mercoledì 9 maggio 2012

la cura


Mi hanno messo talmente in sesto che sono arrivato anche in settimo, in ottavo e in quattordicesimo, ma poi i numeri mancanti mi hanno ricontattato, alcuni per un caffè, altri solo con una telefonata, con altri siamo d’accordo di trovarci e chissà poi se ci riusciremo. Ma nel frattempo sono arrivato in ventunesimo e anche in ventisettesimo, perché sentire tanti amici mi ha reso felice.

il pioppo


Un giorno un pioppo venne appioppato ad un piede rimasto appiedato. Un pollo appollaiato sul pioppo si inebetì guardando un abete dove abitava un abito, abituato ad abbattere i pioppi per appiopparli ai piedi appiedati, ma anche alle anche, che pendolavano vicino alle pendici di un picco pendente. Un podista che possedeva entrambi i piedi a cui i pioppi erano stati appioppati, si appassionò alla vicenda, ma piantò i piedi perché le piante rimanessero ben piantate, senza mai farsi abbattere. In prima battuta si batté duramente, ma alla fine convinse tutti con il suo brillante sorriso. 

lunedì 7 maggio 2012

il ducato di Manduria



Nel ducato di Manduria,
ci si siede su un’anguria.

Ci si bagna un po’ il sedere,
ma se invece vuoi le pere,

ci si siede sopra quelle
e si guardano le stelle.

Osservarle è una goduria
nel ducato di Manduria. 



sabato 5 maggio 2012

menù a tempo


Quando si mangia da zio Rosario,
per ogni piatto c’è un certo orario:

un quarto alle otto: si mangia il risotto.
Tre e diciassette: le sottilette.
Due e trentatré: patate e purè.
Diciotto e trenta: si serve polenta.
Diciotto e trentuno: magro e digiuno.

E per lo spuntino di mezzanotte,
accorreranno tutti a frotte.

le renne parapire (entrambe)


La renna Parapiro
e la renna Piripero,
si prendevano in giro
sotto l’ombra di un pero.

Ma quel "pero" era un "però"
E però non so che cosa.
Se che cosa non lo so,
non sarà però qualcosa.

Forse forse quel "però",
che ci ha fatto preoccupare,
in principio era un "non so"
e così non so che fare.  

Ma peroro ancora un po’
-    mi confondo per davvero -
quella causa del però,
che non era altro che un pero.

Alle renne parapire,
quel che basta, quel che resta,
offro tutto il mio gioire
ma anche un po’ di mal di testa. 

la renna Parapiro


La renna Parapiro
andava sempre in giro,
ma quasi mai tornava:
partiva e poi restava.

Restando, spesse volte
le trecce aveva sciolte
(poiché ne aveva molte,
le sciolse molte volte).

Un giorno, sopra un prato
(su cui era restato)
conobbe un avvocato,
davvero ricercato.

Ricercato nel vestire,
nel parlare, nel dormire,
ricercato dai clienti,
disarmati e sorridenti,

e anche un po’ dalla polizia,
che non l’ha mica portato via,
perché gli è sembrato troppo sincero
di fronte alla renna Piripero.




Ma chi è la renna Piripero?? Bisognerebbe andare all’anagrafe delle renne.
Che si trattasse di una renna che non partiva, ma rimaneva direttamente sul prato? Forse la cugina di campagna della renna Parapiro? O la renna Parapiro stessa, acconciata per il carnevale che si festeggiava sul prato?

la primaversa


Venne di colpo la PRIMAVERSA,
sembrava dritta invece era inversa,
per sicurezza la misi in versi,
la raccontavo ma poi mi persi.

Mi ritrovai in un boschetto di suoni,
vi appresi molte informazioni,
su una stagione davvero breve,
che prima si versa e dopo si beve.

Il verso poi fila dritto nel cuore
dei bimbi bianchi e di colore,
a cui la stagione era dedicata,
prima bevuta e dopo versata.