sabato 5 maggio 2012

menù a tempo


Quando si mangia da zio Rosario,
per ogni piatto c’è un certo orario:

un quarto alle otto: si mangia il risotto.
Tre e diciassette: le sottilette.
Due e trentatré: patate e purè.
Diciotto e trenta: si serve polenta.
Diciotto e trentuno: magro e digiuno.

E per lo spuntino di mezzanotte,
accorreranno tutti a frotte.

le renne parapire (entrambe)


La renna Parapiro
e la renna Piripero,
si prendevano in giro
sotto l’ombra di un pero.

Ma quel "pero" era un "però"
E però non so che cosa.
Se che cosa non lo so,
non sarà però qualcosa.

Forse forse quel "però",
che ci ha fatto preoccupare,
in principio era un "non so"
e così non so che fare.  

Ma peroro ancora un po’
-    mi confondo per davvero -
quella causa del però,
che non era altro che un pero.

Alle renne parapire,
quel che basta, quel che resta,
offro tutto il mio gioire
ma anche un po’ di mal di testa. 

la renna Parapiro


La renna Parapiro
andava sempre in giro,
ma quasi mai tornava:
partiva e poi restava.

Restando, spesse volte
le trecce aveva sciolte
(poiché ne aveva molte,
le sciolse molte volte).

Un giorno, sopra un prato
(su cui era restato)
conobbe un avvocato,
davvero ricercato.

Ricercato nel vestire,
nel parlare, nel dormire,
ricercato dai clienti,
disarmati e sorridenti,

e anche un po’ dalla polizia,
che non l’ha mica portato via,
perché gli è sembrato troppo sincero
di fronte alla renna Piripero.




Ma chi è la renna Piripero?? Bisognerebbe andare all’anagrafe delle renne.
Che si trattasse di una renna che non partiva, ma rimaneva direttamente sul prato? Forse la cugina di campagna della renna Parapiro? O la renna Parapiro stessa, acconciata per il carnevale che si festeggiava sul prato?

la primaversa


Venne di colpo la PRIMAVERSA,
sembrava dritta invece era inversa,
per sicurezza la misi in versi,
la raccontavo ma poi mi persi.

Mi ritrovai in un boschetto di suoni,
vi appresi molte informazioni,
su una stagione davvero breve,
che prima si versa e dopo si beve.

Il verso poi fila dritto nel cuore
dei bimbi bianchi e di colore,
a cui la stagione era dedicata,
prima bevuta e dopo versata.

la casa Luca


Questa casa non è un Alberto! …è un Luca!
Una casa Luca si sveglia a volte tardi, a volte presto, si lava e si spolvera, ma mai una volta che esca di casa. Tuttalpiù dà un’occhiata in giardino e saluta il giardiniere, o alla candela e saluta il candeliere. Il candeliere ricambia il saluto: lui sì che si chiama Alberto, e la sua fiammella sempre accesa fa un bell’inchino di bentrovato.
Una volta invitai la casa Luca a prendere una boccata Daria. 
Ne nacque una grande simpatia. Da allora, le finestre di Luca sono quasi sempre aperte. Daria passa ridendo piano tra i cuscini e le tende; altre volte arriva correndo e lascia cadere i petali dei fiori sul pavimento. Luca borbotta felice, la candela saluta come sempre e non c'è mai una volta che si spenga. 

giovedì 3 maggio 2012

storie di laghi


Una donna bugiarda,
sopra il lago di Garda,

incrociò un tipo secco,
sopra il lago di Lecco,

che leggeva un gran tomo,
sopra il lago di Como.

Vide che aveva un neo
sopra il lago di Iseo

e anche un bel punto nero
sopra il lago di Pero,

dove il lago non c’è,
ma lo disse perché

si sbagliava di cuore
sopra il lago Maggiore. 

mercoledì 2 maggio 2012

le vocali con le pere


Conosco una pera
che in primavera

migra in Perù:
le piace di più.

Vi dico però
una cosa che so:

qualcuno perì
lunedì o giovedì.

Ma non erano pere,
lo dovreste sapere!