Un giorno a fine aprile,
Ginetto Cuorcontento,
si mise in una tasca
il tetto e il pavimento.
Nell’altra, le pareti.
Ed il giardino? In mano!
Signori! Vedo bene?
Mi pare un gioco strano!
Dei molti suoi amici,
scelse tutti più belli,
mettendone uno a uno
sul naso e sui capelli.
Ma il suo naso a patata
fu anche l’ultima tappa,
perché un attimo dopo
era pronta la pappa.
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