domenica 13 gennaio 2013

La rivoluzione


C’era una volta un despota
gli desputai in un occhio,
provai anche a segargli
le ruote del suo cocchio.

Ma quello andava avanti
con gran soddisfazione,
sulle schiene degli altri
cantando una canzone.

Parlai per più di un’ora,
parlavo a tanta gente,
parlai e parlai ancora
ma non ne ottenni niente.

Triste, passavo al porto,
dove trovai il monarca,
remavano quegli altri
e lui poltriva in barca.

Allora in fronte a tutti
parlai con gran coraggio,
il cuore un po’ tremava,
ma fece un ampio raggio

ed ogni mia parola
colpì il cuore degli altri
e i cuori, se li tocchi,
si fanno un po’ più grandi.

Così funziona il mondo:
chi parla per parlare,
ricordi che l’esempio
non si può raccontare.

E lo ricorda bene
colui che fu un tiranno,
ora ride con gli altri
e ha dato via lo scranno.

I pescatori


Tre pescatori di Girgenti,
navigavano a fari spenti
e se quei fari avessero accesi
sai quanti pesci avrebbero presi?

Uno soltanto, ma tutto d’oro,
che avrebbe portato loro un tesoro,
precisamente un pesce pagliaccio
e quel tesoro era un bacio e un abbraccio. 

venerdì 11 gennaio 2013

Il battibaleno


“Ti spiego”
Disse Jonah alla vela. La vela però non c’era, perché Jonah non navigava in barca, ma nella pancia della balena. Per farla andare più in fretta, non occorreva tanto spiegare qualcosa quanto trovarle un bel baleno affascinante, sfidarlo a qualcosa e batterlo: ecco così un battibaleno, la misura del tempo che a Jonah sembrava più appropriata per proseguire.
Sfidò così il baleno a rimpiattino, ma non avendolo mai impiattinato prima, non poté neanche rimpiattinarlo. Allora la sfidò a rialzo, ma non aveva il rialzo: per giocarci si sarebbe dovuti andare a fondo, ma andare a fondo non è un’ottima idea neanche per un uomo che naviga nella pancia di una balena. Metti ad esempio che la balena sbadigli? L’acqua potrebbe entrarle dalla bocca e bagnare i piedi di Jonah, che tanto tiene all’igiene.
Qualcuno potrebbe obiettare che se la balena non sbadiglia sul fondo, ma a mezz’acqua, sia la stessa cosa, invece non lo è. Per esserne sicuro, però, Jonah decise comunque di interpellare un dizionario. Non essendoci dizionari nella pancia, dovette uscire a cercarne uno. Essendo uscito a cercarlo, però, non navigava più nella pancia della balena, anzi non navigava più del tutto!
Avrebbe comunque potuto accelerare, direte voi, trovando finalmente una disciplina a cui sfidare il baleno. 
Niente di più sbagliato: i baleni chiacchierano volentieri con le balene, mica con Jonah. Non che siano razzisti eh, semplicemente una balena va di buona lena, e questo piace ai baleni, che non sono altrettanti certi né che una lena vada di buona balena, né tanto meno che ci vada Jonah, che non ha neanche più un’imbarcazione per navigare.
Jonah è così rimasto senza balena, senza barca, senza la possibilità di accelerare, ma ha letto e riletto il dizionario, facendosi una cultura coi fiocchi alla faccia della fretta. 

giovedì 10 gennaio 2013

Le ballerine

Sono andata in un negozio di scarpe e sono uscita con un paio di ballerine, ma dopo poco mi accorsi che erano tutte scollate. Non vi dico la gente come le guardava. Un signore distinto, agendo d'istinto, ne invitò una a bere un tè. Mi ritrovai così con un piede bagnato e uno asciutto. Poiché piove sempre sul bagnato, iniziò a piovermi su un piede. Sull'altro invece, c'era il sole. Poiché entrambe le ballerine amavano il sole, e entrambe seguivano senza esitare ciò che amavano, mi ritrovai con un piede in due scarpe. 
"Sempre meglio che una scarpa in due piedi", fece notare il signore del tè, "nel qual caso sarebbe stata costretta a saltellare a su una gamba!". 
Era vero; le ballerine però non saltavano, ma danzavano; danzavano tanto e così lievemente, che iniziai senza accorgermi a danzare con loro e, da allora, non mi sono mai più fermata.

mercoledì 9 gennaio 2013

La G di congegno


Ho un amico dalla mentalità un po’ contorta. Meglio così, almeno in tanta confusione si mangia un po’ di dolce. Una volta, per fargli uno scherzo, gli preparai una torta di creta. L’avreste mai detto? Iniziò subito a ragionare in maniera più concreta! A furia di ragionare concretamente, ebbe alcune idee geniali, che gli erano congeniali.
Un giorno poi, per ospitare una G che era rimasta senza casa, le sue idee presero la forma di uno strano congegno che prendeva le stelle, i sogni, lo zucchero filato e li usava per aggregare i “con” in maniera assai più libera, ma molto più utile: con amore, con speranza, con un sorriso di comprensione. 

martedì 8 gennaio 2013

Il traffico

Ho avuto un problema col traffico dati, col traffico presi invece andò molto meglio, infatti presi subito a smaltire il traffico. Per farlo, utilizzai un apposito smaltitore. Dovetti trafficarci un po', soprattutto per applicarci lo smalto che non era smolto, ma neanche smorto, infatti aveva un bel colorito giallo turchino. E, se già non mi sarei aspettato di vedere un turco così piccolo, figuriamoci poi quando scoprii che era giallo giallo come un canarino, come disse Rino alle nozze di Cana, mentre prese un asta e giocò a canasta, ma era un'asta di paglia e si scoprì una canaglia, e chi l'avesse coperta rimase all'oscuro. Non all'oscuro di tutto e neanche del tutto, difatti l'ombra ha da sempre le ore contate, quando il sole sorge e anche quando tramonta, perché la notte non può durare che poche ore. 

giovedì 3 gennaio 2013

Il copione


Pieretto doveva fare un provino per una parte importante in teatro. Il copione era molto impegnativo e, per sicurezza, lo teneva sempre in tasca. Ma come fidarsi di un copione? Non sai né da chi copi né tantomeno se ti suggerirà davvero. Così che, per sicurezza ulteriore, si mise un tasca anche un secchione: Angelo Vitalini, della prima C: mai un’insufficienza in tutto l’anno e la media del dieci e tre quarti.
La situazione si complicò perché il secchione, ben più ampio di un semplice secchio, era così capiente che il copione ci saltò dentro allegramente credendo di farla franca. La Franca, capirete da voi, si indispettì perché odia i mistificatori (soprattutto quando, al posto dei tori, mistificano lei). Presa dall’ira, mise in dubbio anche la capienza del secchione: "Se davvero capisse quel che legge, non avrebbe bisogno di studiare tanto!"
Pieretto, che in fondo credeva all’improvvisazione, non si sa cosa credesse in cima, ma da cima a fondo decise di togliersi il secchione di tasca e di appenderlo al chiodo, magari quello di un pozzo che lo aspettava a bocca aperta con tanto di corda e acqua sul fondo (non quello dove Pieretto credeva, ma un altro).
Si scoprì così per caso che, che Pieretto ci credesse o no, quel pozzo era un pozzo dei desideri: tirò su il secchio e ce ne trovò dentro quattro o cinque almeno:
uno era della signora Gina, che sperava in una vasca da bagno con le ruote per poter girare il mondo da dentro l’acqua calda.
Un altro del signor Carlo, che voleva due nasi per respirare meglio e una retina per i raggi del sole: “essendo tutta bucherellata”, pensava “li prenderò al volo senza togliere luce a nessuno!”
Da ultimo, il desiderio di Pierdario. Pierdario era un caro amico di Pieretto e il suo unico desiderio era che il suo amico superasse il provino.
Pieretto si commosse così sinceramente che colpì gli istruttori per la sua sincerità ed ebbe tutta la parte che voleva.
Volete sapere che cosa fece?
Ne regalò una parte a Pierdario in segno di affetto e gratitudine. 
Gliela donò quasi tutta, in realtà, eppure gliene rimase gran parte, e questi sono gli scherzi dell’amore.