Il blog di Filastrocche su misura. "Sbagliando s'impara è un vecchio proverbio, il nuovo potrebbe dire che sbagliando s'inventa" [G.Rodari]
giovedì 26 aprile 2012
un po' di pace
Pace, carote e patate,
dopo l'inverno arriva l'estate,
dopo l'estate arriva l'inverno
e questa pace dura in eterno.
mercoledì 25 aprile 2012
l'avaro della casa
Era lì al ristorante,
dopo un pasto abbondante,
e il mio amico più caro
chiese all’oste un AMARO.
Non l’avesse mai fatto!
Chi gli cadde nel piatto,
fu ben peggio che amaro:
era proprio un AVARO!
Un avaro della casa,
per primo ti snasa,
poi ti chiede un’oliva
(giuro: non gli serviva).
Quindi tira sul conto,
dice “oh, ma sei tonto?”
Poi si intasca il tuo resto
prima ancora di presto.
Se gli tiri il cappotto
dice “Mo’ me l’hai rotto!”
E ti chiede un rimborso:
8 mele ed un torso.
E quel torso di pomo,
verso il lago di Como,
lo usò come cappello:
"Meno caro, ma bello!"
Così almeno diceva,
ma per chi lo vedeva,
era un bel poverino
e gli dava un soldino.
lunedì 23 aprile 2012
in una notte buia e tempestosa
In una notte buia e tempestosa
ho stappato e bevuto una gazzosa.
Mentre la luna mi attendeva cupa,
cantavo un sonetto ad un’Upupa
(che poi, perché non lo cantasse lei,
è una cosa che proprio non saprei).
Ululava anche il vento nella notte,
ma vidi di gelato un autobotte,
e mentre mi guardavano occhi strani,
ne pappai sei palline con le mani.
Il brivido avvolgeva la radura,
ma io ci coltivai della verdura
(buonissima, per inciso,
anche meglio del riso)
un’ombra cupa mi arrivò vicino,
ma era Luca, giocava a nascondino!
La bianca mano alzò, crepuscolare,
“per tutti” disse, e mi toccò contare.
domenica 22 aprile 2012
i sette settimi (milanesi)
Primo Milanese è una città così antica che, quando fu
fondata intorno a Milano, Milano non esisteva ancora. Alcuni dicono che sia
scomparsa con Atlantide, altri che si sia solo nascosta.
Ma, non trovandola, fu eretta Secondo Milanese, dove non si
riposava un secondo. Così la disfecero mattone per mattone e, poco più in là,
ci costruirono Terzo Milanese.
Rispetto a Milano, Terzo era giusto un terzo, un imperatore ci
arrivò terzo (era una maratona imperiale) e per dispetto eresse da tutt’altra
parte Quarto Milanese, dove si giocava sempre a carte. Scopa, di preciso, ma
non si trovava mai il quarto. Non sapendo dove cercarlo, lo cercarono a Quinto
Milanese, ma a quel punto dovettero fondare anche Quinto. Sfortunatamente, non
ci trovarono il quarto, ma il quinto, e per il dispiacere sia Quarto che Quinto
Milanese furono de-edificate (di Quarto, poi, ricucirono addirittura il nastro
con cui era stata inaugurata).
Nacque così Sesto Milanese, proprio il giorno di San
Giovanni. Da lì a “Sesto San Giovanni” il passo fu breve.
E i Milanesi, sconsolati, misero il loro massimo impegno
nella costruzione di Settimo Milanese. Si impegnarono così tanto che oggi, a distanza
di anni, non si è mossa neanche di un centimetro e persino il nome è sempre lo
stesso.
filastrocca di benvenuto
Senza troppe parole,
dentro un raggio di sole,
ma con buona fortuna,
sotto un chiaro di luna,
finalmente è arrivato
un bambino fatato!
Che guardandosi intorno
trovi luce del giorno,
con la gioia del cuore
ne distingua il colore,
porti sempre sul viso
un brillante sorriso,
un sorriso giocondo
che dia gioia nel mondo.
(questa filastrocca è un messaggio vero, rivolto a un bambino che si chiama Gioele. Benvenuto sulla terra a lui, ai suoi compagni di stanza e a tutti i bambini del mondo!)
sabato 21 aprile 2012
Filastrocca del sol giocondo
Filastrocca del sol giocondo,
che bacia tutti i bambini del mondo.
Coi raggi di gioco che ci puoi fare?
Correre, ridere, cantare!
Ne puoi portare quattro alla mamma,
che li condisca con la panna,
un altro al nonno e quattro bacioni
(son buoni per tutte le occasioni).
Al babbo puoi metterne una all'occhiello,
un altro tenerlo nel secchiello.
Ne ha chiesto uno il mio amico Noè
e invece io gliene ho dati 3:
uno per vincere a nascondino,
uno per fare un sorriso al mattino,
e se quall'altro non sa come usarlo,
trovi qualcuno a cui regalarlo!
Il sol giocando gioca coi raggi
e ci disegna buffi paesaggi,
li mette insieme, a ognuno un colore,
e ai nostri occhi, quale splendore!
Non una nuvola basta a oscurarlo
e se anche passa, basta aspettarlo.
Ma se aspettarlo vi pare poco,
proviamo un po' con quest'altro gioco:
chiudete gli occhi e, con il pensiero,
gli andate incontro dritto nel cielo.
Sogno o son destro?
Sogno o son destro?
E Paolo, che era mancino, dedusse per forza di cose di stare
sognando.
Nel sogno, tuttavia, si accorse di avere una certa
destrezza. In particolare:
nello scartare i cioccolatini, attraversare la strada a
dorso di cammello e attraversare le pozzanghere a dorso. Fosse stato per lui le
avrebbe attraversate anche a rana, ma il dottore gli aveva prescritto sole sulla punta del naso due volte a sogno, prima e dopo il risveglio.
Per questa ragione, Martino sogna di esercitarsi a diventare
ambidestro, così da abbronzarsi un poco anche quando si sveglia.
(avete visto che Paolo è diventato Martino? Succede, nei sogni! Per esercitarvi, sognate ora di diventare Martino, poi subito un saltamartino e infine, se vi va, un soffice raggio di sole).
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