domenica 4 marzo 2012

pulizie di primavera


Polverino Svonciacchini sta discutendo con la sua mamma per la seguente ragione: sostiene che le pulizie nella sua cameretta vadano fatte esclusivamente in aprile, perché pulire per benino nella stagione sbagliata significherebbe di sicuro contravvenire all'etichetta. 
“Se così non fosse”, argomenta Polverino, “nessuno avrebbe mai parlato solo delle pulizie di primavera, ma anche di quelle d’autunno, delle gelide pulizie d’inverno e di quelle allegre dell’estate, prima di partire per le vacanze. Invece, niente!”
La mamma, dal canto suo, ritiene che le altre pulizie esistano eccome, anche se sono meno famose. Inoltre questa etichetta non l’ha vista attaccata da nessuna parte, ma se la trovasse, finirebbe certamente nel cestino, primavera o estate che sia!
Dopo un animato confronto, hanno convenuto che gettare l’etichetta nel cestino senza una coerente spiegazione ad alcune persone che ci tengono tanto, rischierebbe di offenderne qualcuna e che, in attesa di incontrarle una per volta e farle ragionare, si opererà nel modo seguente:  

!) procurarsi un’etichetta di un bel colore, possibilmente fragola o azzurro (il color fragola sarebbe rosso, ma coi puntini neri)

!!) appuntarci a penna una serie di giorni, – ma mica tutti! – in cui la stanza si dovrà pulire per forza, per evitare che i vetri si sporchino al punto di non riconoscere l'arrivo della nuova stagione

!!!) appendere l’etichetta a una certa distanza dal cestino, magari sulla porta, in una posizione in cui possa venire considerata e rispettata da tutti gli abitanti della camera. 

un altro come un albero


Oltre a quell’albero, ce n’era un altro. Ma poiché si era detto che quell’albero, il primo, era un albero come un altro, non fu mai più possibile distinguerli.
Ovviamente se li conoscevi bene, ci parlavi e magari ci facevi insieme qualche serata, imparavi a distinguere dei dettagli piccolissimi, come il taglio delle foglie o l’espressione della corteccia.
A quel punto sorgeva il problema: a quale dei due volere più bene?
All’uno o all’altro?
All’altro o all’albero?
Al papà o alla mamma?
Alla gallina Cesarina o a suo nonno Vitellone di Mangiacaspoggio Calabro?
E la soluzione è: per sicurezza, facciamo a tutti un regalo, un regalo prezioso, e non pensiamoci più.
Io, per esempio, ho regalato ai due alberi delle palline di Natale, anche se non sono abeti, perché il Natale è per tutti, mica solo per gli abeti. Al papà e alla mamma una cravatta, un centrino per il tavolo e tutto l’amore che ho trovato. Alla Gallina Cesarina una confezione di brodo vegetale e a suo nonno un rasoio per l’estate, quando fa caldo e il troppo pelo potrebbe dargli un po’ di affanno. Il rasoio l’ho trovato in cantina e di lamette non ce n’erano più, ma tanto ve lo vedete voi un vitellone di Mangiacaspoggio Calabro in agosto che si rade la schiena?

un albero come un altro


Un giorno, crebbe su un albero un albero di alberi. Si chiamava Albero, una pazienza disarmante e rigogliosa. Persino quando  tentarono di tagliarlo, o quando alcuni dei suoi rami, che in realtà erano alberi, andarono persi, non si inalberò. La sua pazienza era grande come quella degli alberi.
Ogni sua foglia era un albero, ogni suo albero una foglia, ogni sua foglia un granello di vento, ogni granello un seme per diventare brezza, ogni brezza un vento di infinita speranza, come la vita, come la nascita, come l’infanzia. 

giovedì 1 marzo 2012

il re bussa


Ragazzi, questa volta mi dovreste aiutare.
A Gigetto, che ha soli 7 anni, è venuta la mania dei rebus, ma ha in testa un po’ di confusione
                                   
Per far indovinare la parola TERAPIA, ha disegnato una Terra stretta stretta, schiacciata sui lati anziché sui poli (una “tera”, sostiene lui!) e la signora Pia mentre ramazza la veranda.

Per il sostantivo FISCHIO, ha semplicemente fischiato, e sul foglio non è rimasto niente. La nonna non ha indovinato e lui ci è rimasto abbastanza male.

Per il termine PORTE, ha scarabocchiato un ponte che non arrivava neanche alla metà del fiume, sostenendo che quello fosse un “Po”; subito di fianco una R che la corrente ha quasi portato via, mentre per il “te” credete che abbia disegnato una bustina, una teiera o roba del genere? Certo che no! Ha disegnato una freccia che indica il lettore, ma che indichi il lettore, ovviamente, lo sa solo lui.

Quando vi viene un'idea su come aiutare Gigetto, dovreste dirmela.
Per aiutarvi a pensare, ecco qui il suo ultimo rebus. Mettetevi seduti, vi assicuro che non sarà la solita


mercoledì 29 febbraio 2012

una testa di rapallo


Una testa di Rapallo,
inciampando contro un callo,
cadde contro un dito medio,
assalito da un gran tedio.

Per distrarre la falange,
la coprirono di frange
ma non basta un bel vestito
per fare contento un dito.

Lo limaron per un po’
Finché l’unghia disse “oh!”
Gli provarono un anello,
ma non era mica bello.

Gli comprarono un ditale,
ma l’umore, sempre uguale.
Poi la testa di Rapallo,
preso sotto braccio il callo,

chiese alla signora Rita
di incrociare un po’ le dita.
E di colpo, ecco il rimedio
Per il nostro dito medio!

A voi sembra così strano,
per le dita di una mano,
che un abbraccio di buon cuore
possa sistemar l’umore?

martedì 28 febbraio 2012

la fiera (della) mongolfiera


                                                                                                                     

Alla grande fiera della mongolfiera,
son 7 le persone vestite da teiera: 
così stracamuffate si cercan di infiltrare,
saltando dentro i cesti e arrivando fino al mare.
Il mare è giallo oro, se il sole ci tramonta,
ma per una teiera, è solo il tè che conta
Contando fino a 10, il tè si è acculturato,      
ma all’11, mannaggia, lo versano sul prato.
Lo versan dalle nubi, dove si era appostato,
vestito da teiera strapiena di gelato.
Con tanto di gelato, teiere benpensanti,
non devon più infiltrarsi, si faccian pure avanti!
Così si prende il volo, via sopra la foresta,
le sei persone strane, con un coperchio in testa.



Le persone più ferrate in matematica, potrebbero aver notato che manca una persona all’appello. Di questo settimo personaggio, si è perduta ogni traccia una volta versato sul prato. Alcuni sostengono di averlo visto che ballava una danza con un’onda africana, altri che si sia preso una vacanza in una falda di acqua purissima a 17 metri di profondità.

lunedì 27 febbraio 2012

chi vo là?


Un gufo a forma di ufo e un ufo al sapore di marmellata al lampione, volteggiano a piè pari sopra il cielo della città di Tolosa.

La marmellata di lampione, a scuola veniva sempre presa in giro perché anziché distinguersi per il sapore zuccherino, aveva un non so che di luminoso. Ma ovviamente, trattandosi di un non so che, nessuno sapeva cosa fosse e le marmellate più carine non se la filavano per niente.
Un giorno, il suo destino cambiò: fu scelta tra decine di candidate per insaporire un ufo. Quell’ufo, oltretutto, non era un ufo come tanti che se ne vedono, ma nientepopodimeno che l’ufo di compagnia del gufo Giampiero, un benevolo volatile che assumeva forma di ufo per non far sentire a disagio il suo accompagnatore: che gufo di cuore, Giampiero! E che ufo cordiale e saporito! E che strana marmellata, che ogni giorno all’alba si spegne!  
Così il cielo di Tolosa brilla ogni notte di questi personaggi, e i suoi abitanti forse neanche lo sanno.