Il pollo alla cacciatora, potrebbe sembrare un piatto;
invece, come dice il nome stesso, è un pennuto da cortile.
Questo pennuto, che in effetti all’inizio era in cortile, fu
regalato alla cacciatora che, tutta contenta, lo mise su una spalla e lo portò
via.
Sulla strada, incontrò una
cacciatrice che la apostrofò con violenza, accusandola di non essere altro che
un errore grammaticale, costituitosi a bella posta per impossessarsi del suo pollo.
“Come se si fosse mai sentito parlare di “pollo alla cacciatrice”!” replicò
la cacciatora.
In effetti neanche il pollo, interrogato a bruciapenne, ne
aveva mai sentito parlare.
La cacciatrice però non si convinse e le due continuarono a litigare. Litigarono
tanto che alla fine anche il pollo si stufò.
A dire la verità stava per stufarsi, ma proprio mentre pensava che forse
non era quello il verbo adatto, fu miracolato dalla mancanza della stufa e perse
semplicemente la pazienza.
Persa che ebbe la pazienza, corse a cercarla e svanì nel fitto del
bosco. Ma poiché il fitto del bosco non l’avevano pagato né la cacciatrice né
la cacciatora, smisero in fretta di litigare e, per non rischiare che qualcuno presentasse
loro conto della permanenza del pollo, se la svignarono.
NOTA
So bene che, per svignare una permanenza, bisognerebbe che a permanere
fosse una vigna, e difatti c’era; tuttavia, dopo che l’ebbero svignata, a
permanere fu soltanto il pollo. Non che la permanente gli stesse male, ma le
due si defilarono in ogni caso con una concitazione tale che, appena fuori dal
bosco, furono multate da un pavone per eccesso di fretta.
FINE DELLA NOTA
Il pollo, intanto, lungi dall’incontrare qualunque esattore, recuperò la
sua pazienza e iniziò a infilarla con cura in un orecchio. Non avendo le mani, non nego che
fu un’operazione un po’ alla buona; ma la buona, che era sanissima, non sentiva
alcun bisogno di essere operata neanche quel poco!
Il pollo, animale assai rispettoso, accettò di buon grado di non operarla e i due divennero
grandi amici.
Dopo poco tempo, con l'idea di restare sempre insieme, si recarono all’anagrafe e il pollo alla cacciatora divenne
definitivamente un pollo alla buona: gentile, cordiale ed amico di tutti.