La corsa alloro è un tipo di corsa che si corre con fare
maestoso. Tutti quelli che vi partecipano sono molto regali e capirete da voi
che, dove ci sono i regali, ci sono i bambini, soprattutto a Natale. Ma Natale
o non Natale, i bambini rimangono e corrono la corsa alloro. In particolare,
agguantato l’alloro, lo portano alla mamma che lo usa per cucinare chissà quali
leccornie. Chi non sa quali, può immaginarle come il proprio piatto preferito, ma
più bello e colorato. La mamma allora prende l’alloro e, per verificare che non
sia troppo vecchio, si sincera di chiedere ai piccini se si tratti di alloro di
allora o, piuttosto, di alloro di adesso. L’alloro di adesso viene lesso,
quello di allora viene passato in padella, ovvero lo si mette in una padella e
lo si passa a Giorgio, a Luca o Antonio. Antonio ringrazia con un bell’inchino.
L’inchino, che non vuol’essere da meno, ringrazia con un bell’Antonio. La
padella, che tanto era di passaggio, chiese un passaggio a un passante per
andare a trovare una sua cugina di Modena appena scampata da una brutta scarlattina
d’olio motore, con cui progettava di fare le ferie quell’anno.
Il passante, tuttavia, era un bambino che tutto impettito, che rideva e che correva la corsa alloro giocando a impersonare Giulio Cesare. Caio Giulio
Cesare Augusto per gli amici. La padella si improvvisò allora un glorioso
copricapo, che sulla testa di Giulietto generò una profonda impressione in
tutti i bambini del circondario, facendogli vincere la corsa senza nemmeno bisogno
del traguardo!