mercoledì 29 febbraio 2012

una testa di rapallo


Una testa di Rapallo,
inciampando contro un callo,
cadde contro un dito medio,
assalito da un gran tedio.

Per distrarre la falange,
la coprirono di frange
ma non basta un bel vestito
per fare contento un dito.

Lo limaron per un po’
Finché l’unghia disse “oh!”
Gli provarono un anello,
ma non era mica bello.

Gli comprarono un ditale,
ma l’umore, sempre uguale.
Poi la testa di Rapallo,
preso sotto braccio il callo,

chiese alla signora Rita
di incrociare un po’ le dita.
E di colpo, ecco il rimedio
Per il nostro dito medio!

A voi sembra così strano,
per le dita di una mano,
che un abbraccio di buon cuore
possa sistemar l’umore?

martedì 28 febbraio 2012

la fiera (della) mongolfiera


                                                                                                                     

Alla grande fiera della mongolfiera,
son 7 le persone vestite da teiera: 
così stracamuffate si cercan di infiltrare,
saltando dentro i cesti e arrivando fino al mare.
Il mare è giallo oro, se il sole ci tramonta,
ma per una teiera, è solo il tè che conta
Contando fino a 10, il tè si è acculturato,      
ma all’11, mannaggia, lo versano sul prato.
Lo versan dalle nubi, dove si era appostato,
vestito da teiera strapiena di gelato.
Con tanto di gelato, teiere benpensanti,
non devon più infiltrarsi, si faccian pure avanti!
Così si prende il volo, via sopra la foresta,
le sei persone strane, con un coperchio in testa.



Le persone più ferrate in matematica, potrebbero aver notato che manca una persona all’appello. Di questo settimo personaggio, si è perduta ogni traccia una volta versato sul prato. Alcuni sostengono di averlo visto che ballava una danza con un’onda africana, altri che si sia preso una vacanza in una falda di acqua purissima a 17 metri di profondità.

lunedì 27 febbraio 2012

chi vo là?


Un gufo a forma di ufo e un ufo al sapore di marmellata al lampione, volteggiano a piè pari sopra il cielo della città di Tolosa.

La marmellata di lampione, a scuola veniva sempre presa in giro perché anziché distinguersi per il sapore zuccherino, aveva un non so che di luminoso. Ma ovviamente, trattandosi di un non so che, nessuno sapeva cosa fosse e le marmellate più carine non se la filavano per niente.
Un giorno, il suo destino cambiò: fu scelta tra decine di candidate per insaporire un ufo. Quell’ufo, oltretutto, non era un ufo come tanti che se ne vedono, ma nientepopodimeno che l’ufo di compagnia del gufo Giampiero, un benevolo volatile che assumeva forma di ufo per non far sentire a disagio il suo accompagnatore: che gufo di cuore, Giampiero! E che ufo cordiale e saporito! E che strana marmellata, che ogni giorno all’alba si spegne!  
Così il cielo di Tolosa brilla ogni notte di questi personaggi, e i suoi abitanti forse neanche lo sanno. 

sabato 25 febbraio 2012

lo zapping sui piedi


Alle 4 c’è una trasmissione che parla delle sette, ma alle 7 c’è una trasmissione che parla delle quattro;
tra sette e quattro si sono fatte le 11, e l’annunciatrice espone i programmi di oggi:
“Alle 4:07 voglio vedervi tutti in soggiorno e, se è un soggiorno abbastanza grande, la mamma accenderà il canale di Suez!”
Alle 70:40 una replica interplanetaria della trasmissione andrà in onda tra il capo e la coda del signor Xciop del pianeta Xcip, dove le giornate sono di 114 ore. Non ve la perdete!"
Se la vostra televisione fatica a vedere il canale, la pubblicità ha messo in palio un viaggio orbitale: dall’occhio destro all’occhio sinistro del signor Mario, giro della boa e ritorno indietro in volata.  
Su radio Ulna, che trasmette dalla luna, incomincia alle 8 un programma su un biscotto, alle 8 e venti uno che parla di un biscotto e quaranta (purtroppo il mio biscotto è avanti venti minuti) e alle 7.40 un programma che parla di tasse: sono sempre di più quelle che si innamorano dei furetti, i tassi sono gelosi e alcuni, dalla rabbia, sono arrivati alle stelle. I parenti delle tasse storcono il naso all’inizio, ma in fondo sanno che non conta altro che la felicità delle loro bambine.
Alle 15 in punto, cioè l’ora di adesso, un ago di pino (che pino cercava da tempo) suggerisce che quello che c’è qui fuori, anche se non si sa che stagione sia, ha la forma della primavera e sarebbe il caso di uscire.
E se una forma di primavera è troppa, sono certo che in molti negozi ne vendano fette sfuse. 

giovedì 23 febbraio 2012

agitare bene prima di pensare


Una scatola di scale, non è facile da scalare. 
Ben più semplice sarebbe usare le scale che sono al suo interno, ma,
trattandosi di un’offerta a scatola chiusa, non è dato di aprirla prima dell’acquisto.

“Chi sa risolvere questo problema?”, chiese il professore di Scatoleria applicata.
La classe si sbizzarrì: entro pochi minuti, decine di idee iniziarono a affollare i banchi rimbalzando qua e là con un tale disordine che, per evitare che le idee bighellonassero all'aria senza padrone e il professore non sapesse più a chi dare i voti, si dovette ricorrere a delle scatole: ogni studente ne aveva una con dentro in bell'ordine le sue pensate, e il professore girava tra i banchi sbirciando di tanto in tanto dai coperchi e annotando qualcosa sul suo libretto. 
La campanella dell’intervallo, tuttavia, annunciò proprio in quel momento la possibilità di fare merenda e, come di consueto, i bambini iniziarono a saltare gridando di gioia.
L'ordine non si mantenne per più di pochi istanti: in un battibaleno le scatole degli studenti si confusero con la scatola dell’esempio, con il risultato che, chi avesse voluto trovare le scale per andare al secondo piano, avrebbe dovuto cercarle in un mare di idee, nel quale si sarebbe certamente smarrito dimenticando non solo di salirle, ma anche di scenderle per tornare indietro.  
Se ciò non bastasse, arrivò in quel momento la signora Beppina, che dopo avrebbe dovuto pulire, e vorrei non dover dire che, alla vista di un simile soqquadro di pacchi e pacchetti, le girarono parecchio le scatole. 
Mancava solo quello! Prese dall’euforia del girotondo, tutte le scatole presenti iniziarono a roteare, prima con prudenza, quindi selvaggiamente finché alla fine, si aprirono di colpo!
Cosa successe?
Tanto per cominciare le scale tornarono finalmente al proprio posto, ma nella fretta ci si accomodarono al contrario, così che salendo si arrivava in giardino.
Ma quello non era niente, perché le idee erano finalmente tutte libere! A quelle per risolvere il problema di Scatoleria, che comunque poche non erano, mille altre se ne aggiunsero, nate da un secondo con l'altro dal baccano, dalle risate e dalla giornata di sole: saltellavano sopra le teste, scendevano le scale fino a volare in cielo e rimbalzavano tra i nasi e le caviglie. Chiunque poteva prendere quella che più gli piaceva e mettersela all'occhiello, o raccontarla a chi faceva fatica a vederla, o persino portarla al professore, che però ormai non dava più voti a nessuno. Tra tutte, ne risplendeva una in particolare, su cui si leggeva: "Divieto assoluto di inscatolaggio di idee, pensieri e fantasie di genere!"

l'arte del perder colpi


Ho un amico che perde colpi e mai più li ritrova.
Poco male, giacché ho un altro amico a cui era quasi venuto un colpo, e quando l’ha perso si è sentito assai meglio di quando l’aveva trovato. 
Il bilancio del perder colpi costituisce in effetti un’importante questione e andrebbe compilato con perizia, prima di prendere qualunque decisione. 
Perdere i colpi, ad esempio, significherebbe finire le guerre prima ancora di iniziarle: senza neanche un colpo, si potrebbero sparare soltanto delle assurdità – come la stessa guerra, d’altronde – a cui i soldati dovrebbero fare posto abbandonando le trincee. 
Certo non si potrebbero fare troppe cose in un colpo solo e si dovrebbe tornare a farle una per volta. Rimanere colpiti da un splendido paesaggio diverrebbe meno semplice, ma si potrebbe comunque restarne incantati, o sorpresi, o stupiti. 
Voi dite che ne varrebbe la pena?


mercoledì 22 febbraio 2012

il mondo in un cappello


C’è chi le chiama rime a casaccio, 
ma sono a casa e tante ne faccio,
ne faccio tante che sembran cento, 
danzano e corrono come il vento. 
Il vento soffia sui tuoi capelli, 
sono ogni giorno sempre più belli,
lunghetti e corti come l’erbetta, 
muovon le sorti della barchetta, 
è la barchetta dei desideri, 
li esprimi e in fondo non sono seri, 
serio davvero è solo il sorriso, 
che poche volte viene deciso, 
lo scovi in giro in mezzo alla gente, 
o a una storiella divertente,
lo vedi nel sole che investe le foglie, 
nel caro spazzino che le raccoglie,
in fronte al bambino che appena nato, 
non sa ancora bene che il mondo è fatato, 
con mille folletti e pace e colori, 
che più ti distrai più ne vengono fuori,
rose e violette dal fiero cappello, 
ma il prestigiatore non fa solo quello, 
lui tocca gli sguardi per farli danzare, 
per farli nuotare nel cielo e nel mare, 
nell’ombra e nel sole di un fiato sospeso,
ma il vero tesoro non viene compreso, 
ha poco a che fare con trucchi e magia, 
ma è solo la gioia, la tua e poi la mia.