giovedì 19 settembre 2013

Le tende da sole


Avevo delle tende da sole, ma la solitudine le opprimeva. Comprai delle altre tende per far loro compagnia ma, disgraziatamente, erano da sole anche quelle. E nonostante le avessi disposte vicine vicine alle altre, erano lo stesso da sole. Un po' come quelle persone che non hanno ancora imparato a ascoltare. Che pena nel cuore! E che bella notizia quando comparve il signor Sarto Collasta, con il suo astuto uncinetto in mano, e disse di voler trasformare quelle tende in dolci paraventi per certe occasioni che sapeva lui. In queste occasioni, il vento si disponeva a pallina, il sole gli dava un bel calcione con l'effetto e se la tenda era brava, riusciva a parare il rigore! Se non era brava, il vento finiva in faccia al sigor Collasta e tutto sommato non gli dava nessun fastidio. Le tende però avevano vinto la solitudine, giocavano col vento, scherzavano col sole e davano se stesse per essere utili agli uomini. 

mercoledì 18 settembre 2013

La streghetta


Tra una strega e una scintilla,
che una lucciola che brilla
e trasporta nel presente
un potere sconvolgente,

che, anziché piegare schiene,
potrà fare un po' di bene.
Il potere è sempre quello,
ma l'effetto è un po' più bello!


Il tappetto volante


C’era una volta un nano intrigante,
aveva un fare un po’ da brigante,
alto un bel metro e un soldo di cacio,
faceva il duro, ma con un bacio,

si scatenava una dote speciale
(che torna buona per carnevale):
volava in cielo e fin sopra i tetti
lanciando a tutti azzurri confetti.  

Più li lanciava più era contento,
la sua statura era quella del vento
e da là in cima, il “tappetto volante”,
a tutti quanti sembrava un gigante!

martedì 17 settembre 2013

Benvenuta Scintillina!

Tintinnando Tintinnina,
ha incontrato una fatina
che saluta ad ali aperte,
poi va sotto le coperte:

quando trova sogni strani,
li pulisce con le mani,
finché scocca una scintilla
e la notte allora brilla.

Le ali sbattono contente,
sopra i sogni della gente,
su cui veglia una fatina,
che si chiama Scintillina!

lunedì 16 settembre 2013

La campana di Tintinnina

Tintinnando Tintinnina,
si è fermata a una vetrina,
tutta piena di campane,
le più lunghe e le più strane.

Ma ce n’era una diversa,
nata a Padova ed Anversa,
che se batti mai non stona,
ma in effetti neanche suona.

Il telaio è di cristallo,
suona bianco e suona giallo,
il batacchio è fatto a pinna
e non suona ma... tintinna! 

domenica 15 settembre 2013

Tintinnina e la regina (non Dirindina però, un'altra)


Tintinnando Tintinnina,
ha incontrato una regina,
la regina delle Erinni,
che la fa: “Perché tintinni?”

Tintinnando Tintinnina,
ha risposto alla regina:
“Ne per questo né per quello,
ma soltanto perché è bello!”

La regina tentennò,
tentennando ci pensò,
finché poi, verso le sei, 
tintinnava pure lei!

venerdì 13 settembre 2013

La corsa alloro


La corsa alloro è un tipo di corsa che si corre con fare maestoso. Tutti quelli che vi partecipano sono molto regali e capirete da voi che, dove ci sono i regali, ci sono i bambini, soprattutto a Natale. Ma Natale o non Natale, i bambini rimangono e corrono la corsa alloro. In particolare, agguantato l’alloro, lo portano alla mamma che lo usa per cucinare chissà quali leccornie. Chi non sa quali, può immaginarle come il proprio piatto preferito, ma più bello e colorato. La mamma allora prende l’alloro e, per verificare che non sia troppo vecchio, si sincera di chiedere ai piccini se si tratti di alloro di allora o, piuttosto, di alloro di adesso. L’alloro di adesso viene lesso, quello di allora viene passato in padella, ovvero lo si mette in una padella e lo si passa a Giorgio, a Luca o Antonio. Antonio ringrazia con un bell’inchino. L’inchino, che non vuol’essere da meno, ringrazia con un bell’Antonio. La padella, che tanto era di passaggio, chiese un passaggio a un passante per andare a trovare una sua cugina di Modena appena scampata da una brutta scarlattina d’olio motore, con cui progettava di fare le ferie quell’anno.
Il passante, tuttavia, era un bambino che tutto impettito, che rideva e che correva la corsa alloro giocando a impersonare Giulio Cesare. Caio Giulio Cesare Augusto per gli amici. La padella si improvvisò allora un glorioso copricapo, che sulla testa di Giulietto generò una profonda impressione in tutti i bambini del circondario, facendogli vincere la corsa senza nemmeno bisogno del traguardo!