Questa è la storia delle scarpe di Marietta Polpetta, una
donnina niente male, che amava i tacchi e i vestiti eleganti, ma che aveva il
piede piccolo piccolo (anche l'altro: li aveva piccoli tutti e
due).
Sotto le sue scarpette un tacco intero non ci stava e così,
dopo aver provato con una cannuccia per l’aranciata, uno stuzzicadenti, lo
stelo di un girasole, sempre senza successo, il gran calzolaio di Cannonate
Brianza annunciò con fare declamatorio che l’unico tacco possibile per simili
calzature dovesse essere un tacchino.
Non confondiamoci, andare bene è sempre un concetto
relativo, infatti i tacchini (erano due, proprio come le scarpe e come i piedi)
erano molto prodighi di lamentele, sostenendo che desse loro impiccio non tanto
il peso di Marietta Polpetta (che era una donnina esile, lo avrete capito da
voi), quanto il fatto di non prendere mai il sole sulla testa.
In compenso bisogna dire che i tacchini ai piedi davano alla
signora Polpetta un aspetto molto slanciato, rendendola piuttosto soddisfatta.
Volete sapere come finì la storia?
La voce si diffuse e, si sa come vanno queste cose, di due
tacchini interi che si diceva avesse ai piedi all’inizio, presto non rimasero
che un paio di alette, cosicché la voce di una donnina con le ali ai piedi fece rapidamente il giro del cielo e della terra.
Proprio l’altro giorno un certo Mercurio, che in quel
momento aveva i sandali dal veterinario, gliele chiese in prestito e credo che
dovrebbe rendergliele dopo l’estate.
Per questo se in pieno agosto, dalla spiaggia, vedete un ragazzo volteggiare sopra le onde con
la faccia di uno che ha un messaggio importante per chissà chi, lasciate stare la faccia e controllate, invece,
che non abbia ai piedi le scarpe di Marietta Polpetta.