbagliato: i baleni chiacchierano volentieri con le balene, mica con Jonah. Non che siano razzisti eh, semplicemente una balena va di buona lena, e questo piace ai baleni, che non sono altrettanti certi né che una lena vada di buona balena, né tanto meno che ci vada Jonah, che non ha neanche più un’imbarcazione per navigare.
Jonah è così rimasto senza balena, senza barca, senza la possibilità di accelerare, ma ha letto e riletto il dizionario, facendosi una cultura coi fiocchi alla faccia della fretta. 

giovedì 10 gennaio 2013

Le ballerine

Sono andata in un negozio di scarpe e sono uscita con un paio di ballerine, ma dopo poco mi accorsi che erano tutte scollate. Non vi dico la gente come le guardava. Un signore distinto, agendo d'istinto, ne invitò una a bere un tè. Mi ritrovai così con un piede bagnato e uno asciutto. Poiché piove sempre sul bagnato, iniziò a piovermi su un piede. Sull'altro invece, c'era il sole. Poiché entrambe le ballerine amavano il sole, e entrambe seguivano senza esitare ciò che amavano, mi ritrovai con un piede in due scarpe. 
"Sempre meglio che una scarpa in due piedi", fece notare il signore del tè, "nel qual caso sarebbe stata costretta a saltellare a su una gamba!". 
Era vero; le ballerine però non saltavano, ma danzavano; danzavano tanto e così lievemente, che iniziai senza accorgermi a danzare con loro e, da allora, non mi sono mai più fermata.