venerdì 20 aprile 2012

al caseificio


«Buongiorno signor Carlo, come si conta il suo parmigiano?»
«Sono due chili al chilo, un litro all’etto e mezza carovana di fiori.»
«Benissimo. E quanto viene?»
«Un euro ogni mezzo euro. Ha mai visto un prezzo migliore?»
«No, però un parmigiano mio amico ha la R che salta, dice che si possa fare qualcosa?»
«Ho una forma di formaggio a forma di forma, dicono che sia molto curativa. Viene la METÀ esatta del suo peso al metro.»
Ma mentre quella metà veniva, l’altra metà svicolò da sotto il tavolo e corse via per la strada maestra. Fu una delusione: da quella maestra si imparava poco, così iniziò a prendere i sentieri, le sterrate, i letti dei torrenti e non si sa cosa imparò, ma vide un sacco di cose belle. 

leggete bene e inventate il titolo


Ho un panino che pesa 15 chili.
un altro che pesa 15 kiwi, una banana e una pianta di ananas.
Infine ne ho uno che pensa 15 chili, ma poi ne dice solo 4.

Io, invece:
una piadina che pesa un cavolfiore,
un giardino di fiori di cavolo,
un pacchetto di pacche sulle spalle. Vuoi favorire?

D’accordo.
Ma io ho anche: un accordo che vale 7 note,
una maestra dalla nota facile,
una nota a piè di pagina.

La nota a piè di pagina, tra l'altro, ha inavvertitamente schiacciato il piè: la pagina ha urlato, la nota anche per lo spavento, il piede è diventato rosso e blu. La maestra è corsa a vedere e guardando la pagina rossa e blu, ha pensato di avere già corretto il compito e ha tralasciato 7 errori gravi.
Così sono stato promosso. 

giovedì 19 aprile 2012

il regginaso


il signor Reginaldo, figlio di Aldo e Regina, ha un naso che pesa 1 grammo e 38 chili. Per evitare che gli cada rotolando sul mento, rimbalzando sulla pancia e schiacciandogli l’alluce, usa spesso un regginaso, che si applica comodamente sopra la testa e fissa il naso in maniera inamovibile. Il regginaso è composto di un buffo signore, alto 7 o 8 centimetri, che regge con le mani due canne da pesca. Attaccate alle canne, due lenze; alle lenze, due ami agganciati ognuno a una narice di Reginaldo. L'omino (si chiama Yuri) le sostiene a forza di braccia e, pensate, non si lamenta mai!
Reginaldo difatti è molto soddisfatto, se non che, ultimamente, percepisce un certo appesantimento del mento. La sua idea sarebbe di munirsi di un REGGIMENTO, ma Aldo e Regina mica sono d’accordo.
Per convincerli ha dovuto promettere che il suo reggimento non farà mai la guerra a nessuno, dirà sempre le preghiere prima di andare a dormire e che i suoi componenti passeranno quasi tutto il tempo in congedo, salvo qualche domenica per sfilare nelle strade e suonare la tromba.
Se continuerà a fare il bravo, potrebbe riceverlo in dono a Natale. 

la rosa


Avevo una zucca, mi presi una zuccata,
con una bella tavola, feci una tavolata.
Quindi piantai un cavolo, ma fu una cavolata. 
Vidi passare un falco, con una gran falcata.

La zuppa era di farro, ma un po’ farraginosa,
l’ha assaggiata qualcuno, ci ha trovato qualcosa:
ci ha trovato del vento, chiuso in una ventosa,
e il rosone di un tempio, schiuso come una rosa.

mercoledì 18 aprile 2012

le trombe di Arturo


Questa è la storia delle trombe di Arturo, ed è una storia che dura un giorno solo. Quel giorno, difatti, Eustachio era ammalato: si era preso un raffreddore coi fiocchi per il cambio di stagione e per non lasciare il posto di lavoro sguarnito aveva chiesto a suo cugino Arturo di sostituirlo.
Questi aveva accettato di buon grado, solo che le trombe di Eustachio, che con Eustachio funzionavano benissimo, in mano ad Arturo non suonavano più.
Come sia possibile che le orecchie ci sentano meglio quando Eustachio è al suo posto che strombazza a destra e a manca, confesso che non l’ho mai capito.
Secondo me non l’aveva capito neanche Arturo che, ragionando in maniera più logica, anziché soffiare nelle trombe, aspirava con tutte le forze.
Forse per questo non suonavano, o perché avevano nostalgia del loro legittimo proprietario, o forse per semplice puntiglio. Fatto sta che la mattina seguente Giannino, che possedeva le orecchie in questione ed era uso ascoltare le trombe con grande attenzione, tirò un bel respiro di sollievo. 

martedì 17 aprile 2012

poi o prima


C’è un bel signore: Pierprimo Passalacqua,
che prima beve e dopo versa l’acqua.

L'avrà imparato dalla prozia Carlona,
che prima lava e dopo si insapona?

Un altro abita in zona Caracalla
e prima segna e poi tira la palla.

La stessa palla, un cugino che sta al mare,
la usa per giorni e poi la va a comprare.

Non solo: quello che qui vi è appena detto,
Pierino l’ha già imparato, ma mai letto.

lunedì 16 aprile 2012

la macchina che va a sorrisi


La macchina di Giovanni va a sorrisi.
Col sole impenna, col brutto tempo rallenta, ma se rallentando fa salire qualcuno che era in ritardo, subito riparte di gran carriera.
Come ruota di scorta, ha un volume di barzellette. Come crick, la polvere magica di Campanellino, che solleva in volo chiunque ha pensieri felici. 
Come se servisse la polvere di stelle per prendere il volo in seguito a un sorriso... Ma su su avanti, c’è l’arcobaleno e Giovanni già quasi non lo vedi più. Ora, ad esempio, è sopra una nuvola: la sua macchina non ha le ruote, ma un radar che cerca nell’arco di 10 milioni di miglia il modo di far sorridere il pilota, i passeggeri, gli autostoppisti, quelli con cui si parla al telefono, i passanti che si salutano e quelli che stanno a casa a dormire e che quindi non passano, ma si sa mai che passino, all’1 o alle 2.
La macchina di Giovanni qualche volta si ferma, come se finisse improvvisamente le batterie, ma mai c’è stata a memoria d'uomo una volta in cui non sia ripartita.