martedì 22 maggio 2012

quale e tale


Un giorno un tale, ma non so quale,
incontra un tale che è tale e quale.
“Ma quale tale?” grida Pasquale.
“Pasquale quale?” grida Natale.
“Pasquale, il tale che è tale e quale al tale che è tale e quale a Pasquale!”
Pasquale?
Pasquello!
Natale?
Naquale?
Ineguale?
Ineguello!
Indisposto?
Va bene sposta.

Ma in quale posto? Mica so dove!
Dentro il mio cuore, che fuori piove! 


ridotto a dirotto


Piove a dirotto
se dico "otto",

se dico "nove"
piove a dirnove.

"Dirdieci" dissi,
ma non lo scrissi;

scrissi "dirsei"
e lo disse lei.

Lei disse "otto"
ma il mio biscotto

ora è un bistrè,
tu dimmi perché!

Un paperotto,
che era lì sotto,

chiese a qualcuno
se paperuno

passasse di lì:
gli dissi di sì!

Però qualcotto,
saltò di botto,

e disse di no
e altro non so!

domenica 20 maggio 2012

levarsi di dove?


Allora, cosa fai lì?
Scusa scusa, mi levo di torno.
Ma se torno, come faccio a levarmi?
Allora mi levo di vado?
E dove vai?
Intorno.
Meglio se invai.
Non vorrei essere invadente, sai anche per le carie, c’è tanto di quel tartaro nell’aria...

E il tartaro, che non solo non amava la guerra, ma non voleva cariare nessuno, sì levò di torno.
Ma se torna, come va a levarsi?
Allora si lava di torno: meglio un tartaro lavato che una carie in carriera.
La sua carriera, tra l’altro, è stata stroncata, ma ha fatto in tempo a prendere la corriera successiva. Un successo, difatti.
Che è ancora meglio che un successo di parole. 

venerdì 18 maggio 2012

un po' di mitologia


Dove sorge un sorso d’acqua
qualcun altro ci si sciacqua,
ma se l’altro non è uno
e "non altro" è un bel nessuno,

che ne sai che non sia Ulisse,
che da vecchio saggio disse:
“Va che io mica son io,
sono il nonno dello zio,

son lo zio di uno che c’è
quando dico che son tre,
se son tre non sono io
i citrulli fan pio pio,

le galline le saccenti
e si son cariati i denti.
Forse sono un orso bruno,
ma tu chiamami Nessuno”.


(questa è la vera frase pronunciata da Ulisse a Polifemo. Chi riesce, si immagini la faccia del ciclope; chi non ci riesce, guardi la propria allo specchio)

Rispose Polifemo:
“non sono mica scemo,
ti picchio con un remo,
con quel ciuffo da emo!”

(le mode ritornano, a volte)

E Ulisse, che era saggio,
con un grande coraggio,
ma un poco vanitoso,
si fece un po’ nervoso,

trovando affatto buffo
curarsi del suo ciuffo,
purché gli stesse bene,
di fronte alle sirene. 

l'arte non è parte


Un artefatto fatto ad arte
e un antefatto fatto ad ante,
si sfidarono a carte
nella luce assordante.

Si vedeva assai poco,
si sentiva ancor meno,
non vi dico che gioco!
Ma in un battibaleno,

arrivò un elefante
che firmò l’artefatto,
poi socchiuse le ante
e ci appese su il gatto. 

i misteri della fattoria


ANTEFATTO

Il signor “e così via”
e il “pronti partenza via”
corsero in batteria
nella vecchia fattoria.

Lo zio Tobia gli chiese,
due volte per un mese,
di far la maionese
e metterla a maggese.




FINALE A

Ma era passato maggio,
aprile ancor di più
la misero a giugnese
e non ci pensaron più.



FINALE B

“Non si può mica fare,
non è rotondo il mare,
non vuole zia Maria,
non farlo e così via...”

Diceva il primo amico.
Ma io, dall’ombelico,
sbirciavo invece l’altro
che fu un poco più scaltro

e disse: “oh zio del cuore,
ti colga il buonumore!
Se farlo è una follia,
pronti, partenza, VIA!”

giovedì 17 maggio 2012

il consolato


Una volta, in cima a una bella montagna, sorse un consolato. Tutte le persone sconsolate ci andavano per essere consolate. Per alcune accadeva davvero, mentre altre, non si sa bene per quale criterio, venivano prese a consolate.
Il mestiere del console può essere infatti tutt’altro che semplice e spesso vengono suggeriti dei caschetti da minatore, anche se giuro che ho visto anche dei minatori con la frangia che stavano benissimo.
Ma i consoli non amano le frange, né amiche né nemiche. Per questa ragione, i minatori le cui pettinature vengono meno emulate, vengono omaggiati di premi di consolazione, se premi i quali esce un console che ti stringe la mano con calore.