domenica 5 maggio 2013

Il can che dorme


Il can che dorme,
dice il proverbio,
non lo svegliare
o nasce un diverbio,

non lo svegliare
o c’è una baruffa
e se lo svegli
ti azzanna e ti acciuffa.

Ma un cane sveglio,
io dico, lo affronti.
Dice qualcosa?
Tu gli rispondi.

E una baruffa,
qui lo sentenzio,
vale due volte
una vita in silenzio.


La moneta del futuro


La moneta del futuro,
filerà come un siluro,
sarà d’oro o di cartone,
servirà per cose buone.

La moneta di domani,
sarà al soldo degli umani,
certo non servirà più
a tenerli in schiavitù.

La moneta che vogliamo
è di un popolo sovrano,
che ne ha piena proprietà
e non banche o società.

La moneta è solo un mezzo,
e, io credo, un intermezzo
verso il mondo da creare,
in cui diverrà “donare”.



venerdì 3 maggio 2013

Una storia dietetica


Avevo in mente una storia golosa, 
da digerire con la gazzosa, 

grande appetito, pronta la storia, 
ma mi è scappata via la cicoria. 

Mi avesse almeno lasciato una dote, 
ma si è portata via le carote...

Ecco, ci sono, grande trovata! 
...ma mi è scappata via la patata! 

Avessi almeno fermato l’oliva,
ma l'ho trovata già che partiva.

Questa è la storia e, giusta o sbagliata,
non potrò farmi più l’insalata!

giovedì 2 maggio 2013

Le dita di Anita

La mia dolce e bella Anita,
si contava quattro dita,

alla quinta andava piano
e passava all’altra mano.

Ma la mano era di poker
e così ha pescato un joker,

lo ha pescato con la lenza,
non poteva farlo senza: 

ogni dito era impegnato
a venir da lei contato! 


mercoledì 1 maggio 2013

Il topo di topazio


C’era un topo di topazio,
l’ho lanciato nello spazio,

ce n’è un altro in bachelite,
che si guarda le partite.

Uno infine di gerani,
che si siede sui divani.

Tutti e tre ci siamo chiesti: 
"Dallo spazio, che pretesti

si useran per far tornare
il topazio interstellare?"

Non si è vista una risposta,
ma lanciata una proposta

di formaggio boreale
che il topazio ama mangiare!

E agguantandolo di fretta,
è atterrato su una vetta:

non trasmettono partite
(finalmente son finite!)

ma si ride ridanciani,
su un divano di gerani! 

martedì 30 aprile 2013

Niente MA!


Si diceva, ma non ricordo bene chi, che l’umanità intera potrebbe stare meglio nell’arco di una sera. Per sicurezza io proporrei un giorno intero e, tanto per andare sul sicuro, un giorno pieno di sole!
Si comincia così: al 3, un sorriso per me, uno per te e uno per gli altri 73.
Esercizio 2: acciuffare un passante per la mano – o molti, se si hanno tante mani disponibili) – e, prima che passi, fare insieme il giro della Terra, guardandola prima da sotto e poi da sopra, finché lo stupore non vi impedisca di atterrare.
Esercizio 3: colorare tutte le facce grigie con le tempere (per sicurezza farlo in cucina, dove, se si sporca, si pulisce prima). 
Esercizio 4: consolare Rosina che piange, comprandole una maglia con le frange. Se non funzionasse, abbracciarla forte. Se non funzionasse, prenderle la mano e aspettare insieme che le passi.
Esercizio 5:  ripetere i primi 4 esercizi con una persona antipatica, e controllare se rimane antipatica o se magari non le scappi da ridere. Questo potrebbe succedere in più casi, ma il più veloce è individuare i baffi e disegnarci sotto la risata con le tempere, con l’abbraccio o con un’idea a piacere.

A questo punto, in genere, incomincia a sgranchirsi una certa serie di MA. Avviene pressappoco così:
MA è anche vero che oggi non è una giornata facile, con tutti quei nuvoloni tra me e il buonumore.
MA Luca mi ha fatto lo sgambetto proprio ieri, e cadendo, lo giuro, mi sono ammaccato il naso (fortuna che la mamma me ne ha messo uno nuovo, mentre aggiustava il primo). 
MA la maglia con le frange era la mia, le tempere si consumano, ne avevo solo due e un’oca non è un bue.

Di questi MA non si sa molto, se non che al palato sanno di polistirolo, alla vista non ricordano i fiori e che c’è un segreto che vale per tutta l’UMANITA’.
E il segreto è che se i MA ce li togli, quello che resta è l’UNITA’.
Come una di quelle foto che vengono bene soltanto se sorridono tutti. O in cui, se ingrandisci le singole facce, ti accorgi che il sorriso di uno e quello di tutti, sono lo stesso. 

L'affrontiera


L'affrontiera è una linea immaginaria dove ci si trova quando si finisce per fare inavvertitamente un affronto a qualcuno. Una volta, proprio in quel punto lì, Luca disse a Giovanni che i suoi denti erano artificiali, e difatti una volta accesi illuminavano tutta la notte di luci splendenti. Ma Giovanni non gli lasciò terminare la frase, perché aveva in mente la dentiera di suo nonno e questo lo offese molto, perché lui aveva la sua che era molto più bella! Dunque lo prese come un affronto, poi prese l'affronto e lo appoggiò sull'affrontiera, prese l'affrontiera e se la appoggiò in tasca, prese la tasca e se la appoggiò in mano, aprì la mano e ci trovò una linea, che non era immaginaria e che non era un affronto per qualcuno, ma magari qualcuno da affrontare, o qualcosa. Ad esempio la paura degli affronti. E l'affrontò.