mercoledì 4 luglio 2012

a volo di palla


Conosco una palla, su un prato folle
che al posto dell’erba ha quintali di molle
e se la palla si arrischia e rotola,
lo fa nascosta sotto una ciotola,

giacché se le molle la vedon passare,
rischia di fare un volo orbitale!
Vero che gli astri le piaccion parecchio
ma lo spazio aperto le da il mal d’orecchio


Poiché a saltare non è disposta, 
si è fatta tutto l’inverno nascosta
(per consolarsi, dietro una foglia,
divorò un chilo di pasta sfoglia).  

Ma ieri passa e ha cambiato aspetto,
usa la ciotola come caschetto, 
il mal d’orecchio se l’è curato,
pronta a salire nel cielo stellato! 

martedì 3 luglio 2012

il fiore di lavanda


C’è un fiore di lavanda,
che poggia su una Panda,
ma un panda innamorato
lo trova impolverato.

Così di questo fiore,
fa una bella lavanda,
lo coglie con amore
e poi glielo rimanda.

domenica 1 luglio 2012

l'anticiprato


Mi hanno richiesto il pagamento anticiprato, suppongo un anticipo su un prato, che potrebbe essere un sacchetto di semi, o un se-metto di sacchi,  ma se metto dei sacchi bisogna intanto vedere dove li metto, magari sull’anticiprato, che però per adesso è solo un sacchetto di semi. Tra l’altro, servirà stare ben attenti che da anticiprato non si redima e diventi un condiscendente ciprato, come il ciprato di sodio, che nella tavola degli elementi si trova tra il piatto di portata e il sodiato di Cipro, non so poi chi lo sodiasse tanto, a me sembrava un tipo simpatico. Anche il posto, poi, niente da dire, solo che quando ci sono arrivato ero in anticipro e è finita che i ciprioti  se la sono presa. Non solo, ma dopo essersela presa l’hanno nascosta e nessuno l’ha mai più trovata. Narra poi la leggenda che non fosse una sola ma molte, tutte nascoste, ma se nasco oste, dico io, mi interesserà ben poco dei nascondigli (digli cosa, chissà) dei ciprioti,  e molto più di quel beato senso di convivialità che potrebbe rendere sereni i miei ospiti. 

mercoledì 27 giugno 2012

come cambia la storia


Un giorno, nel libro di storia di Gino successe un tremendo pasticcio.
Ci cadde sopra lo yogurt, il gelato e un latte e menta con tutta una cannuccia. Forse fu proprio per questo, che i Nibelunghi si trovarono d’improvviso quasi dimezzati e divennero Nibecorti.
Dei Visigoti, giacché lo yogurt aveva coperto gran parte dei viso, non rimase che una squadriglia di Nasigoti.
I Longobardi pure dovettero cambiare nome perché i bardi si erano del tutto scoloriti, fortuna che si trovarono un paio di pifferai a pagina 7 e con il tamburo della corte di Carlo Martello misero su una piccola Longobanda.
Più in generale, a causa di due pagine che si incollarono, i barbari del secondo capitolo divennero i barbarletta, che, forse per via della barba, faticarono parecchio a dimostrare di non costituire una barzelletta.
Solo una pagina fu intaccata nella storia moderna, ma sufficiente a far diventare gli Americani dei morbidi Amerigatti (che, se non altro, hanno ben gradito il latte e menta). Questo tra l’altro rese i cretesi, a cui i cani forse non piacevano, molto più crilassati.
Non entrerò ora nel merito del rapporto tra Creta e i cani, o tra i gatti e le Canarie; questa storia, infatti, serve soltanto per dimostrare alla maestra di Gino e a tutta la classe che in questo momento lo fissa col naso all’insù, che per cambiare la storia, anche quella che pareva già scritta, si può partire anche solo da una dieta equilibrata. 

cacciatore e raccoglimore


Una volta, l’uomo era cacciatore.
I cacciatori cacciavano i tori e, poiché li cacciavano via in malo modo, i tori, che erano molto permalosi, si nascondevano nel sottosuolo.
Per incontrarne uno, non dico tanto ma almeno per farci due chiacchiere, bisognava raccoglierlo da terra tirandoli per il singolare ciuffetto che spesso spuntava dal prato (si distingueva dall’erba perché era fatto di corna).
Così gli uomini divennero raccoglitori.
Una volta diventati raccoglitori, arrivò non so quale impiegato a metterli in bell’ordine sulle mensole, chi con dentro le fatture, chi gli scontrini del gelataio.
Nel corso dell’evoluzione, gli uomini capirono che a stare troppo tempo in ufficio si perdono le ore migliori del giorno e non vollero più essere neanche raccoglitori. Fecero così definitivamente pace coi tori, divenendo accoglitori (non solo accoglienti, ma proprio accoglitori professionisti).
Qualcosa però bisognava pur raccogliere, e ci furono discrete evoluzioni anche in questo senso: gli innamorati diventarono raccoglifiori, ma quelli non si potevano mangiare, specie dopo essere stati donati come pegno d’amore (si dice anzi che, per meglio conservarli, la donne li seccassero con interminabili discorsi sulle mode preistoriche).
L’uomo primitivo, che oramai avrà anche fatto in tempo a diventare seconditivo, si improvvisò così raccoglimore e, poiché di more in quel periodo ce n’erano parecchie (alcune proprio carine), se ne fecero una bella scorpacciata. 

martedì 26 giugno 2012

la piripera


Nel paese degli uomini di pera,
a nessuno serviva una dentiera.
Per suonare si usava una tastiera
Che suonava una bella piripera,

sarebbe poi quella nenia leggera,
che ballano gli uomini di pera
quando la notte arriva sorridendo
e alcuni canticchiano dormendo. 

sabato 23 giugno 2012

il comandante


Ho messo un abito un po’ andante ma mi sono ritrovato in coma.
Sono così divenuto comandante.
Come andante mi trovavo anche bene, ma quanto al coma, non so come, non mi andava. Certo, magari un pochino mi mandava, e così ho conosciuto il mandante. Dall’incontro tra il mandante e il verso della gallina (per i distratti, non è cambiato, ma è sempre coccodè), è frequente ottenere:
un CO-mandante
un CCO-mandante (immagino un comandante del corpo dei carabinieri)
un DEmandante.
La faccenda tende così a complicarsi perché, se abbiamo un altro comandante, mentre il comandante ero io, finché non esco dal coma siamo per forza in due, e quindi due cocomandanti.
Se però si considera che il comandante mio antagonista (protagonista, in caso di aerofagia) lavora già a braccio con il ccomandante e tra di loro fanno un coccomandante, la cosa si complica moltissimo. Da un lato, bisognerebbe capire questo cocco dove lo mandino, e noi ci auguriamo tutti che sia nelle migliori scuole a ricevere un’educazione consona al rango dei due ufficiali, di cui si può ben dire che sia il cocchino, che con le ruotine, i cavallini e il cocchierino si vede spesso girare a Lilliput, dove peraltro dovrebbe arrivare il Vagabondoput e coronare un sogno di amore. Chiaramente un amore putativo, ma chi siamo noi per dare giudizi avventati? Meglio togliere un po’ di vento, difatti, da questi giudizi, e che se ne stiano un po’ con i piedi per terra (anche se, dall’altro lato, vedere volare un po’ di giudizi via per sempre sarebbe una non magra soddisfazione, giovando a una fazione intera, quella degli essere umani).
Dall’altro lato, si diceva, il secondo comandante sarebbe coccomandante con il suo amico ma anche cocomandante con me, così che sarebbe complesso definire se tutti in quattro si formerebbe un co-coccomandante o piuttosto si sformerebbe un coco-cocco-mandante, che sarebbe evidentemente un comandante con la balbuzie.
Per combattere definitivamente la balbuzie e portarmela via lontano, magari facendo vela proprio sul vento che potrebbe sventare i giudizi avventati prima che qualcuno li avventi con un sorriso a trentadue venti, mi sono deciso così a svegliarmi dal coma e, sempre rimanendo comandante, al cui grado mi ero affezionato, semplicemente me ne sono andato a Como, lasciando gli altri due (anzi tre, perché c’era anche il demandante, che quindi potrebbe essere il tremandante, ma non si sa perché tremi, dato che nell’andare nulla dovrebbe fare più paura che nel restare), dicevo sono andato a Como lasciando gli altri due su un comignolo, sperando che facciano la dovuta attenzione a non schiacciarselo sbattendo la coporta. Infatti potete  immaginare da voi che, se qualcuno la comanda, qualcun altro per forza di cose  la coporta.