Adesso basta, mi ha detto Pierino,
mi sembra sia sera, tra poco, mattino,
non posso aspettare degli altri pensieri,
non voglio aspettare che oggi sia ieri,
la mano di porgo felice e beata,
la mano che accoglie, la mano fatata,
nel mondo è finita, non si può fermare,
milioni di teste potrà accarezzare,
teste di bambini, di adulti sbadati,
che l’hanno perduta, ma poi l’han trovata,
le mille carezze lavoran dal cuore,
portando alla luce qualunque colore,
se rime e inflazione non vanno d’accordo,
ripetilo ancora così me lo scordo.
Non voglio pensare alle facce infelici,
ma ad altre carezze, per renderli amici.
Non voglio pensare ad un flusso che è fermo,
non voglio pensare ad un colle che è ermo,
non voglio le gobbe, non voglio chinarmi,
ma quando arrivate passate a chiamarmi,
c’è il mondo là fuori, di soste e colori,
di foglie e incertezze,
di tante stranezze,
milioni di foglie ed un ramo attaccato,
milioni di sguardi per un solo prato,
milioni di cuori per un sole solo,
e un raggio infinito per me sia per loro,
sia loro il sorriso, le lacrime e il pianto,
sia loro la luce di vita soltanto,
sia tutta la terra un’enorme regina
ed ogni secondo una nuova mattina.