giovedì 23 aprile 2015

Le giornate della terra


Mi dicono che sia finita ieri
la splendida “Giornata della terra”,
finita, ma non dentro i miei pensieri
che prendono coscienza della guerra

contro un potere folle e smisurato
che succhia, sporca e abbatte ogni risorsa,
che crea le crisi per togliere il fiato
e mantenerci stretti in una morsa.

Non giova la paura né il sospetto,
ma un infinito viaggio dentro il cuore,
che bagnerà la terra di rispetto,
e spazzerà via l’odio con l’amore.

Migliaia di giornate della terra
saranno l’orizzonte dei guerrieri,
ognuno una falange che si serra
di azioni allineate coi pensieri.

Migliaia di battaglie disarmate,
ma armate di carezze tra le dita,
vinte con allegria, zelo, risate
e con la forza immensa che è la vita.



Il naso aquilone

Una volta Roberto si lamentò a voce alta del suo naso aquilino. “Non mi sta bene” sosteneva, “per cui andrò al negozio di nasi, che proprio mio suocero adottivo ha aperto settimana scorsa e ne ordinerò uno nuovo.”
Giuliano, il titolato titolare del negozio di nasi, fu molto contento della visita del parente: gli offrì un naso a patata, un naso a insalata, un naso a polpetta e un naso a graffetta. Ma nessuno di questi andava bene all’incontentabile Roberto, e pareva proprio che volesse tenersi il suo di naso, di cui pure si lamentava!
“Per quanto aquilino, è pur sempre un naso elegante e fa la sua scena. Non posso cambiarlo con un qualunque naso a polpetta”.
E mentre si specchiava prima il profilo destro e poi il profilo sinistro, constatando che il suo naso era proprio aquilino, Giuliano ebbe l’illuminazione e lo sostituì in meno di un secondo un naso aquilone. “Vedrai che non ti accorgerai quasi della differenza!”
A vederlo, in effetti, era molto simile all’altro: un po’ più colorato e un po’ meno ingombrante, O almeno così sembrava. Roberto andò a casa molto soddisfatto, mostrò il nuovo acquisto alla moglie e a suo figlio Agenore, che lo toccò ridendo: “Che naso liscio hai, papà!”
Il giorno dopo, c’era un bel venticello. Roberto uscì con il naso in bella mostra ma questo, alla prima folata di vento, si aprì di scatto e si sollevò in volo con tutto il suo padrone attaccato. Roberto si sentì preso per il naso e pensò subito di andare da Giuliano a lamentarsi, ma di tornare a terra, ormai, non se ne parlava!
Il naso aquilone non aveva fili, non sentiva le lamentele e pensava soltanto a volare nel vento. Dall’alto si vedevano pianure e città e, complice un’allegra corrente ascensionale, continuarono a salire fino a quando la terra non apparve piccina piccina e il cielo tutto blu.
Volarono un’ora e trentacinque, finché Roberto non riuscì più a trattenere la pipì e il suo naso, comprensivo, lo accompagnò fino in ufficio.
Molte furono le avventure del naso aquilone e del suo burbero proprietario: una volta volarono da Milano a Forlì in una sola mattina, per portare a Rosina, la moglie di Roberto, e ad Agenore la focaccia all’anice da assaggiare. Un’altra, con un’incredibile picchiata evitarono a Giulietto, che stava perdendo l’equilibrio, di cadere dall’altalena.
Un giorno Roberto sentì nostalgia del suo vecchio naso, e pensò di andare da Giuliano a trovarlo per sentire come stava. Ma, davanti all’insegna del negozio, anziché l’altisonante scritta “Nasi d’occasione”, trovò la scritta “Parrucchiere”.

Si specchiò nella vetrina del negozio e gli parve di vedere il suo naso di sempre, quello aquilino, certo non piccolo, ma sicuramente di una certa eleganza. In fondo non gli stava mica male, pensò. E, dato che c’era un bel vento, volò soddisfatto fino a casa.

giovedì 16 aprile 2015

A mettere il buonumore


Ho un amico un po’ speciale
Perché? Mette il buonumore!
Se lo mette e carnevale
e anche a tutte le altre ore.

Di preciso se lo indossa
(come taglia ha la 50)
e gli fa bene alle ossa!
E vedeste come canta!

Se ti incontra di persona
te lo offre: “Vuoi provare?”
e ha una voce tanto buona
che non riesci a rifiutare!

E con questo bel vestito,
tutto sembra sorridente,
ma il signore è già svanito
si è dissolto tra la gente,

pensa a quello che ti ha dato
e, ridendo a più non posso,
vede tutto colorato
con il buonumore addosso!

LA PECORA È NEL BOSCO (SENZA BUM)


La pecora è nel bosco
e si è fermata a un chiosco:
ha chiesto un’aranciata
ma non gliel’hanno data!

Le han dato acqua di fonte,
due chili di orizzonte,
un etto di freschezza,
un salto e una prodezza,

Così la pecorella
è assai più sana e bella!
Così la riconosco
la pecora nel bosco! 

venerdì 3 aprile 2015

Una storia senza senso


Una storia senza senso
può sembrare un controsenso,
ma anche un senso senza storia
può ingannare la memoria.

Mi ricordo di una storia
che parlava di preistoria,
un racconto molto intenso
però non ne capii il senso.

Mi fa senso avere il senso
dell’olfatto troppo intenso,
certi odori... brutta storia!
E si cambia traiettoria!

Ho incontrato Maria Gloria,
tra me e lei c’era una storia
ma ho ottenuto il suo consenso
a quest’altra senza senso! 

venerdì 20 marzo 2015

Dove comincia la primavera


Forse è di giorno, forse è di sera
dove comincia la primavera.
Forse comincia da un giorno di marzo,
forse dimessa, forse con sfarzo,
forse comincia dal fiore che sboccia,
forse dall’acqua che scioglie la roccia
forse dagli occhi, forse dal cuore,
forse soltanto da un atto d’amore.

domenica 8 marzo 2015

Una storia di vento


C’era una volta una folata di vento. Era vento nascosto tra le sabbie del sud. Nelle gallerie lontane di monti ghiacciati, era vento nascosto. Ma non era una folata di vento. Era un vento guizzante, che fluiva in favole di risate; ed un lungo movimento di milioni di brezze, che pure erano lo stesso vento, delicato e imponente.

Nasceva d’estate, nell’inverno si riscopriva. Portava domande sempre diverse e risposte in altre lingue cristalline. Un vento già passato, eppure ancora lì. Un vento presente, eppure in tanti altrove. Se dovessi scrivere la sua storia, poserei la penna. Perché la sua storia è una storia di vento.