giovedì 13 dicembre 2012

La gamba di Gianlucarlo


«Mi si è addormentata la gamba.»
«E tu svegliala!»
E Gianlucarlo, che non voleva essere invadente con la sua gamba, si precipitò a comprare una sveglia da coscia, o quantomeno da polpaccio, per ricominciare poco a poco a camminare.
Per precipitarsi, dovette per forza usare una scarpata, che però non sapeva a chi dare, anche perché la gamba ancora dormiva. Bel problema!
Per inciso: un bel problema è un po' meglio di un brutto problema, ma resta un problema. Non solo: se non restasse, ma andasse, sempre un problema sarebbe. Se non semprasse, ma maiasse, sarebbe assai meglio a meno che l’asse non ti servisse, o che l’asse non ti sembrasse, o che l’asse non ti semprasse, giacché l’asse è sempr un asse.
Tutto questo, però, giova poco alla gamba di Gianlucarlo, che tanto quanto dorme, è informicolata. Per liberarla, è stato chiamato il più importante formichiere del regno di Formichide, che però, disgraziatamente, è a dieta proprio da questo novembre in vista delle abbuffate natalizie.
Giancarlo, che alla fin fine doveva andare a scuola perché erano quasi le 8, lo sellò con un gesto elegante e con risoluta gentilezza convinse il formichiere a portarlo fino alla terza C.
E fu proprio lì che, un paio d’ore dopo, proprio a metà dell'ora di geografia, la gamba si svegliò da sola con un grande sbadiglio. 

lunedì 10 dicembre 2012

Il punk


C’era una volta un punk,
con i capelli in piè,
diceva «Sono stanc»,
faceva «Perepè!»

Piccola la sua amica,
di nome Bernadette,
insomma, una punkina
e lui ci si sedett. 

sabato 8 dicembre 2012

Il regno di Virgoland


Un giorno, gli abitanti del regno di Virgoland si resero improvvisamente conto che erano senza un sovrano. I suoi abitanti erano tutte virgole e virgolette, ma c’erano anche le virgoscritte, di cui si sente parlare meno ma che si vedono spessissimo senza neanche accorgersi. Entrambe poi si dividono in due categorie molto importanti: quelle aperte, che sono di mentalità più liberale, e quelle chiuse, spesso usate come dighe, per arginare ad esempio delle frasi eccessivamente irruenti.
Nella ricerca del regnante, decisero di rivolgersi al punto, che passava proprio in quel punto guidando una Punto.
Gli dissero: “Tu guidi una Punto?”  
Rispose: “Appunto.”
E scese dalla macchina, perché l’idea di fare il re non gli dispiaceva neanche un po’.
Poco prima dell’incoronazione, tuttavia, a una virgolotta (tipo di virgoletta poco conosciuto ma assai combattivo) scappò detto un dato editto che fu presto letto. 
Si diceva: «Il regno è splendido e sicuramente si andrà a migliorare ora che a capo vi è il punto.»
Sentita la frase, il punto non ci mise né uno né due, ma tre: e per tre volte se ne andò a capo, confermando agli abitanti del regno di Virgoland che, anche per quella volta, sarebbe toccato loro cavarsela da soli. 

La testa fasciata


Conobbi un tipo strano,
viveva in una grotta,
fasciava la sua testa
prima di averla rotta.

Un tale ancor più strano
nella grotta lì accanto,
vedeva nella fascia
un motivo di vanto:

correva contro il muro
per tutta la giornata,
per rompere la testa
ed averla fasciata.

E tutti e due quei tizi
non dico non sian buoni,
ma a vederli pensavo:
che paio di zucconi!

venerdì 7 dicembre 2012

Tra un paio d'orecchie


Un giorno, non so perché, il signor Rino disse al signor Pino: "ci vediamo tra un paio d’orette."
Il signor Pino, però, che aveva difficoltà a sentire quello che diceva il signor Rino, intese "tra un paio d’orecchie". Lì per lì annuì, ma in seguito continuò a interrogarsi su quali potessero essere le orecchie in seguito a cui si sarebbero visti.
Potevano essere quelle a sventolina della signora Pina? O quelle a elica della signora Erica? Forse quelle a girella della signora Lorella, o quelle a spago di un signore vago, che ogni volta che si parlava di orecchie non si capiva di che orecchie si parlasse. Ma erano comunque due, e potevano certamente essere quelle a cui si riferiva il signor Rino.
Fatto sta che il signor Pino, intento com’era a sondare le orecchie del prossimo, due ore dopo non era più lì e il signor Rino dovette darsi un bel da fare a cercarlo!

giovedì 6 dicembre 2012

Un mondo splendido: questo

C'é un tale di Agrigento, 
che ha un dollaro d'argento, 
lo tiene sopra al naso, 
apposta, non per caso. 

Il caso l'ha portato
 a dare una nasata, 
sulla zecca di stato, 
che però é abbondonata. 

Un dollaro di carta 
per me non vale niente, 
se non lo garantisce 
il sudore della gente. 

Perché vale il lavoro, 
l'impegno, la fatica, 
non tanto la parola 
di gente poco amica. 

Allora venga fuori 
chi agisce di nascosto, 
chi predica star bene 
e fa tutto l'opposto. 

Perché nel nostro mondo 
ci sono dei privati, 
che con una parola, 
fanno più degli stati. 

Uscite allo scoperto, 
guardate il cielo aperto, 
un poco d'acqua e il sole
 fa fiorire il deserto. 

Noi siamo questo mondo, 
non solo lo abitiamo, 
riempiamo bene il petto, 
insieme, per la mano, 

diamo alla nostra terra 
un poco di altro amore, 
per renderla ospitale, 
per gli occhi e per il cuore.

mercoledì 5 dicembre 2012

Un po' di etimologia

Di un tale munito di asta, si può ben dire che sia astuto. Astuta, tuttavia, è anche quella signora che, per mettersi la tuta, mi ha chiesto se posso tenerle un attimo l'asta: mentre le tengo l'asta, dunque, mi astengo. Ma mi astengo anche se ho un'asta a cui tengo molto, o una a cui MI tengo molto, ad esempio x evitare di cadere e sbucciarmi il ginocchio. 
Altri casi strani: ad esempio, se le aste sono tante, abbiamo un astante, ma non si capisce perché uno solo! Queste aste sono mal distribuite! 
Non è tutto: nessuno si é mai neanche insospettito x il fatto che, quando le aste sono poche, nessuno parli di aspoche (una volta, quantomeno, ho fatto una partita a spoker, dove vince chi é più sincero). Ne parlavo proprio con un amico Astigiano, che vedeva l'asta da due fronti: innanzitutto sopra le sopracciglia; in secondo lungo, proprio qui bifronte. Qui bifronte, tra l'altro, tra un'asta e l'altra, dove c'é un'a-sta tale che le macchine ci passano agevolmente. Ma ci si può anche passeggiare soltanto, ovvero con tanto sole, ed é proprio quello che farò!