martedì 5 giugno 2012

la presa


Ho un amica un po’ incompresa
senza dita nella presa
ma la presa è un po’ incallita
e va lei verso le dita.

Non le piace, non va bene
ma per far contento Gene
(di elettronica studente,
che capisce poco o niente)

solo un dito, per favore,
ficca dentro, ma che errore!
Era la presa della Bastiglia
E non vi dico che parapiglia!

Sono usciti dei francesi
Che non vedeva da mesi,
sono usciti gli ostrogoti,
di sicuro meno noti,

Uno di questi ha un naso bionico
che serve a sancire l’errore storico:
la storia difatti è tutta sbagliata,
ma la mia amica così l’ha imparata.

La studia di fretta, da qualche mese,
con tutte le dita ben dentro le prese,
e se le toglie perché son tante
ecco di colpo che torna ignorante. 

lunedì 4 giugno 2012

la specialità


Se io varco qui una soglia,
mi ritrovo in una sogliola,
se qualcuno poi la sfoglia,
si ritrova su una fogliola,

che è una foglia che fa “hola!”
e chi ancora non lo sa,
dovrà certo andare a scuola
a imparar ste cose qua.

Quando bene le ha imparate
e non sa cos’altro fare,
può ben ridere a palate,
nelle pause poi cantare.

Le palate di risate
vengon buone per Natale,
quando sono appassionate
e ciascuno è un po’ speciale.

Ma diceva anche un mio amico,
nato un po’ dopo settembre,
che, dal naso all’ombelico
son speciali tutti sempre. 

giovedì 31 maggio 2012

il saltinbanco


Un saltimbanco
saltò sul banco.
e per incanto,
vide lì accanto

una saltimbanca!
Che saltò in banca,
si ruppe un’anca,
si sentì stanca,

la fece Franca,
poi su una panca
si riposò
dicendo “ohibò!”

Il saltinbanco
fu molto franco
ma poco Antonio
e in matrimonio

la prese e poi 
venne con noi;
dove però 
non vi dirò. 


mercoledì 30 maggio 2012

la voglia

Quella signora là sulla soglia
sul naso ha una voglia a forma di foglia

Se io la voglio non me ne voglia,
se gliela tolgo sarà un po' spoglia

e il suo nasotto, giù nel risotto
nasconderà da com'è ridotto.

Fortuna nel riso si trova anche un re,
con una voglia che sa di purè

con cui le ha bagnato la punta del naso
e la porta via su un cavallo di raso.

lunedì 28 maggio 2012

un problema matematico

ANTEFRATTO

C’era un gatto che era FRATTO
E ci diventava matto.
Non sapeva fratto cosa,
né se giallo oppure rosa.

PRIMO ATTO

Se ne stava sempre in posa 
A aspettare chissà cosa.
Finché un giorno, sotto il fratto,
venne avanti quatto quatto,

un topino di gelato
per cui l’han moltiplicato.
Così il per annulla il fratto,
e si chiude questo atto.

ATTO SECONDO

C’era un gatto che era PER,
si grattava un po’ il seder,
miagolare gli piaceva,
lo grattavi e lui rideva,

il suo riso era PER tutti
per i belli e per i brutti,
ma anche un brutto, lui lo vide
è uno bello quando ride. 

sabato 26 maggio 2012

storie di panche


C’era una panca di nome Franca,
e una panchina, la Guendalina,
sono lì ferme, ma con un balzo
prendono entrambe a giocare a rialzo.

Sulla panchina sopraelevata,
una capretta si era fermata,
di andare sotto non se ne parla,
quella capretta si chiama Carla.

Passa lì accanto una panchetta,
che come nome ha scelto Violetta,
come colore, quello del cielo
(ieri però si chiamava Consuelo).

Gioca a rialzo, non invitata
e perciò l’hanno squalificata,
ma la capretta ci si è seduta
e si è sentita ben sostenuta.

Così per fare un gesto d’amore,
ecco Violetta, cambia colore:
è diventata verde panchetta
ed è per gli altri una nuova amichetta.

anche le panche campano


Sopra la panca la capra la scampa,
uscendo fuori dalla sua banca,
si è riscoperta un poco in bolletta
perché ha pappato un quintale di erbetta.

Sotto la panca la capra salta
‘che si sentiva un po’ alla ribalta
Ma è poi così che ha pestato le corna
E un’altra volta non ci ritorna.

Sopra la capra la panca si crepa,
come se fosse fatta di creta,
con quella matta sotto che salta
voleva essere nata più alta.

Sotto la capra la panca è stanca
Con quel che pesa, suda ed arranca,
la capra scivola e pesta la testa,
può usare il prato per la sua siesta.