Parlando con Gino, si diceva così:
«Ho portato la macchina dal carrozziere.»
«E hai sbagliato tutto. Io avevo un amico che ha portato la
carrozza dal macchiniere e non ti dico come sono finiti i cavalli.»
«Come sono finiti?»
«Non lo so, per questo che non te lo dico. Forse non sono neanche finiti, dev'essercene ancora uno o due. Vuoi favorire?»
«Favorire quale?»
«Non saprei, il tuo preferito, o anche l’altro, per non
farlo sentire da meno.»
«E il macchiniere?»
«Dimenticalo. Cosa ne dici di un macchinista?»
«Non vorrei macchiarlo, metti che sia permaloso.»
«Potresti portargli dei fiori. Se però
non ti fidi del fiorista e non ti fidi del fioraio e preferisci rivolgerti a
delle donne (magari ti ispirano più fiducia), ti restano solo le fioriere.»
E mentre l’idea della fioriera fioriva nella mia testa,
incontrai nientemeno che un FIORILEGGE, che colse tutti i fiori del
circondario, me li mise in mano, mi spinse dalla Greta, proprio quella da cui
mi vergognavo ad andare, suonò il campanello e, quando lei scese, il mio cuore volò
tanto lontano che per trovarlo dovette levarsi in volo anche lei.