lunedì 22 dicembre 2014

La stella di Natale

Una stella di Natale,
fischiettando allegramente,
ha deciso di planare
sulle teste della gente.

“Guarda in alto, non in basso!
C’è la stella di Natale!”
i bambini fanno chiasso.
“State attenti sulle scale!”

Quanta gente la non la vede!
Tutti attenti alle vetrine!
Poi a casa ci si siede...
“Ehi! Non vanno le lucine?”

E si affanna la zia Enza,
ha comprato sei regali,
ma Raimonda è ancora senza!
"...le cugine sono uguali!"

Ci si svuota il portafoglio
per la cena più speciale...
“Sentirete questo olio!”
Ma... la stella di Natale?

È una stella assai paziente,
resta in cielo senza fretta,
la sua luce sorridente,
se la tiene lì e fischietta...

Poi arriva la sua ora!
Il momento più opportuno!
Nella notte prende e vola,
fino al cuore di ciascuno

e lo riempie di dolcezza
e per sé non chiede niente,
ma per tutti ha una carezza
e il momento commovente

in cui ci si trova insieme
con di fronte i propri cari,
e nel cuore brilla il bene
e non servono i regali.

E così che questa festa
sembra a tutti un po’ speciale,
per la luce che ci presta
quella stella di Natale. 


Per finire una guerra


Per finire una guerra ci sono un sacco di modi. Ve ne dico alcuni, poi continuate voi.
Alfonso finì una guerra piantando ciclamini. Li innaffiò anche per tre settimane, a dire il vero. I ciclamini gli ricordavano la zia Martina, che da bambino gli cucinava la focaccia con i semi di sesamo. I ciclamini infine fiorirono e, da un secondo all’altro, si portarono via la guerra con tutte le armi e i cannoni. Portarono via persino le divise e, al loro posto, rimasero un sacco di soldati nudi, che non sapevano dove guardare per l’imbarazzo. Erano proprio tutti uguali.
Ma le guerre sono tante. Rosaria ne finì una regalando la sua bambola più bella alla figlia del vicino, che era povero e poteva permettersi solo giocattoli di seconda mano. Delia finì una guerra descrivendo il mare a una persona che cattiva, che però quella volta si commosse.
Raffaella finì una guerra scoprendo che il suo nome era l’anagramma di “farfalla”, e quando si accorse che non era vero era troppo tardi, perché la guerra ormai era finita.
Il piccolo Nando finì una guerra ascoltando lo zio fare le voci strane, e rise tanto che per poco non si fece la pipì addosso.
Troppo facili? Proviamone più difficili.
Giuliano volò da solo da qui alla luna, dalla luna a Marte, da Marte allo stretto di Marsul, che è sul pianeta Pandoro. Quindi tornò a casa e si fece la doccia. La mattina dopo andò al lavoro e non disse niente a nessuno. Ma ogni tanto pensava al suo viaggio incredibile e sorrideva. Sorrise a Lucia, Goffredo e Aldo. Sorrise all’edicolante, al controllore del treno e al mendicante al semaforo (gli diede anche una lira, e il mendicante iniziò a suonarla allegramente). Sorrise alla moglie e raccontò la sua storia a suo figlio, che l’ascoltò a bocca aperta e si dimenticò di avere il raffreddore. Quel weekend sorrise persino a Nestore, dimenticandosi del perché avevano litigato. Finì così un’altra guerra.
L’ormai leggendario iperprofessor Fanfaronio Cilecca inventò una macchina per far finire le guerre, che diventò un programma del PC e infine un’applicazione del cellulare. E non funzionava, ma era così bella da guardare che funzionava lo stesso.
Si finisce una guerra con il solletico, coi fuochi artificiali e con gli auguri di Natale. Si finisce una guerra saltando, ballando e giocando a freccette.
Si finisce una guerra giocando e ridendo fino a stancare la pancia. Si finisce una guerra iniziando la pace, e la pace è in milioni di piccole cose. Si finisce una guerra in milioni, mentre la si era iniziata sempre in pochi. 
Ora tocca a voi però, l’avevo detto da prima!
Come si finisce una guerra?

giovedì 11 dicembre 2014

Il secchio infiniito


C’è un piccolo bambino
che tiene in mano un secchio,
intorno il mondo intero
che sembra già un po’ vecchio:

la gente corre, piove,
la strada va in salita,
si cerca in ogni dove
il senso della vita.

Si cerca in un oggetto,
nei battiti del cuore,
forse nell’intelletto,
a volte nell’amore

che è ancora sconosciuto
ma dà sull’infinito,
si chiede spesso aiuto
perchè non si ha capito

che il cuore è tutto un mondo
di doni in divenire,
un pozzo senza fondo
che non si può riempire:

non si riempie una fonte
piena d’acqua splendente,
ma il suo nuovo orizzonte
è donarla alla gente.

“E non ci vorrà poco
ma farlo sarà bello!”
e questo è il nuovo gioco
del bimbo col secchiello.