Un giorno, il signor Gustavo, si stufò di gustare al
passato, e decise di incominciare finalmente a gustare al presente. Il suo nome
divenne così Gusto.
Il signor Gusto si gustava il sole, si gustava la luce del
giorno e, appena il giorno finiva, si incantava a gustare la stelle, il rumore
delle cicale, persino il buio luminoso della notte.
La soddisfazione era grandissima,
ma, dopo un po’ di tempo, il signor Gusto dovette rendersi conto che, accanto a
tutto il resto, stava iniziando a gustare il sapore della solitudine.
Non si tirò indietro, perché la
bellezza conosciuta fino a quel momento, lo aveva reso molto coraggioso.
Iniziò tuttavia a desiderare di poter condividere con altri la sua piccola scoperta, che aveva mutato il suo nome
e, piano piano, anche il suo cuore.
Come fare, però, non lo sapeva ancora:
il mondo è pieno di persone che non provano a gustare nemmeno le cose belle,
solo per il timore che un giorno, queste, possano svanire. Il signor Gusto sapeva
bene che c’è sempre un gusto nuovo, anche se il sapore è spesso ignoto, e che l’ignoto
stesso costituisce un sapore inebriante e frizzantino.
Per un certo tempo, il suo
desiderio rimase così insoddisfatto. La sua intensità, tuttavia, era tale che, a
un dato punto, il suo nome mutò improvvisamente in “Gustate”.
Gustate, tuttavia, l’avrete capito
da voi, non era più un signore: era una città intera, che sorgeva tra Carate
Brianza e Lentate sul Seveso, su una riva dove poco prima era seduto il signor
Gusto.
La riva era quella del fiume
Serio, e la città dovette necessariamente chiamarsi “Gustate sul Serio”.
A Gustate, il clima era sempre fresco, i colori brillavano,
le forme danzavano nell’aria improvvisandosi alberi, nuvole, risate. Tutti, a Gustate,
erano felici.
Col tempo, il sentimento che aveva animato il signor Gusto,
che ormai era divenuto vero e proprio amore, si fece così forte che tanti altri
signori, o se preferite tante altre città, incominciarono a essere contagiati e
mutarono il proprio nome proprio nello stesso modo.
Sorsero così Gustate sul Lambro, Gustate sul Ticino, Gustate
sul fiume Po e poi perché no, Gustate sul Tevere, ma Gustate anche sul
Missisipi, sul Nilo, Gustate Sui Torrenti, Gustate Sulle Montagne, Gustatevi Tutto
Di Questa Terra Magnifica (Frazione di Gustate di Cuore); Gustate in Comune,
Gustate Mibene, Gustate Attenti A Nondimenticarenessuno (gemellata con Tihocercato
Sul Naviglio), Gustate Inpace, Gustate Uniti.
Qualcuno conosce altre città da fondare? Ne vedo un’infinità,
scintillano come la luce di un unico giorno e, se la memoria non mi inganna, presto
diverranno una nazione.
Perché questa storia è iniziata ieri, ma non finisce oggi: il
presente è già ricco di uomini che sanno amare come intere città. Questi uomini
popoleranno la terra, e dentro di loro tutti gli altri potranno abitare, finché
ogni uomo, che una volta era solo una persona piccina piccina, diventerà un’enorme
città e la terra diventerà immensa, perché farà posto ad ognuno di loro.