sabato 8 dicembre 2012

La testa fasciata


Conobbi un tipo strano,
viveva in una grotta,
fasciava la sua testa
prima di averla rotta.

Un tale ancor più strano
nella grotta lì accanto,
vedeva nella fascia
un motivo di vanto:

correva contro il muro
per tutta la giornata,
per rompere la testa
ed averla fasciata.

E tutti e due quei tizi
non dico non sian buoni,
ma a vederli pensavo:
che paio di zucconi!

venerdì 7 dicembre 2012

Tra un paio d'orecchie


Un giorno, non so perché, il signor Rino disse al signor Pino: "ci vediamo tra un paio d’orette."
Il signor Pino, però, che aveva difficoltà a sentire quello che diceva il signor Rino, intese "tra un paio d’orecchie". Lì per lì annuì, ma in seguito continuò a interrogarsi su quali potessero essere le orecchie in seguito a cui si sarebbero visti.
Potevano essere quelle a sventolina della signora Pina? O quelle a elica della signora Erica? Forse quelle a girella della signora Lorella, o quelle a spago di un signore vago, che ogni volta che si parlava di orecchie non si capiva di che orecchie si parlasse. Ma erano comunque due, e potevano certamente essere quelle a cui si riferiva il signor Rino.
Fatto sta che il signor Pino, intento com’era a sondare le orecchie del prossimo, due ore dopo non era più lì e il signor Rino dovette darsi un bel da fare a cercarlo!

giovedì 6 dicembre 2012

Un mondo splendido: questo

C'é un tale di Agrigento, 
che ha un dollaro d'argento, 
lo tiene sopra al naso, 
apposta, non per caso. 

Il caso l'ha portato
 a dare una nasata, 
sulla zecca di stato, 
che però é abbondonata. 

Un dollaro di carta 
per me non vale niente, 
se non lo garantisce 
il sudore della gente. 

Perché vale il lavoro, 
l'impegno, la fatica, 
non tanto la parola 
di gente poco amica. 

Allora venga fuori 
chi agisce di nascosto, 
chi predica star bene 
e fa tutto l'opposto. 

Perché nel nostro mondo 
ci sono dei privati, 
che con una parola, 
fanno più degli stati. 

Uscite allo scoperto, 
guardate il cielo aperto, 
un poco d'acqua e il sole
 fa fiorire il deserto. 

Noi siamo questo mondo, 
non solo lo abitiamo, 
riempiamo bene il petto, 
insieme, per la mano, 

diamo alla nostra terra 
un poco di altro amore, 
per renderla ospitale, 
per gli occhi e per il cuore.

mercoledì 5 dicembre 2012

Un po' di etimologia

Di un tale munito di asta, si può ben dire che sia astuto. Astuta, tuttavia, è anche quella signora che, per mettersi la tuta, mi ha chiesto se posso tenerle un attimo l'asta: mentre le tengo l'asta, dunque, mi astengo. Ma mi astengo anche se ho un'asta a cui tengo molto, o una a cui MI tengo molto, ad esempio x evitare di cadere e sbucciarmi il ginocchio. 
Altri casi strani: ad esempio, se le aste sono tante, abbiamo un astante, ma non si capisce perché uno solo! Queste aste sono mal distribuite! 
Non è tutto: nessuno si é mai neanche insospettito x il fatto che, quando le aste sono poche, nessuno parli di aspoche (una volta, quantomeno, ho fatto una partita a spoker, dove vince chi é più sincero). Ne parlavo proprio con un amico Astigiano, che vedeva l'asta da due fronti: innanzitutto sopra le sopracciglia; in secondo lungo, proprio qui bifronte. Qui bifronte, tra l'altro, tra un'asta e l'altra, dove c'é un'a-sta tale che le macchine ci passano agevolmente. Ma ci si può anche passeggiare soltanto, ovvero con tanto sole, ed é proprio quello che farò! 

domenica 2 dicembre 2012

Il bacio della buonanotte


Le mie gambe sono stanche,
doloranti son le anche,
le mie ossa tutte rotte,
voglio il bacio della buonanotte!

Il mio umore è un po’ scostante
ho finito anche il contante,
piove e ho le finestre aperte,
mi rimbocchi le coperte?

Lo chiedevo, lo speravo,
niente! Neanche Don Gustavo!
(...non è buono per contratto?
Non ha avuto mica tatto!)

E così, pensando ad Aldo
mi son fatto un bagno caldo,
innaffiando la ginestra
ho anche chiuso la finestra,

per i soldi in sovrappiù
mi ci impegno un po’ di più. 

E tutti coloro che han voglia di fare
la notte dei sogni li possa cullare. 

venerdì 30 novembre 2012

Il numero cinico

C'era un tale che era così antipatico che abitava a un numero cinico. Per curarlo lo portarono in un ospedale, che stava invece a un certo numero clinico. Non servì: così, con l'idea di farlo almeno svagare un po', lo portarono da un ciclista, che stava ad un numero ciclico. Tuttavia anche il signor Pino Pirin, beneamato costruttore di girandole, abitava ad un numero ciclico e così incontrarono lui: Pirin Pino consigliò, per risolvere il problema, di recarsi da un limone suo conoscente, che alloggiava poche vie più in là ad un preciso numero citrico. Il limone non c'era, ma al suo indirizzo trovarono il suo amico avocado che, a sorpresa, regalò la sua V al nostro amico. Fu un atto eroico, perché diventò un "Ahò! Cado!" e cadendo si graffiò il naso, ma me valse la pena: il numero cinico fu subito riparato e quel tale divenne molto, molto più simpatico.

giovedì 29 novembre 2012

Un francopollo


C’è un polletto per la strada
che ha sbagliato di contrada
e arrivando vede un pollo
con in mano un francobollo:

corre con il bollo in mano,
ma il fattore un poco strano,
è di ritorno alla fattoria
(mentre vi giuro, prima era via)

e indicandolo col dito
Pensa: “Come va spedito!”
Così gli attacca il bollo alla nuca,
trova la posta e quindi lo imbuca.

Indirizzo: "strada quell’altra"
e se vi sembra una cosa scaltra,
quell'indirizzo faceva rima
con la contrada del pollo di prima!