venerdì 5 luglio 2013

La scelta


Questa crisi è un tormentone,
ci ho rimesso la pensione!
Questa crisi è un bel problema,
si potrà cambiare schema?

Questa crisi è un cupo dramma,
però chi è che la programma
e da comode poltrone
toglie il pane alle persone?

Se una multinazionale
di nascosto opera il male,
vuoi toccare il suo diritto
di operare per profitto?

Vuoi toccar la BCE,
che è qui ed opera per te,
con la pronta soluzione
per calmare l’inflazione

che con cura ha generato
per strapparti casa e prato?
Questa crisi nasce – forse –
per strapparci le risorse

e i diritti conquistati
da parenti ed antenati?
O per imporre un modello
che non ha nulla di bello,

con la gente rassegnata
tutta quanta numerata?
Se è così, direi, perciò,
che la mia risposta è NO!

Prima di cambiar pianeta,
ci stampiamo la moneta
(mica troppa: quanto basta,
‘ché non manchi mai la pasta!).

Con il cibo al silicone
mi rifaccio il copertone
e coltivo nella terra,
frutta sana, buona e bella,

Voglio cieli azzurri e belli
dove volino gli uccelli,
senza spazio per le scie
e le loro malattie.

Ma la cura, la migliore,
quella per guarire il cuore,
è di non aver paura
di iniziare noi la cura.

Lo possiamo fare insieme,
basterà volersi bene,
tra di noi ma anche a noi stessi,
senza drammi o strani eccessi.

Nel mio cuore c’è la terra
da salvare da una guerra,
nella terra c’è il mio nome,
mio e di tutte le persone

che le danno la speranza,
costruendo l’abbondanza,
non di oggetti e distrazioni,
ma coraggio e decisioni!

E non si può fare senza
la più gran benevolenza,
ma la cerco e son sicuro: 
questo cambierà il futuro! 

giovedì 4 luglio 2013

Un piccolo fiore


Voglio sfatare la falsa credenza,
che chi dà il cuore rimane senza.
Conosco invece un gioco diverso:
quanto si dona non viene mai perso,

ma si moltiplica, cambia colore
e così scopri il suo vero valore!
Certo, all’inizio fa un po’ paura,
però vuoi mettere quale avventura...

che è meno attenta alla sicurezza,
ma ci guadagna tutto in dolcezza!
Che è meno attenta ad avere qualcosa,
ma in fondo agli occhi scopre una rosa.

Mille e una rosa ed ecco il tuo cuore,
non l’hai perduto, ma ora quel fiore,
è diventato il più dolce tra i frutti 
e la tua vita è una gioia per tutti. 

mercoledì 3 luglio 2013

La rima baciata

Ho baciato la mia rima,
lo potevo fare prima,
alternandola, che so,
con il pongo o col didò.

Col didò l’ho poi alternata,
ci ho spalmato una frittata,
ci ho spalmato su anche Mario,
per un viaggio planetario,

che si svolge su una rima,
che su un monte fa da cima,
sopra un albero pallina,
di un Natale da vetrina.

La vetrina l’ho spalmata
sopra Mario e la frittata,
con l’aggiunta di caffè
non chiedetemi perché,

ma chiedetemi percome,
senza nome né cognome,
mi sia tanto innamorato
della rima che ho baciato!

lunedì 1 luglio 2013

La dolce fatica

Alla mia amica un po’ affaticata,
voglio donare una brezza dorata,

solo una brezza, non una chiave,
ma perlomeno una brezza soave,

un venticello che passa tra i piedi,
che tiene fresco se hai caldo e ti siedi,

porta un sorriso sopra la testa,
che si può dare alla gente se è mesta;

questo non toglierà la fatica,
però la rende un pochino più amica!

sabato 29 giugno 2013

Filastrocca del buon vicinato


Filastrocca del buon vicinato,
sono arrivato e son fortunato
e per chi dice “sì ma anche no!”,
una ragione me ne farò!

Filastrocca piuttosto cordiale,
“scusi, le pare, ho finito il sale...”
“Si serva pure: to’ una posata
e lo raccolga dalla frittata!”

Filastrocca del ben-trovato,
quindi del bene avevo cercato,
chi cerca trova e bene così,
mi viene voglia di dire di sì!

E così vi presterò:
la canotta e il palettò,
le mie pere dell’altr’anno,
il mio trono o anche uno scranno,

un servizio o due da tè,
le patate col purè,
e per giunta un caldo invito
a sposare un buon partito

(non politico però,
o col sal mi strozzerò)
un partito che sia giunto,
“Vuole il sale?” “Bravo, appunto!”

Giunto infine sono anch’io,
con un detersivo bio,
vi saluto e alzo il cappello,
non mi bagno se ho l’ombrello,

se l’ombrello non ce l’ho,
c’era il sole per cui boh!
Quando canto non sto muto,
ma vi abbraccio e vi saluto,

non sto muto quando canto,
vi saluto molto e tanto
e se poi finite il sale...
ve ne tengo di speciale!


giovedì 27 giugno 2013

Le solide risate

C’è un signore a Vimercate,
che fa solide risate.
Non son “solite” per niente,
e fan bene a tanta gente!

Non ti sembran troppo dure?
No no no, sono mature! 
Non saranno troppo molli?
Ma vuoi far ridere i polli? 

E ridevano anche i polli,
di allegrezza mai satolli,
con le genti fortunate,
che ho incontrato a Vimercate.

Qualcuno ha visto Lavarone?

«Dov’è Lavarone?»
«In montagna!»
«Non lo vedo!»
«E a provare in pianura?»
«Vedo comunque piano, mentre io cercavo un forte.»
«Un pianoforte?»
«Ma no, un forte in piano, mica che mi si sbilanci per un nonnulla e mi sporchi la giacca.»
E il nonnulla, che era il nonno del nulla, anziché sbilanciare il forte, arrivò lì e non fece nulla. Dunque non fece suo nipote, che era già fatto. Ma se era già fatto, qualcuno aveva fatto nulla mentre lui non aveva fatto nulla, ma fa niente, che è un altro parente. Non un parente no, ma un parente-sì, dunque una parentesi tra capo e collo, o tra Paco e Pollon, o da capo al collo, o da Carpi al colon – in questo caso, tutto cambia a seconda di dove si trovasse il colon.
E il colon si trovava a Lavarone, che era in montagna.
«Era, ma adesso dov’è?»
«A vederlo...»
Chi ha visto Lavarone è dunque pregato di mandarci un’email e presentarsi alla cassa con un casco di confetti, che per l’occasione verranno sbucciati come banane e indossati come farebbe un vero motociclista.