lunedì 22 dicembre 2014

La stella di Natale

Una stella di Natale,
fischiettando allegramente,
ha deciso di planare
sulle teste della gente.

“Guarda in alto, non in basso!
C’è la stella di Natale!”
i bambini fanno chiasso.
“State attenti sulle scale!”

Quanta gente la non la vede!
Tutti attenti alle vetrine!
Poi a casa ci si siede...
“Ehi! Non vanno le lucine?”

E si affanna la zia Enza,
ha comprato sei regali,
ma Raimonda è ancora senza!
"...le cugine sono uguali!"

Ci si svuota il portafoglio
per la cena più speciale...
“Sentirete questo olio!”
Ma... la stella di Natale?

È una stella assai paziente,
resta in cielo senza fretta,
la sua luce sorridente,
se la tiene lì e fischietta...

Poi arriva la sua ora!
Il momento più opportuno!
Nella notte prende e vola,
fino al cuore di ciascuno

e lo riempie di dolcezza
e per sé non chiede niente,
ma per tutti ha una carezza
e il momento commovente

in cui ci si trova insieme
con di fronte i propri cari,
e nel cuore brilla il bene
e non servono i regali.

E così che questa festa
sembra a tutti un po’ speciale,
per la luce che ci presta
quella stella di Natale. 


Per finire una guerra


Per finire una guerra ci sono un sacco di modi. Ve ne dico alcuni, poi continuate voi.
Alfonso finì una guerra piantando ciclamini. Li innaffiò anche per tre settimane, a dire il vero. I ciclamini gli ricordavano la zia Martina, che da bambino gli cucinava la focaccia con i semi di sesamo. I ciclamini infine fiorirono e, da un secondo all’altro, si portarono via la guerra con tutte le armi e i cannoni. Portarono via persino le divise e, al loro posto, rimasero un sacco di soldati nudi, che non sapevano dove guardare per l’imbarazzo. Erano proprio tutti uguali.
Ma le guerre sono tante. Rosaria ne finì una regalando la sua bambola più bella alla figlia del vicino, che era povero e poteva permettersi solo giocattoli di seconda mano. Delia finì una guerra descrivendo il mare a una persona che cattiva, che però quella volta si commosse.
Raffaella finì una guerra scoprendo che il suo nome era l’anagramma di “farfalla”, e quando si accorse che non era vero era troppo tardi, perché la guerra ormai era finita.
Il piccolo Nando finì una guerra ascoltando lo zio fare le voci strane, e rise tanto che per poco non si fece la pipì addosso.
Troppo facili? Proviamone più difficili.
Giuliano volò da solo da qui alla luna, dalla luna a Marte, da Marte allo stretto di Marsul, che è sul pianeta Pandoro. Quindi tornò a casa e si fece la doccia. La mattina dopo andò al lavoro e non disse niente a nessuno. Ma ogni tanto pensava al suo viaggio incredibile e sorrideva. Sorrise a Lucia, Goffredo e Aldo. Sorrise all’edicolante, al controllore del treno e al mendicante al semaforo (gli diede anche una lira, e il mendicante iniziò a suonarla allegramente). Sorrise alla moglie e raccontò la sua storia a suo figlio, che l’ascoltò a bocca aperta e si dimenticò di avere il raffreddore. Quel weekend sorrise persino a Nestore, dimenticandosi del perché avevano litigato. Finì così un’altra guerra.
L’ormai leggendario iperprofessor Fanfaronio Cilecca inventò una macchina per far finire le guerre, che diventò un programma del PC e infine un’applicazione del cellulare. E non funzionava, ma era così bella da guardare che funzionava lo stesso.
Si finisce una guerra con il solletico, coi fuochi artificiali e con gli auguri di Natale. Si finisce una guerra saltando, ballando e giocando a freccette.
Si finisce una guerra giocando e ridendo fino a stancare la pancia. Si finisce una guerra iniziando la pace, e la pace è in milioni di piccole cose. Si finisce una guerra in milioni, mentre la si era iniziata sempre in pochi. 
Ora tocca a voi però, l’avevo detto da prima!
Come si finisce una guerra?

giovedì 11 dicembre 2014

Il secchio infiniito


C’è un piccolo bambino
che tiene in mano un secchio,
intorno il mondo intero
che sembra già un po’ vecchio:

la gente corre, piove,
la strada va in salita,
si cerca in ogni dove
il senso della vita.

Si cerca in un oggetto,
nei battiti del cuore,
forse nell’intelletto,
a volte nell’amore

che è ancora sconosciuto
ma dà sull’infinito,
si chiede spesso aiuto
perchè non si ha capito

che il cuore è tutto un mondo
di doni in divenire,
un pozzo senza fondo
che non si può riempire:

non si riempie una fonte
piena d’acqua splendente,
ma il suo nuovo orizzonte
è donarla alla gente.

“E non ci vorrà poco
ma farlo sarà bello!”
e questo è il nuovo gioco
del bimbo col secchiello. 

sabato 29 novembre 2014

Il negozio di nasi


Si apre da oggi un negozio di nasi,
ne vendiam proprio per tutti i casi:
nasi per acuire l’intuito,
nasi da corsa per ogni circuito!

Il pezzo forte è un bel naso aquilino
da regalare al proprio vicino
se non è un’aquila, ecco, e per giunta
apre la posta col suo naso a punta.

Per chi è affamato, un naso a patata
casca a pennello nell’insalata,
e per mangiarlo – mossa provetta –
ecco uno sconto sul naso a forchetta!

Nasi romani per solo un sesterzo,
nasi giocondi che stanno allo scherzo,
nasi al plutonio, un poco esplosivi,
nasi da penna coi quali ci scrivi.

Nasi a tamburo che suonano forte,
nasi a batacchio che ti apron le porte.
Nasi a pennello, nasi a bastone,
nasi al frullato per la colazione.

Nasi da appoggio se la testa cade,
nasi-gatori che mostran le strade,
nasi al sapone che fanno le bolle,
nasi piangenti da sbucciacipolle,

Nasi giallini, nasi al lampone,
nasi davvero per ogni occasione!
Forse per questo la folla ci ha invasi
da quando è aperto il negozio di nasi! 

giovedì 27 novembre 2014

Un jingle grammaticale


Se tiro un sasso e sul naso ti centro,
non potrai dire che dopo non c’entro.
C’entro, a ben dire, pur dalla porta,
entro a cercarti un bel naso di scorta. 

Le cose delle vita


Le cose della vita,
son tante, son profonde,
si gioca una partita,
si viaggia sulle onde,

ovunque la bellezza
di tutto ciò che varia,
il tempo è una fortezza
leggera come l'aria.

Il viaggio è luminoso
persino quando è scuro,
cerco dovunque e oso,
plasmando il mio futuro.

E intanto, poco a poco,
guardando tutto intorno,
in ciò che era più fioco
scopro luce del giorno,

dove non c’era niente
si leva divertita
la voce del presente, 
il gioco della vita. 

mercoledì 12 novembre 2014

Gocciolina


C’è una bella gocciolina
che va via controcorrente,
c’è la pioggia: lei la schiva
perchè è sempre sorridente!

Vola forte verso l’alto,
buca tutti i nuvoloni,
sembra un petalo di pioggia
però è fatto di canzoni.

Al di là del temporale
trova un cielo allegro e fresco,
quando provo a immaginarla
all’inizio non ci riesco...

Però provo e provo ancora
finché, come per magia,
“Ehi! Ma è lei! Ritorna indietro!”
Avrà avuto nostalgia?

Ora guardo sul balcone:
c’è una gocciola di sole!
La trasformerò in risate
che però sono parole,

per donarne tutti i raggi,
dare un bel bacio a chi legge,
dire: il sole è nella pioggia
e comunque ci protegge! 

giovedì 6 novembre 2014

Un canto di perdono


Nel cuore grida un canto di perdono
per tutto quel che adesso è stato fatto,
è questa la mia razza, è quel che sono
e un po’ di me rivive in ogni atto

e non si può fermare col rancore
e neanche allontanare con lo sdegno,
ma solo attraversando quel dolore,
plasmando con la vita un nuovo impegno:

distruggere e ricostruire un tempio
che si erge nel profondo di se stessi,
chi ha amato ci ha già dato il proprio esempio,
ma amare non concede compromessi.

È questa la potente decisione
per una terra dolce come il miele,
un canto che non teme l’occasione
di non negare amore a chi è crudele.

E il cuore dentro il cuore ci si spezza
e geme in ogni immagine di morte,
ma trova nell’amore la sua altezza
e spiega sul futuro le sue porte.

E se il futuro nasce nel presente
ed il presente è dato come un dono
la pace nel futuro più splendente
si intona come un canto di perdono.


Dedicata a tutte le cose brutte che ancora accadono sulla terra e a chi, rendendosene più o meno conto, le mette in atto. 

Il vento più bello


Ho in mente un venticello
Milano - Reggio Emilia,
perbacco quanto è bello!
La barba mi scompiglia!

È fatto di pensieri,
è tutto colorato,
si vola via leggeri
nel cielo blu stellato.

Va bene che ora è giorno,
ma tanti brillantini
si stendono qui intorno,
risate di bambini

trovano l’età adulta
e tutto sembra vivo
e il cuore un po’ sussulta
e questo te lo scrivo!

Chissà dove mi porta...
è un bell’indovinello!
Ma adesso non importa 
...mi piace il venticello! 



Dedicata a Sara, la mia amica di aquilone!

lunedì 27 ottobre 2014

Il fiore magico


Vorrei scriverti un fiorellino con sei petali. Il primo è un petalo di colori, e questi colori sono il blu, il verde e il turchino. Il secondo è una stella. Il terzo i sogni di questa e di mille altre notti. Il quarto sono occhi che cercano magie nell’aria, l’aria che cerca magie negli occhi, occhi che fanno magie. Il quinto è un viaggio interstellare, alla ricerca della stella del secondo petalo. La si raggiunge a nord dello stelo e a sud delle nuvole, ma non del cielo, che è dappertutto! Il sesto è la meta di un viaggio, ma non si sa quale viaggio e non si sa quale meta. Ma il viaggio era un viaggio bellissimo! 

venerdì 24 ottobre 2014

Gli amici raggi


C’era una volta un raggio di sole
esploso tra centomila parole,
ha un grande amico: un raggio di luna,
che lo accompagna per buona fortuna.

Corrono i raggi e vanno lontano,
ma certe volte stanno anche in mano,
puoi conservarli dentro una tasca,
però è più bello se uno ti casca

...e ancora meglio se cascano entrambi!
Ridono i fiori sui loro gambi,
perché i due raggi tutti felici
corrono insieme, sempre più amici!

domenica 19 ottobre 2014

L'antica email


Ho scritto un bel messaggio profumato,
l’ho scritto bene sulla cartapaglia,
l’ho scritto prima in brutta, poi copiato,
con una riga per quando si sbaglia.

Mi ha preso un po’ di tempo, lo confesso
tanta è la fretta, rare le mezz’ore,
tra le parole e il tempo che ci ho messo,
capite che è un messaggio di valore.

L’ho chiuso bene con la ceralacca,
mi son recato poi verso la posta,
la busta liscia dentro la mia giacca
“Mi serve un francobollo, quanto costa?”.

Chissà se tutto ciò era necessario...
certo potevo metterci un po’ meno,
ma mi ha svelato il mio destinatario
che dentro c'era un po' di arcobaleno! 

martedì 14 ottobre 2014

Un sano esercizio!


Data l’aria un po’ nebbiosa,
ti propongo questa cosa:
chiudi gli occhi stretti stretti,
pensa al gusto dei confetti,

all’odore di aria buona,
a un bel canto che non stona
ma nel cielo vola e scappa
...c’è l’azzurro oltre la cappa!

Pensa al tocco della sabbia,
a un perdono senza rabbia,
al futuro come un ponte
sopra tutto l’orizzonte.

Se al lavoro brighi e chiami,
pensa un poco anche a chi ami,
a un sorriso celestiale
che diventa esponenziale

o all’abbraccio frizzantino
che conosce ogni bambino,
nel bel tempo senza poi,
dove fummo tutti noi!

E pensando forte forte,
hai aperto cento porte,
un pensiero, solamente,
ti ha già reso sorridente,

e un sorriso nel grigiume
a vederlo è come un lume,
che del grigio squarcia il velo
regalando a tutti il cielo! 

martedì 7 ottobre 2014

Il mio ombrello


Ho un ombrello colorato
che non è volato via,
sa di fragola e gelato
serve a farmi compagnia,

ha il profumo di violetta
e di allegri ciclamini,
puoi portarlo in bicicletta
tanto mica lo rovini!

Ha una forma pacioccosa,
con un’apertura alare
a dir poco strepitosa
e se vuole può volare!

Ma, per quanto sia fatato,
non gli importa la magia,
sulla spalla sta appoggiato
e ama farmi compagnia! 

lunedì 6 ottobre 2014

Aria di sogni


Aria di sogno
Sogno di aria
Aria di segni
Disegni l’aria

Segni di sogno
Trasogno l’aria
Trasudo sogni
Sogni di aria

Sono di aria
D’aria ho bisogno
Bisonti d’aria
Disegno in sogno

Sogno di segni
Segni di aria
Aria di sogni
Sogni di aria.

venerdì 3 ottobre 2014

Trottolina


Una trottola saltella,
com’è brava! com’è bella!

Salta sopra il pavimento,
con assiduo giramento,

ti rimbalza su una calza,
ma il girare ancora incalza,

salta e gira gira e salta
e poi mica si ribalta,

tuttalpiù rallenta un poco,
però non finisce il gioco

e, prima che tocchi il suolo,
la potrai prendere al volo,

aiutandola col dito
a girare all’infinito! 

mercoledì 17 settembre 2014

L'albero delle filastrocche


C’è un albero speciale,
che fa le mele cotte,
c’è un clima equatoriale,
mi chiudo in una botte:

aria condizionata,
cento ventilatori!
Ma che botte pregiata,
non ne vengo più fuori!

Ma facendosi sera,
sento un certo languore,
basterebbe una pera,
già ne sento l’odore...

mi avvicino pian piano
e spalanco la bocca
ma c’è un frutto un po’ strano!
Dico! È una filastrocca!

Non so se masticarla...
Sarà poi nutriente?
Non sazia, ma ti parla...
che è già meglio di niente!

martedì 2 settembre 2014

Una bolla di sapone


Una bolla di sapone,
brilla tutta di allegria,
porta gioia alle persone,
fa una piccola magia:

ha del sole ogni colore
e li porta un poco a spasso,
mette a tutti il buonumore
e i bambini fanno chiasso,

mentre i grandi, superiori,
fan chissà quali discorsi,
ma ne sbirciano i colori
e ricordano i trascorsi...

Una bolla di sapone
salta in aria in un baleno,
con il vento si dispone
come un tondo arcobaleno,

in un soffio puoi donarla
ma, afferrandola, è sparita,
puoi soltanto accompagnarla
un po’ come con la vita. 

sabato 16 agosto 2014

UN ASINO CHE VOLA


Conosco un asinello
che va di buona lena,
ha il cuore in un cestello,
che tiene sulla schiena,

con i suoi zoccolini
solca il cielo e le stelle,
porta ai grandi e ai bambini,
mille e più cose belle!

Un asino che vola,
direte: non esiste!
non lo insegna la scuola!
Sono cose mai viste!

Ma lui vola lo stesso
e raglia sorridente,
lo vedo proprio adesso
che atterra tra la gente!

Sapete dove porta
il cestello col cuore?
Lo tiene come scorta
per chi è di malumore:

Qualcuno è dispiaciuto?
Eccogli una parola
che in meno in un minuto
ridendo lo consola!

Ha pensieri felici
per chi perde la via
e un milione di amici
a cui dare allegria,

perché il cuore più lieto
dona quanto ha di bello
ed è questo il segreto
di quel bravo asinello!

domenica 27 luglio 2014

Un pensiero spensierato


Un pensiero spensierato
sa di zucchero filato,
di coriandoli e risate,
di ricchezze inaspettate,

svolazzando senza fretta,
vede un passero e cinguetta,
vede un bimbo e guarda in alto
vede un buco e ci fa un salto.

vede il bel sole che sorge,
vede tutto quel che scorge
e dovunque c’è il riflesso
di una parte di se stesso. 

sabato 26 luglio 2014

Bravo calcolatore!


Conoscevo un inventore
che, facendo l’inventario,
ha scoperto un’invenzione
con un che di straordinario!

Ecco un bel calcolatore
che non fa le sottrazioni,
nulla toglie a nessun’altro
ma, al contrario, fa dei doni!

Anche il tasto del diviso,
ha poteri strabilianti,
tu lo schiacci ed.. ecco fatto,
ha diviso i litiganti!

Una “x” fa l’occhiolino
 Viva il moltiplicatore! 
che moltiplica soltanto
gentilezza e buonumore!

E se queste tre funzioni
hanno dato i loro frutti,
non ci serve l’addizione,
perché tutto è già di tutti! 

domenica 20 luglio 2014

Vita da latticino

Una crescenza di Crescenzago,
amava i monti ma stava al lago.
Si confidò con una fontina
che amava il lago ma era in collina.

Questa le disse del quartirolo,
che amava Como ma era in Tirolo
e per scappare al più presto da lì
aveva messo al suo posto del brie.

Raccontò pure di quella robiola,
che si sentiva triste da sola
e, travestita da mozzarella,
andò a Strasburgo dalla sorella. 

Certo, alle volte, andava anche peggio
basti pensare a quel buon taleggio
che travestendosi da stracchino
finì in un lampo dentro un panino.


giovedì 10 luglio 2014

Lucciolina e l'imperatrice


Un giorno Lucciolina
chiese all’imperatrice
che cosa le servisse
per essere felice.

La donna le rispose
che nel suo grande impero
voleva veder tutti
sorridere davvero.

“La strada non è breve”
spiegò la luminosa
“ma io ti voglio bene
e inventerò qualcosa!”

Chiamò duemila amiche
(o forse anche un milione)
e le invitò nel cuore
di tutte le persone.

Da allora, per ciascuno,
nel momenti più duri,
c’è qualcosa di bello
di cui esser sicuri:

che nascosto nel cuore,
dietro a una porticina,
c’è un pensiero d’amore
con la sua lucciolina.

domenica 6 luglio 2014

UN MONDO INCANTATO


Ho in mente un mondo fatto d’incanto,
dove chi ha male, non lo ha per tanto,
dove si tende sempre la mano,
per aspettare chi corre più piano,

dove nessuno si sente diverso,
dove il bel cielo sorride ed è terso
e tante gente che prima era sola,
sa che donando ci si consola,

che un mondo intero è al di là di se stessi
e che è l’amore che porta i progressi,
dove la scienza, l’economia,
non sono preda di alcuna malia,

ma sono un dono per tutta la terra,
da cui scompare per sempre la guerra.
E questa guerra che vive nel cuore,
la si combatte a colpi di amore,

la si combatte un passo ogni giorno,
ogni vittoria fa bene a chi è intorno
e se ciascuno farà altrettanto,
sorgerà presto quel mondo d’incanto!






giovedì 15 maggio 2014

Un colpo di limenik (tre strani signori)


Un signore di Bollate assai mansueto
una volta si vestì da sottaceto
e aspettò in sala d’aspetto
di saltare nel vasetto
quel signore di Bollate assai mansueto.

***

Un signore di Precotto
sa contare fino a otto,
però quando arriva a sette
lui per risparmiare e smette,
l’avarissimo signore di Precotto.

***

Un signor con le bretelle,
ha le gambe fatte a elle
e le usa per zappare
la sua spiaggia vista mare,
quell’ellittico signor con le bretelle. 

Ginetto Cuorcontento


Un giorno a fine aprile,
Ginetto Cuorcontento,
si mise in una tasca
il tetto e il pavimento.

Nell’altra, le pareti.
Ed il giardino? In mano!
Signori! Vedo bene?
Mi pare un gioco strano!

Dei molti suoi amici,
scelse tutti più belli,
mettendone uno a uno
sul naso e sui capelli.

Ma il suo naso a patata
fu anche l’ultima tappa,
perché un attimo dopo
era pronta la pappa. 

venerdì 9 maggio 2014

Il commendator Visconti


Visse un giorno a Vimercate
sopra un trono di patate,
il commendator Visconti,
benvoluto dai più tonti.

Quanto i tonti erano tanti,
li trattava con i guanti,
quando i tonti erano pochi,
si trovava tra due fuochi:

lui però li prese entrambi, 
senza pause e senza cambi,
e ci cosse le patate
sul suo trono a Vimercate. 

mercoledì 7 maggio 2014

Ercolino e il deltaplano

Ercolino Posapiano,
ha comprato un deltaplano,
l’ha smontato e, adesso, il “plano”,
lo solleva con la mano.

Dentro l’altra tiene il “delta”,
ma lo poserà alla svelta,
perché un delta senza plano,
se ne scorre a tutto spiano.

Ha spianato infine il delta,
perché ha fatto la sua scelta
rimontando il deltaplano,
Ercolino Posapiano. 

La pasta all'olio


«Oggi pasta all’olio!»
Esclamò la Zia Giuseppina battendo le mani dal centro della cucina.
«Mi dispiace, non mangio pasta.»
Rispose l’olio dal centro della mensola.
Zia Giuseppina la guardò sbigottiva:
«Ma come, l’hai sempre mangiata!»
Niente da fare: l’olio non ne voleva sapere. «I carboidrati sono buoni per idratare il carbone, mica per riempire la pancia di un bell’olio nobile come sono io.
Che, per giunta, la pancia non ce l’ho!»
E stava proprio per indicare la pancia che non aveva, quando qualcuno gli fece notare che non aveva nemmeno le dita.
«A questo si può ben rimediare», disse la zia Giuseppina, che ci teneva molto a fare pace, e versò immediatamente due dita d’olio in un bicchiere.
Come ebbe le sue dita, tuttavia, l’olio prese forsennatamente a indicare la pancia che non aveva, in cui mai e poi mai si sarebbe potuta inserire della pasta. Non ci fu verso di farlo ragionare.

La pasta, lontana dall’olio, rimase così a bocca asciutta e divenne pasta asciutta; si sposò successivamente con la signorina acqua del rubinetto, con cui visitò molte pance insieme a un sacco di sughetti gustosi. 

sabato 3 maggio 2014

L'elevanza


Il mio amico Sante
è sempre ELEVANTE:
distinto e fiorito,
non bada al vestito

ma ai salti del cuore,
al sole, al colore,
così tutt’a un tratto
se ti eri distratto,

ti porta nel vento
fino al firmamento,
e stelle e balocchi
ti trovi negli occhi

e niente ti dice,
ma tu sei felice
di un riso giocondo
che è fatto di mondo. 

domenica 27 aprile 2014

Il vento del Salento


Me ne andavo in mongolfiera
su una vecchia tiritera.
feci poi un giro di prova
su una tiritera nuova,

ero in volo sul Salento
quando un alito di vento
fu scambiato per canzone
con mia gran soddisfazione.

La cantai su un deltaplano,
finché il vento, su Milano,
saltellò cambiando verso
finché il cielo non fu terso.

Or che il cielo era pulito,
mi cercai un altro vestito,
e per classe e per bon ton,
indossai un bel carillon.

La mia stella


Il mio cuore è una fiammella
dolce e viva, dolce e bella,
è piccina ma fa luce,
per la terra mi conduce,

mi dà forza e tenerezza
e mi svela la certezza
che la vita ha una sorgente
che è nel cuore della gente,

mille fiamme in un istante,
fanno luce scintillante, 
mille raggi di una stella,
tra cui c’è la mia fiammella!

domenica 13 aprile 2014

Il poeta motore

C’era una volta il motore di un'auto,
che decantava dei versi di Plauto.
Tanto più forte l’auto filava,
tanto più in fretta li decantava.

Quando le curve erano tante,
si accompagnava girando il volante
e lampeggiava, con fare teatrale,
ad ogni incrocio il brillante fanale.

Ed il motore della faccenda,
è cosa strana, ma mica tremenda:
Plauto è un leone (il mio preferito)
e ogni suo verso è un potente ruggito! 

sabato 5 aprile 2014

Le due filastrocche


C’era una volta una filastrocchina,
che era carina ma tanto piccina,
si vide innanzi una filastroccona,
che era gigante però tanto buona;

insieme han fatto una bella matassa
e danno baci alla gente che passa!
Importa poco se grande o piccino,
se doni gioia a chi passa vicino!

Se poi la gioia si dà tutti insieme
c’è tutto il mondo coperto di bene,
baci e sorrisi su tutte le bocche,
come han scoperto le due filastrocche! 

Filastrocca del pubblicitario

Filastrocca del pubblicitario,
non l’ho trovata sul sussidiario,
ma, anche se non ne parla la scuola,
c’è qualche cosa che qui mi consola:

pubblicitario è, a ben dire, un artista,
che alle parole concilia la vista,
che alle emozioni dà un buon sapore,
e fa scintille con lo stupore.

È un bel lavoro gioioso ma dotto,
che ti presenta un servizio o un prodotto,
salvo, ovviamente, se manca la gioia,
perché in quel caso ti riempie di noia.

Quando “prodotto” vuol dire “profitto”,
allora il cuore si fa zitto zitto;
chi paga tanto non vuole proteste,
e chi era artista così si traveste,

e ad un sol tempo traveste il prodotto,
senza più dire quel che c’è sotto,
e quando grida “comprare comprare!”,
è ancora bravo, però fa tremare.

A volte l’arte diventa menzogna,
ma la risposta mica è la gogna,
funziona meglio una mano protesa,
che fa svanire la truffa e l’offesa.

E se a noi tutti rimane una scelta,
scegliamo bene, forza, alla svelta!
Le tante doti più belle che abbiamo,
brillino forte, ma mai più invano!

Se tutti insieme vogliamo un bel mondo,
uniamo un canto partendo dal fondo,
doniamo l’arte a chi ha il cuore di fiamma,
non a chi specula e tutto programma,

diamo a noi stessi la gioia infinita,
di essere forze legate alla vita,
e non vedere una terra che muoia,
ma darle vita con la nostra gioia.

lunedì 31 marzo 2014

Il mostro e la mostra

Una volta un mostro si innamorò di una mostra. Subito decise di andare a visitarla ma, proprio quando stava per arrivare, un certo signore gli chiese di pagare il biglietto.
Il mostro, che non aveva un centesimo, sostenne che la mostra fosse molto malata, e si improvvisò medico per poterla visitare non solo gratuitamente, ma anzi, in cambio di una sonora parcella.
La sonorità della parcella era data dal fatto che quest'ultima era, in realtà, segretamente innamorata di quel certo signore. Appena ne ebbe l’opportunità, iniziò quindi a intonare una splendida serenata che commosse tanto il mostro quanto la mostra. Quel certo signore, che a questo punto chiameremo il signor Certo, invece, non sentì una sola nota della serenata; fu però molto colpito dalla parcella, dato che il mostro, ormai spazientito, gliela lanciò in testa e corse a dichiararsi alla sua bella.
Nel farlo, si impettì tutto e cercò di mettersi in mostra, di modo che la mostra se lo trovò in braccio e, sulle prime, le sembrò un po’ invadente. Poi si confuse un po’ a guardare i suoi occhi di bambino, e lasciò che si mostrasse per quel che era. Il mostro si mostrò, la mostra si morse le labbra, le labbra morsero la mostra e il mostro le morse per difendere la mostra, dato che l’amava ormai perdutamente! Ma poiché le labbra erano della mostra, quel che accadde è che, non so neanche dirvi come, i due si trovarono che si stavano dando un bacino.
Non il bacino del signor Certo, che in quel momento era già lontano tenendo per mano la sua parcella; non il bacino colossale del mammut esposto in quel momento alla mostra, che tutti i visitatori guardavano a bocca aperta; ma un bacino d’amore, di quelli che fanno arrossire il giorno e la notte. 

martedì 25 marzo 2014

Un buon segno

Che la forza dell’ariete
scopra splendide ore liete

e la carica del toro
vi apra mille porte d’oro.

Che nel segno dei gemelli,
nascan cento giorni belli,

le emozioni care al cancro
siano come un saltimbanco,

l’eleganza del leone,
dia l’incanto alle persone,

mentre vergine, preciso,
metta a punto un bel sorriso. 

Che, arrivando alla bilancia,
sian risate con la pancia, 

l’acutissimo scorpione
si trasformi in bonaccione, 

mentre il bravo sagittario
porti un dono straordinario

e un allegro capricorno
mostri un mondo tutto adorno

scintillante in ogni orario,
come l’acqua dell’acquario,

così quando arrivi ai pesci
tutto allegro te ne esci! 

martedì 18 marzo 2014

Alle prese con un'amica


Ho un’amica un po’ presina,
l’ho agguantata bello bello
per posar la minestrina
a scaldare sul fornello.

Ho un’amica molto presa,
ci ho attaccato la mia spina,
lei non è affatto sorpresa:
disponibile e carina!

Ho un amica presa in giro,
non vi dico: l’ho difesa,
ma lanciò un ferro da stiro,
per sedare la sua offesa.

Ho un amica che è alle prese,
con l’affitto da pagare:
mica sempre, ma ogni mese
va tre settimane al mare.

Ho un'amica e presagisco
che è felice nel presente,
si improvvisa senza il disco, 
si improvvisa come sempre. 

domenica 16 marzo 2014

La velocicchia - storia di amore in due atti

I ATTO

Un giorno una lenticchia
trovò una velocicchia,
le disse: “ma accipicchia,
che varietà di nicchia!”

Rispose la compagna,
schivando una lasagna,
ma parlò tanto in fretta
che l’altra sua amichetta

capì meno di niente,
ma trovò intelligente
fare segno di sì
e andare via così.

II ATTO

L’altra, restando sola,
si iscrisse ad una scuola,
per rallentare un po’...
Perché? Ve lo dirò!

Non certo per l’acume,
però l’altro legume
nel suo rallentatore
le dava il batticuore.

Seguì un corteggiamento
che fu talmente lento
che lo dovrei chiamare
un dolce lungheggiare. 

sabato 15 marzo 2014

Lo Strazio Pancrazio

Il cugino dello strazio
noi sappiamo che è Pancrazio,
ma non trova divertente
fare il paio col parente.

Per fuggire al triste dazio,
è scappato nello spazio
ma arrivando – che sorpresa! –
ci trovò Maria Teresa. 

travestita da cometa
per distrarsi dalla dieta.
La sua dieta era uno strazio...
brutto affare per Pancrazio, 

che, scoprendo il familiare,
sulla rotta interstellare
per sfuggire al tormentone
si nascose su Plutone! 

martedì 11 marzo 2014

Un amico speciale


Vorrei regalare a Ciro,
che ho veduto andando in giro,
un bacione sopra il naso
e un gomitolo di raso,

Se il gomitolo lo raso,
e lo inspiro con il naso,
andrò molto meno in giro
e mi mancherà un po’ Ciro.

Però è tanto caro Ciro,
che ogni volta che lo giro,
lui mi stappa bene il naso
e ci tira fuori il raso.

Or che al suolo mi hanno raso
il gomitolo e anche il naso,
vengo preso un poco in giro, 
ma che importa, quando ho Ciro? 

giovedì 27 febbraio 2014

Il dente di ponente


Sulla strada di ponente
mi sono posto sopra un dente
un armadio a quattro ante
la cui chiave dà a levante.

Per non perdere la chiave
ci poggiai sopra una trave
e per farle compagnia
quattro polli in batteria.

In totale era un bel peso
e io, quando l’ho compreso,
ho virato sulla luna
a cercar nuova fortuna.

Fu così che l’armadione
e la sua popolazione
si trovaron, di lì in breve,
un pesino così lieve

che, sentendomi un pascià
per la poca gravità,
mi appoggiai sull'altro dente
un armadio ancor più ingente. 

domenica 16 febbraio 2014

Ercolino Posapiano

Ercolino Posapiano,
prende l’auto da Milano,
tira dritto e va a Mombello,
dove ha sede il suo castello.

Il castello ha cento chiavi,
dieci porte e venti travi:
sulle travi ci si appende,
se ha il bucato ce lo stende,

se il bucato l’ha perduto,
è questione di un minuto:
lo va a prendere a Milano,
Ercolino Posapiano.

giovedì 13 febbraio 2014

Vorrei disegnare un castello

Vorrei disegnare un castello
e nuvole colme di fate
e nuvole fatte di bello
e un prato di idee appena nate

idee che si inspirano forte,
da cogliere una per una
che ridono incontro alla sorte
e corrono fin sulla luna.

Arrivano là tutte insieme
e sbirciano il mondo dall’alto, 
ma tanto gli vogliono bene
che tornano giù con un salto!

domenica 9 febbraio 2014

Un saluto musicale

Un saluto musicale,
che è sincero ma cordiale,
è cordiale ma sincero
e si suona tutto intero:

chi lo suona con il piano,
faccia ciao con l’altra mano,
se le mani le usa entrambe,
ci saluti con le gambe!

Io ho perduto la matita,
ma lo suono con le dita
e non sembra niente male
il saluto musicale!

venerdì 7 febbraio 2014

La mia torta


La mia torta ha sette piani
e incomincia da domani.
Ho trovato al primo piano,
un satellite di Urano,

dalle parti del secondo,
un balcone vista mondo!
Arrivando al piano terzo,
un bel bacio ed uno scherzo.

Volai quindi al quarto piano,
con un fiore nella mano,
per scoprire in cima al quinto
che quel fiore era dipinto!

Ne annusai tutto il colore,
che bellezza! Che sapore!
E chiedendomi “son desto?”
arrivai al piano sesto!

Era un piano tanto ghiotto
Che gli dissi “fatti sotto!”
e ingaggiando una gran lotta
mi tuffai nella ricotta! 

Quando giunsi al piano sette,
ero in cima a mille vette
e assaggiandone ciascuna,
arrivai fino alla luna. 

venerdì 31 gennaio 2014

Il sarto Orlando

Conosco un grande sarto
che fa di nome Orlando
e ha raggiunto da poco
un grandioso traguardo:

quando vede un melone
o un uovo con il tuorlo,
senza tante domande,
viene lì e gli fa l’orlo.

Sa orlare tutto quanto,
le finestre e le voci,
sa orlare poi le case,
le chiese con le croci,

ma la cosa più bella
gli è riuscita da ieri,
perché ha orlato in un colpo
diecimila pensieri:

era un giorno qualunque
ma era tanto contento
che la gioia del cuore
l’ha cucita nel vento

e quel vento ha scovato
ventimila narici
per donargli un futuro
di pensieri felici. 

Il calamaro

Conosco un calamaro
di nome Calimero,
galoppa su un cavallo
che è il suo fido destriero.

Ma Fido era anche un cane
che per giunta era un pesce,
insomma un pescecane
...scappate se vi riesce!

Ma invece Calimero
se ne sta tranquillino,
in groppa al suo cavallo:
il cavallo Marino!

Che è Marino di nome,
molto poco di fatto,
ha gli zoccoli, trotta,
salta via tutt’a un tratto

e lontano dall’acqua
per le grandi pianure
porterà il calamaro
verso nuove avventure!

lunedì 27 gennaio 2014

Una casina piccina picciò

Ho veduto una casina
stretta in dieci metri quadri,
bella bella ma piccina,
senza spazio per i ladri.

Si trovava in un boschetto,
proprio sotto ad una frasca,
chi la prende per il tetto
se la può mettere in tasca.

Ma consiglio la prudenza
(se era un ladro, poverino!),
gli rimane un’incombenza:
mantenere l’inquilino!

martedì 21 gennaio 2014

Un fiore silenzioso

A volte, molte volte,
mi sento e sto parlando,
e do risposte a cose
che forse io domando.

Mi ascolto che le spiego,
cento volte al minuto,
però di tutto questo
quant'è che ho già vissuto? 

Allora, in quell’istante
dimentico l’orgoglio
e cerco quel silenzio
che scrivo ora sul foglio.

Silenzio che son sguardi,
luoghi tetri e splendenti,
e a volte sembra troppo
però se poi li senti

ti scopri tutto a un tratto,
da chiuso in una stanza,
un eroe coraggioso
che ha di fronte una danza.

E la danza del cuore
non la puoi controllare,
né parlarne o spiegarla,
la puoi solo ballare.

domenica 19 gennaio 2014

I mestieri di oggi

Voglio donare una bella canzone
al consulente di direzione
e per l’addetto risorse umane
fare un panino con zucchero e pane.

Non vorrei certo tagliare i ponti
con il signor revisore dei conti,
ma ho domandato al mio consulente
strategia e tattica del divertente.

Per l’operaio del magazzino,
voglio un muletto di oro zecchino
e per chi vive in segreteria
tanti registri di sogni e magia.

Voglio un bel mondo fatto di pace,
dove un mestiere rimane se piace,
gli altri svaniscono con gran frastuono
in questo mondo a misura di uomo! 

venerdì 17 gennaio 2014

La filastrocca

C’era una volta una filastrocca,
sembrava un gioco ma mica era sciocca,
sembrava fragola invece era menta,
sembrava buffa perché era contenta.

Tutto contento l’ho masticata,
ben digerita, dimenticata,
ma eccola crescere in mezzo ai pensieri
e tanti sogni diventano veri,

paesaggi incerti diventano belli,
piccole case diventan castelli,
ride di gioia la fantasia
di un riso vero che chiamo magia. 

giovedì 9 gennaio 2014

Il post!

Questa è la storia di un post che non voleva andare a posto. Al suo posto fu allestito uno stop che, in mancanza di un incrocio, faceva rimanere tutti male.
Per mettere le cose a posto, il professore di Marzapanologia applicata applicò la marzapanologia al problema, che divenne assai dolce. Tanto dolce che alla gente faceva piacere fermarsi a assaggiarlo e, stando così le cose, lo stop acquisì un senso di tutto rispetto.
Siccome era uno stop generoso, cedette il rispetto alla natura, con grande beneficio per il pianeta che in quel momento aveva sia la tosse che il raffreddore.
La tosse andò a visitare Alfa Centauri, il raffreddore i centauri senza alfa, che stando sempre a torso nudo si prendono per forza, ogni tanto, un malanno.
Ma tanto i malanni quanto i post senza disciplina avevano seccato il professore, che decise sia di non curarsi del post, sia di curare il malanno, che divenne così il buon anno che io vi auguro proprio di cuore!

mercoledì 8 gennaio 2014

Filastrocca gialla e viola

Filastrocca gialla e viola,
ad un tratto prende e vola,
vola dentro ad una mano,
vola forte oppure piano,

ma quel piano è un pianoforte,
suona l’ode di una sorte,
se la sorte la si ode,
le si fa una bella lode.

Se la lode si riceve,
quando è liquida si beve,
quando è solida si preme
e se solido era un seme

pianteremo questa lode!
E se chiedi chi ne gode
sarà chi ne coglie i frutti
e perciò speriamo tutti. 

Il re trattore

Un giorno un bel trattore,
che aveva il raffreddore,
non chiedermi perché,
però fu a un tratto re.

Il re comprò un trattore,
ma senza il raffreddore,
che si guidava in tre:
serviva un vice re!

Il re elesse il trattore,
bestione di buon cuore,
ma ne mancava un terzo,
così, quasi per scherzo,

elessero il mezzadro,
che stava lì leggiadro.
Ma il re, di nome Mario,
guardando il suo vicario

pensò: “ se il vice re
trattore più non è,
bisogna constatare
che non si può guidare.”

E il re, lungimirante,
in meno di un istante,
passato il raffreddore,
ridiventò trattore.

martedì 7 gennaio 2014

L'amico merlo

Conosco un merlo indiano,
di nome Cippirì,
è qui sulla mia mano
che canta notte e dì.

Di mille e più canzoni
che canta a menadito,
c’è un brano un po’ speciale
(che è poi il suo preferito)

che narra di un indiano,
– di preciso era un merlo –
dal saluto un po’ strano
che fa “Cippirimerlo!”