venerdì 12 aprile 2013

Una grande parola

Cercavo una parola 
come la terra intera, 
arrivò lì mio nonno 
(cercava la dentiera). 

Cercavo una parola, 
non grande ma gigante: 
si presentò mia mamma 
(cercava il deodorante). 

Cercavo una parola 
come tutto l'universo: 
si presentò mio padre, 
che un dente aveva perso. 

E riflettendo un poco, 
mi parve intelligente, 
già che cercavo io, 
cercar per l'altra gente. 

E una parola grande 
che più non seppi fare, 
trovai quasi per caso: 
era il verbo "aiutare".





(il dente di mio padre, però, non si è mica trovato. Sospetto del dentista. Che abbiano derubato il topolino dei denti..?)


mercoledì 10 aprile 2013

Tonto di Bitonto


A un signore un po’ tonto di Bitonto,
un sonetto sembrava un racconto,
un saluto sembrava un affronto,
un minuto sembrava un secondo,

la narice un bel cono gelato,
e girava col capo girato,
così che la pallina e la cialda,
dentro il naso gli stesse ben salda.

Era ancora col naso all’insù
che il maestro gli fece poi “Bù!”
sul suo naso fu poi interrogato,
definendolo un po’ raffreddato.

Ma il gelato non porta dolore,
così che pure il suo raffreddore,
filò via in un minuto secondo,
per il Tonto signor di Bitonto.


Per chi soffre il SOLLECITO


Raccoglievo una conchiglia,
vidi poi con meraviglia:
dentro c’eran dieci alici,
che ridevano felici

(lo dicevano i fenici
che bisogna star felici,
se no giungono i romani,
e ti trattano da cani)

E le Alici – sorpresone! –
non son pesci ma persone,
vanno dietro al bianconiglio,
tra un applauso e uno sbadiglio.

Queste Alici sono piccine,
tutte e dieci son bambine,
e non so se sarà lecito,
però soffrono il SOLLECITO!

Per non farle stare male,
senza più tergiversare,
caffettiamo, perché no,
che aspettare non si può!


Ecco una canzoncina realmente utilizzata (e riutilizzabile a piacere) per invitare gli amici a prendere il caffè. 
I più attenti avranno già notato che ho scritto "canzoncina" anziché "filastrocca". Ebbene sì, questa è una canzoncina e tutti quelli che vogliono il caffè devono cantarla a voce alta e anche altissima, con note a piacere, ma se possibile dai toni giallo lampione, verde sonetto e azzurro chiaro che più non si può. 

lunedì 8 aprile 2013

L'allegria della cincia


C’era una cincia incerta
su una strada deserta,
vide due cince serie
tra lampetti e intemperie.

Una cincia balzana,
saltò da una sottana,
mentre una cincia mesta
si grattava la testa.

Una cincia un po’ tetra
stava sopra una pietra,
e trattenne il respiro
nel guardare un po’ in giro:

la giornata era lieve,
primavera di neve,
tra i mirtilli e le viole,
primavera di sole.

E col sole sincero
che ogni cosa rallegra,
finalmente ci siamo:
ecco la cinciallegra!


sabato 6 aprile 2013

Ho visto un grande mondo


Ho visto un grande mondo,
non fatto di parole,
ma di fatti e persone,
che non sono più sole.

Col viso in piena luce,
si son guardati in faccia,
si son tesi la mano,
di fronte a chi minaccia.

E il cuore trema ancora,
ma non più di paura,
ma per la grande forza,
che ci farà da cura.

E “cura” è tutto quello
che il mondo ormai reclama:
il cuore che si dona,
la gente che si ama.

Un cuore che si dona,
è un sole con un raggio,
che tradotto in azione,
significa CORAGGIO.

Coraggio di cambiare
ben più di una parola:
noi stessi e il mondo intero,
come una cosa sola.

E lo faremo insieme,
a fondo, con successo,
e il mondo di domani
per me comincia adesso. 



Dove l'ho visto? QUI.

venerdì 5 aprile 2013

La prova del NO

Han detto a Giovannino
che quando sarà grande,
almeno una ogni tanto,
vedrà cose nefande,

gli han detto che in futuro
se vuole aver successo,
dovrà sugli ideali
venire a un compromesso. 

Han detto a Giovannino,
che il mondo non si cambia,
che non si può donare
se l’altro non ricambia.

Ma una nuova lezione,
viene da un grande saggio,
che insegna che l’amore
è un atto di coraggio

e costi quel che costi
 e io lo pagherò –
chi ha cuore, Giovannino,
sa quando dire “NO!”. 

martedì 2 aprile 2013

I brillanti


Ho comprato uno shampoo che rende i capelli brillanti. Eppure, i miei capelli sono rimasti capelli.
Puliti, è vero, ma a me i brillanti servivano per regalarli alla mia fidanzata e chiedere la sua mano! Un importante riflessologo mi indusse a questa riflessione:
Cosa me ne faccio di una mano sola, se io la amo tutta?
Così andai dalla mia ragazza per chiederla tutta intera, con anche le scarpe e tutta la cabina armadio. Ma mi mancavano i brillanti. Arrossì un po’ mentre le raccontavo la fregatura dello shampoo, ma lei mi disse che i brillanti sulla testa di un ragazzo fanno un effetto strano, mi diede una bella carezza e mi chiese se la aiutavo a caricare l’armadio sulla mia piccola auto. Ero così emozionato che neanche mi accorsi che in quel momento i brillanti erano dappertutto, nei miei occhi, nei suoi e in tutta la volta del cielo.