giovedì 2 agosto 2012

la città di Gustate


Un giorno, il signor Gustavo, si stufò di gustare al passato, e decise di incominciare finalmente a gustare al presente. Il suo nome divenne così Gusto.
Il signor Gusto si gustava il sole, si gustava la luce del giorno e, appena il giorno finiva, si incantava a gustare la stelle, il rumore delle cicale, persino il buio luminoso della notte.
La soddisfazione era grandissima, ma, dopo un po’ di tempo, il signor Gusto dovette rendersi conto che, accanto a tutto il resto, stava iniziando a gustare il sapore della solitudine.
Non si tirò indietro, perché la bellezza conosciuta fino a quel momento, lo aveva reso molto coraggioso.
Iniziò tuttavia a desiderare di poter condividere con altri la sua piccola scoperta, che aveva mutato il suo nome e, piano piano, anche il suo cuore.
Come fare, però, non lo sapeva ancora: il mondo è pieno di persone che non provano a gustare nemmeno le cose belle, solo per il timore che un giorno, queste, possano svanire. Il signor Gusto sapeva bene che c’è sempre un gusto nuovo, anche se il sapore è spesso ignoto, e che l’ignoto stesso costituisce un sapore inebriante e frizzantino.
Per un certo tempo, il suo desiderio rimase così insoddisfatto. La sua intensità, tuttavia, era tale che, a un dato punto, il suo nome mutò improvvisamente in “Gustate”.
Gustate, tuttavia, l’avrete capito da voi, non era più un signore: era una città intera, che sorgeva tra Carate Brianza e Lentate sul Seveso, su una riva dove poco prima era seduto il signor Gusto.
La riva era quella del fiume Serio, e la città dovette necessariamente chiamarsi “Gustate sul Serio”.
A Gustate, il clima era sempre fresco, i colori brillavano, le forme danzavano nell’aria improvvisandosi alberi, nuvole, risate. Tutti, a Gustate, erano felici.
Col tempo, il sentimento che aveva animato il signor Gusto, che ormai era divenuto vero e proprio amore, si fece così forte che tanti altri signori, o se preferite tante altre città, incominciarono a essere contagiati e mutarono il proprio nome proprio nello stesso modo.
Sorsero così Gustate sul Lambro, Gustate sul Ticino, Gustate sul fiume Po e poi perché no, Gustate sul Tevere, ma Gustate anche sul Missisipi, sul Nilo, Gustate Sui Torrenti, Gustate Sulle Montagne, Gustatevi Tutto Di Questa Terra Magnifica (Frazione di Gustate di Cuore); Gustate in Comune, Gustate Mibene, Gustate Attenti A Nondimenticarenessuno (gemellata con Tihocercato Sul Naviglio), Gustate Inpace, Gustate Uniti.
Qualcuno conosce altre città da fondare? Ne vedo un’infinità, scintillano come la luce di un unico giorno e, se la memoria non mi inganna, presto diverranno una nazione.
Perché questa storia è iniziata ieri, ma non finisce oggi: il presente è già ricco di uomini che sanno amare come intere città. Questi uomini popoleranno la terra, e dentro di loro tutti gli altri potranno abitare, finché ogni uomo, che una volta era solo una persona piccina piccina, diventerà un’enorme città e la terra diventerà immensa, perché farà posto ad ognuno di loro.

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