giovedì 24 maggio 2012

i bisanti


Trentatré trentini facevano il 730, tutti e trentatré tergiversando. Difatti, pagare le tasse non piace a nessuno. Non vi dico ai tassi, che sono animali tutti d’un pezzo. I bisonti, invece, sono animali in due pezzi: un onte e un altro onte, per un totale di un bisonte tutto intero.
Una volta, un onte che passava nei pressi di un armadio, fu confuso con un’anta, e insieme a un’altra anta si produsse una bisanta, che era una santa che pregava doppio: una volta per tutto il mondo e, intanto, senza neanche accorgersene, anche per se stessa.
Un tale obiettò che allora tutti i santi sono bisanti; un altro che forse lo stesso vale anche per le persone qualsiasi, quando vogliono bene davvero a qualcuno. E avevano ragione entrambi. 

mercoledì 23 maggio 2012

c'è salto e salto


Luca e i suoi amici, provarono a saltare, ma ci provarono invano. Fuori dal vano, invece, non ci provarono.
Il vano, in effetti, era sì comodo per scambiarci due chiacchiere, ma per saltare assolutamente non c’era posto. Le chiacchiere, in compenso, hanno divertito tanto Luca e uno per uno tutti i suoi amici,  che si sono persino dimenticati che avevano voglia di saltare. Per quella volta, quindi, saltarono tutti i salti che avevano in mente, però fecero tutti i salti che non avevano in mente, ma che scoprirono per magia: quelli della fantasia.

il Chilimangiarono


Alla falde del Chilimangiaro,
se la dorme zio Gennaro,

dorme sì ma a volte no,
e quel “no”, scherzando un po’

si è attaccato alle pendici,
manco fossero radici.

Ed il monte, diventò
il “Chilimangiaro-no”.

E perciò:

Chilimangiarono,
Non digerirono,
ma sopperirono
circa così:

saltando due salti,
spalando gli spalti,

leccandosi i baffi,
tirando due schiaffi,

ridendo per niente,
lavandosi un dente,

che, nato “canino”,
divenne un gattino.

E quel piccolino
farà da cuscino

per lo zio Gennaro
che dorme su un faro.

un faro o, se no,
sarà un faro-no

che so che piantarono
sul Chilimangiarono. 

martedì 22 maggio 2012

quale e tale


Un giorno un tale, ma non so quale,
incontra un tale che è tale e quale.
“Ma quale tale?” grida Pasquale.
“Pasquale quale?” grida Natale.
“Pasquale, il tale che è tale e quale al tale che è tale e quale a Pasquale!”
Pasquale?
Pasquello!
Natale?
Naquale?
Ineguale?
Ineguello!
Indisposto?
Va bene sposta.

Ma in quale posto? Mica so dove!
Dentro il mio cuore, che fuori piove! 


ridotto a dirotto


Piove a dirotto
se dico "otto",

se dico "nove"
piove a dirnove.

"Dirdieci" dissi,
ma non lo scrissi;

scrissi "dirsei"
e lo disse lei.

Lei disse "otto"
ma il mio biscotto

ora è un bistrè,
tu dimmi perché!

Un paperotto,
che era lì sotto,

chiese a qualcuno
se paperuno

passasse di lì:
gli dissi di sì!

Però qualcotto,
saltò di botto,

e disse di no
e altro non so!

domenica 20 maggio 2012

levarsi di dove?


Allora, cosa fai lì?
Scusa scusa, mi levo di torno.
Ma se torno, come faccio a levarmi?
Allora mi levo di vado?
E dove vai?
Intorno.
Meglio se invai.
Non vorrei essere invadente, sai anche per le carie, c’è tanto di quel tartaro nell’aria...

E il tartaro, che non solo non amava la guerra, ma non voleva cariare nessuno, sì levò di torno.
Ma se torna, come va a levarsi?
Allora si lava di torno: meglio un tartaro lavato che una carie in carriera.
La sua carriera, tra l’altro, è stata stroncata, ma ha fatto in tempo a prendere la corriera successiva. Un successo, difatti.
Che è ancora meglio che un successo di parole. 

venerdì 18 maggio 2012

un po' di mitologia


Dove sorge un sorso d’acqua
qualcun altro ci si sciacqua,
ma se l’altro non è uno
e "non altro" è un bel nessuno,

che ne sai che non sia Ulisse,
che da vecchio saggio disse:
“Va che io mica son io,
sono il nonno dello zio,

son lo zio di uno che c’è
quando dico che son tre,
se son tre non sono io
i citrulli fan pio pio,

le galline le saccenti
e si son cariati i denti.
Forse sono un orso bruno,
ma tu chiamami Nessuno”.


(questa è la vera frase pronunciata da Ulisse a Polifemo. Chi riesce, si immagini la faccia del ciclope; chi non ci riesce, guardi la propria allo specchio)

Rispose Polifemo:
“non sono mica scemo,
ti picchio con un remo,
con quel ciuffo da emo!”

(le mode ritornano, a volte)

E Ulisse, che era saggio,
con un grande coraggio,
ma un poco vanitoso,
si fece un po’ nervoso,

trovando affatto buffo
curarsi del suo ciuffo,
purché gli stesse bene,
di fronte alle sirene.