venerdì 27 aprile 2012

la sala da tè


C’è ma non si vede:
prurito sopra un piede.
Si vede ma non c’è:
la mia sala da tè.

La sala che non ho,
la presto e dopo un po’,
mi torna tutta intera
con tanto di teiera.

Ma quella teiera
vi dico non c’era,
nemmeno i biscotti
le tende i cappotti,

non c’era la stanza
non c’era abbondanza,
non c’era la cera.
"Cerata, si spera."

"Cerata, di certo.
L’ho chiuso e l’ho aperto".
“Cos’era?” “Il mio sogno!”
Ce n’era bisogno!

lo sguardo del tuttologo


Un tuttologo e un qualcosologo
andarono entrambi dallo psicologo:
“possibile che sappia proprio tutto?”
“possibile il tempo sia sempre brutto?”

E lo psicologo, costernato,
li mandò a passeggiare in un prato.
Era un pratino verde piccione,
e si sedettero su un maglione

(perché gli mancava una coperta;
l’avessero avuta, l’avrebbero aperta).
Ma quello era proprio un maglione volante,
così che schizzarono via all’istante!

Levandosi in volo in un mitico salto
videro il cielo da molto più in alto,
gli apparve la terra, ridente e giocosa,
chi la vide tutta, chi altri, qualcosa.

giovedì 26 aprile 2012

giro tondo


Giro giro tondo,
casca il mondo,
ma io l’ho preso al volo
e non sono più solo.

Giro giro tondo,
si alza il mondo,
ma casca la terra,
sarà per una guerra?

La guerra l’ho disdetta,
andavo un po’ di fretta:
tenevo il mondo in spalla
e tutto il mare a galla!

Giro giro tondo
bacio il mondo,
abbraccio la terra,
è la mia buona stella!


un po' di pace


Pace, carote e patate,
dopo l'inverno arriva l'estate,
dopo l'estate arriva l'inverno
e questa pace dura in eterno.

mercoledì 25 aprile 2012

l'avaro della casa


Era lì al ristorante,
dopo un pasto abbondante,
e il mio amico più caro
chiese all’oste un AMARO.

Non l’avesse mai fatto!
Chi gli cadde nel piatto,
fu ben peggio che amaro:
era proprio un AVARO!

Un avaro della casa,
per primo ti snasa,
poi ti chiede un’oliva
(giuro: non gli serviva).

Quindi tira sul conto,
dice “oh, ma sei tonto?”
Poi si intasca il tuo resto
prima ancora di presto.

Se gli tiri il cappotto
dice “Mo’ me l’hai rotto!”
E ti chiede un rimborso:
8 mele ed un torso.

E quel torso di pomo,
verso il lago di Como,
lo usò come cappello:
"Meno caro, ma bello!"

Così almeno diceva, 
ma per chi lo vedeva,
era un bel poverino 
e gli dava un soldino.

lunedì 23 aprile 2012

in una notte buia e tempestosa


In una notte buia e tempestosa
ho stappato e bevuto una gazzosa.
Mentre la luna mi attendeva cupa,
cantavo un sonetto ad un’Upupa

(che poi, perché non lo cantasse lei,
è una cosa che proprio non saprei).
Ululava anche il vento nella notte,
ma vidi di gelato un autobotte,

e mentre mi guardavano occhi strani,
ne pappai sei palline con le mani.
Il brivido avvolgeva la radura,
ma io ci coltivai della verdura

(buonissima, per inciso,
anche meglio del riso)

un’ombra cupa mi arrivò vicino,
ma era Luca, giocava a nascondino!
La bianca mano alzò, crepuscolare,
“per tutti” disse, e mi toccò contare.

domenica 22 aprile 2012

i sette settimi (milanesi)


Primo Milanese è una città così antica che, quando fu fondata intorno a Milano, Milano non esisteva ancora. Alcuni dicono che sia scomparsa con Atlantide, altri che si sia solo nascosta.
Ma, non trovandola, fu eretta Secondo Milanese, dove non si riposava un secondo. Così la disfecero mattone per mattone e, poco più in là, ci costruirono Terzo Milanese.
Rispetto a Milano, Terzo era giusto un terzo, un imperatore ci arrivò terzo (era una maratona imperiale) e per dispetto eresse da tutt’altra parte Quarto Milanese, dove si giocava sempre a carte. Scopa, di preciso, ma non si trovava mai il quarto. Non sapendo dove cercarlo, lo cercarono a Quinto Milanese, ma a quel punto dovettero fondare anche Quinto. Sfortunatamente, non ci trovarono il quarto, ma il quinto, e per il dispiacere sia Quarto che Quinto Milanese furono de-edificate (di Quarto, poi, ricucirono addirittura il nastro con cui era stata inaugurata).
Nacque così Sesto Milanese, proprio il giorno di San Giovanni. Da lì a “Sesto San Giovanni” il passo fu breve.
E i Milanesi, sconsolati, misero il loro massimo impegno nella costruzione di Settimo Milanese. Si impegnarono così tanto che oggi, a distanza di anni, non si è mossa neanche di un centimetro e persino il nome è sempre lo stesso.